Guenzani e Cassani, scintille fino all'ultimo giorno
Due settimane di campagna elettorale molto tesa, tra attacchi e molte polemiche fino all’ultimo giorno. È il clima in cui va al voto Gallarate, per il ballottaggio tra Edoardo Guenzani (sindaco uscente, candidato del centrosinistra) e Andrea Cassani (lo sfidante, leghista, sostenuto dal centrodestra).
Sulla chiusura di campagna elettorale è piovuta la notizia della lettera di minacce di morte al sindaco uscente e al suo vice Pignataro (che hanno mantenuto sempre riservata la cosa). Il centrodestra ha parlato di suo elettorale dell’episodio (dando per sottointeso che sia stato il centrosinistra a divulgare la notizia); nel centrosinistra non pochi nelle file di Guenzani sono preoccupati che l’emergere della notizia a 48 ore dal voto sia un assist per Cassani. L’episodio è stato condannato da tutti, ma ancora nella serata di venerdì 17 giugno è stato oggetto di polemiche. (per quanto Cassani e Guenzani si siano fatti visita a vicenda e abbiano parlato insieme in piazza Libertà)
Il punto di partenza è il risultato emerso dalle urne lo scorso 5 giugno: Edoardo Guenzani ha ottenuto il 35,72% dei consensi (7.586 voti), mentre Andrea Cassani ha incassato il 47,31% (10.045 voti). La partecipazione al voto al primo turno è stata molto bassa: 55,25%, quasi dieci punti percentuali (14 punti in meno rispetto al 2011).
Il centrodestra di Cassani contesta all’amministrazione uscente di aver reso statica la città, di aver fatto una politica di austerità sui conti e di aver ceduto sovranità su alcuni servizi comunali (il tema di Amsc è stato ripreso in modo forte anche dall’ultimo intervento da Nino Caianiello); molta attenzione è stato posto sul tema della sicurezza e del “degrado”. Il centrosinistra di Guenzani ha invece rivendicato il risanamento dei conti, trasparenza nella gestione delle partecipate, aggregazioni di servizi per più economica ed efficiente gestione (ad esempio sulla raccolta rifiuti, con l’alleanza con Legnano e Magenta). Il centrosinistra di Guenzani ha anche rivendicato il lavoro in rete fatto in vari ambiti – in particolare cultura e sociale – trovando anche risorse esterne (l’ultimo bando vinto in questi giorni).
Tra i temi specifici emersi con più forza, c’è il destino della biblioteca: l’amministrazione ha avviato il progetto per portare la biblioteca alle ex scuole di via Bottini (oggi abbandonate al degrado), destinando l’attuale sede di piazza San Lorenzo a nuova sede per associazioni e giovani. Cassani e il centrodestra hanno contestato la scelta su due punti: dicendo che Guenzani vuole fare «un centro sociale» in piazza san Lorenzo e che l’edificio di via Bottini può ospitare una residenza per anziani (ipotesi difficile, dice Guenzani).
Dal punto di vista politico, come nel 2011 si è discusso molto del ruolo del leader di Forza Italia Nino Caianiello, che è intervenuto martedì scorso per attaccare a fondo Guenzani e rivendicando il proprio ruolo nel centrodestra. Lo schieramento di Guenzani ha accusato il centrodestra di essere succube di Caianiello, Cassani si è difeso (fino all’ultimo) vantando la propria autonomia rispetto al leader di Forza Italia. Lo stesso Caianiello ha invece accusato le forze di centrosinistra di non avere un ruolo reale in una coalizione che risponde solo al sindaco. L’ultimo scontro è avvenuto proprio venerdì, intorno a un volantino diffuso dal Pd.
Nell’ultima settimana lo scontro sui social (già “animato” da pagine anonime e profili fake) si è infiammata ulteriormente, a suon di meme e vignette satiriche.
Quanto ai candidati e alle liste esclusi dal ballottaggio, non c’è stato nessun apparentamento formale. Corteggiata dai due schieramenti, la lista civica Gallarate 9.9 si è tirata fuori dai giochi dopo pochi giorni, proponendo comunque ai due contendenti il proprio progetto per la città. La lista Borgo Sindaco ha ipotizzato un apparentamento (ma il comunicato non era sottoscritto dal candidato sindaco, Roberto Borgo), ma non si è concretizzato. Pietro Romano, di Gallarate Futura, ha proseguito nei suoi video sarcastici, rivolti soprattutto verso l’amministrazione uscente. La sinistra-sinistra di GAS si è tirata fuori dai giochi, mantenendo ferma la propria posizione critica verso le destre e il centrosinistra. I voti dei candidati esclusi dal ballottaggio valgono il 17%.
Va notato che nelle ultime due settimane si è assistito anche a diverse critiche reciproche tra le liste escluse.
Misunderstanding.
La firma di Borgo a un comunicato che inviti a un apparentamento non è mai stata necessaria, dato che gli elettori già si erano espressi bocciandolo come candidato sindaco, ma assegnando quasi un 5% alla lista e ai suoi componenti che sono dunque sempre legittimati a proseguire la corsa nella competizione elettorale.
Convenienze politiche e coraggio delle idee.
Perchè mai Longobardi dovrebbe rischiare al ballottaggio di schierarsi con la coalizione perdente, quando in consiglio può serenamente aggiungersi alla maggioranza ormai certa?
Gentilissimo sig. Sindaco,
In merito alla questione della Sua presunta “obiezione di coscienza” sulle Unioni Civili, vorrei gentilmente ricordare che i Suoi innegabili diritti finiscono dove iniziano quelli altrui e viceversa pertanto, essendo un funzionario pubblico stipendiato con soldi dello stato, fa parte dei Suoi doveri e della Sua Giunta garantire ugualmente il servizio alla collettività con un incaricato sostituto, poiché l’ufficio che rappresenta è tenuto a espletare le pratiche che sono previste da un’apposita Legge in vigore, anche se Lei non la condivide.
Questa, nel caso non lo ricordasse più, si chiama DEMOCRAZIA.
Inoltre, essendo Lei un funzionario pubblico, mi stupisce ignori che l’obiezione di coscienza è lecita soltanto se regolamentata da una relativa Legge, altrimenti è soltanto “interruzione di pubblico servizio” (Art. 340 C.P.).
Che, come ben sa, costituisce reato.
Buon lavoro, sindaco.