Qualcuno si sarà chiesto se l’incontro tra i due candidati sindaco di qualche giorno fa per una tregua agli attacchi personali sui social abbia portato qualche risultato. Per rendersene conto basta aprire di sfuggita Facebook o Twitter e la risposta è chiaramente negativa.

In particolare sono due le pagine satiriche delle due parti in gioco. Non sono pagine ufficiali, sia chiaro. Ma chiaramente sono riconducibili alle due parti che si sfidano: “Guenzani Che Presenta Cose Nuove” per il centrodestra e “Cassani che mette cose a caso” (pagina che risulta momentaneamente eliminata ma che ha fatto parlare di sé nei giorni scorsi) per il centrosinistra a movimentare lo scenario politico sui social. Tuttavia, gli autori non sono identificabili in maniera precisa. Parlando di satira, inoltre, è impossibile non citare anche “Satira Gallaratese”, la pagina Facebook da sempre critica nei confronti dell’amministrazione Guenzani (e talvolta anche nei confronti di alcuni esponenti del centrodestra considerati ostili, come nel caso delle vignette su Martignoni).

Ma in che modo avvengono gli attacchi? “Cassani che mette cose a caso” si concentra sui rapporti del candidato sindaco leghista con il grande timoniere di Forza Italia Nino Caianiello che, a detta del centrosinistra, avrebbe pieno potere su Cassani (l’interessato ovviamente smentisce, con molto fastidio negli ultimi giorni dopo l’ultima uscita del Mullah) “Guenzani Che Presenta Cose Nuove” utilizza soprattutto fotografie di alcune zone considerate degradate della città, anche non recenti, come per esempio quelle riguardanti la questione dei profughi risalenti a settembre 2015.

Su Twitter la situazione è diversa: se infatti gli attacchi del centrosinistra sul social di Mark Zuckerberg hanno come destinatario Andrea Cassani, i “cinguettii” dell’account del Pd gallaratese si rivolgono direttamente a Nino Caianiello, che risponde insieme all’account di Forza Italia Gallarate, smentendo le accuse mosse dal centrosinistra e rimarcando la sua volontà, ossia quella di non ambire a posti di governo diretti.

Camilla Malacarne