Monica Morotti: "Varese si apra al mondo. Sogno un festival cittadino delle arti"
Monica Guadalupi Morotti è la candidata capolista della lista civica Davide Galimberti Sindaco. Sposata, tre figli “E un nipotino”, vive a Daverio. Ha 55 anni ed è nata a Milano. Lavora da quando ha 19 anni insieme a suo marito e dal 2007 ha voluto coniugare la passione al lavoro aprendo una galleria di arte contemporanea a cui si dedica a tempo pieno e che la lega fortemente alla città di Varese.
Per quale motivo ti sei candidata?
Fino a pochi mesi fa non aveva assolutamente l’idea di intraprendere questa avventura. Poi mi ha chiamato Davide Galimberti e sono rimasta colpita dalla sua persona. La trovo un’esperienza umana incredibile e ho conosciuto altri compagni di viaggio che mi hanno arricchito. Comunque vada sarà stata un’ottima esperienza e sono entusiasta.
Quando al Sacro Monte insieme a Galimberti è venuto il sindaco Dario Nardella gli avete chiesto alcuni esempi dai quali la città di Varese potrebbe prendere spunto. Nel caso di vittoria, cosa copiereste da Firenze?
In realtà si può prendere spunto anche da molte altre città. L’idea di fondo è quella di dare maggiore attenzione alla cultura. Non è assolutamente vero che con la cultura non si mangia. Si potrebbe coniugare la cultura con le bellezze paesaggistiche che abbiamo formulando ad esempio itinerari che comprendano la natura. Contro il degrado urbano leggevo che la metropolitana di Napoli realizzata da architetti e artisti ha contribuito a far cessare gli atti vandalici. Mi piacerebbe creare un festival annuale che racchiuda le arti, il cinema, la musica, la pittura e la scultura per attirare moltissime persone. Abbiano esempi di città più piccole della nostra che attirano migliaia di persone all’anno con i loro festival. Già il sindaco di Firenze chi ha detto che è disponibile a prestare opere importanti della città di Firenze per fare grande mostra qui.
Qual è la tua idea di politica?
Oggi come oggi non esistono più gli schieramenti. Contano le persone che hanno voglia di fare, che sono oneste e che vogliano cambiare in meglio senza pensare al rendiconto personale ma al bene di tutti.
Quali sono i tuoi maestri di vita?
Leggo moltissimo. Leggendo, molti scrittori sono diventati i miei maestri di vita. I miei maestri sono i miei figli, mio marito, la gente che incontro. Da ogni incontro può nascere una lezione e si può imparare qualcosa.
Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco?
Aprire Varese al mondo. Piantiamola di essere chiusi nel nostro orticello pensando che le cose vadano meglio. Varese deve diventare aperta all’Europa e internazionalizzarsi perché al momento è molto provinciale.
Quali sono i tre settori più importanti su cui agire?
Il lavoro: bisogna creare nuovi posti. Poi la cultura e anche curare meglio le nostre ricchezze e potenzialità espandendo anche con il digitale la comunicazione di questa città per creare attrattivi e un indotto economico.
Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione e dove invece poteva fare meglio?
Si poteva fare molto di più. La cosa che è mancata è l’apertura mentale verso le novità, il mondo, l’Europa. Alcune cose sono state fatte bene ma è mancata l’apertura all’esterno.
In una recente analisi di Luca De Biase del Sole24Ore emerge una conclusione secondo la quale il destino delle città sarà sempre meno determinato dalla posizione geografica e sempre più dalle connessioni. Condividi? E a cosa è importante secondo te che la città di Varese si connetta?
Condivido assolutamente. La prima città a cui collegarsi è Milano. Nei primi mesi del 2016 Milano sul turismo ha superato Roma e Venezia perché è stato fatto un lavoro straordinario. Già collegandoci con loro potremmo avvantaggiarci anche noi. È una città in pieno boom e fermento sia a livello culturale sia artistico e sta diventando una vera metropoli internazionale. Poi mi piacerebbe creare gemellaggi e scambi con altre città europee e italiane e già questa disponibilità ci è stata data dal sindaco di Firenze Dario Nardella.
Chiudono sempre più attività in città. Cosa faresti per contrastare questa situazione?
Il centro di Varese effettivamente è veramente triste e a certi orari è come se fosse quasi disabitato. Ci sono solo negozi che si trovano ovunque. Penso che sia ora di tornare alla realtà del negozio locale. Occorre creare le condizioni necessarie affinché i proprietari degli immobili possano calmierare gli affitti in cambio di agevolazioni fiscali. C’è poi la burocrazia da snellire. So che in altri paesi europei in 24 ore si può aprire un’attività e quello è il nostro obiettivo.
Cosa non vorresti vedere nella tua città?
Che tutti soprattutto i giovani se ne vadano via in cerca di lavoro e a studiare in altri paesi. Varese si deve riempire di giovani, ha università ma non è città universitaria e deve essere in grado di offrire di più alle ragazze e i ragazzi che altrimenti escono solo il sabato sera a bere in centro.
Se dico “diritti civili” cosa ti viene in mente?
Che sono favorevolissima a tutti i diritti civili e al matrimonio tra gay, assolutamente.
David Mammano