Zanzi: "Noi la garanzia che Malerba non si alleerà col centrosinistra"
Daniele Zanzi è il capolista del movimento civico Varese 2.0, corre nella coalizione di centrosinistra e chiarisce subito: “Il nostro è un movimento e non una lista civica e noi ci impegniamo da anni per il bene di Varese”. Zanzi ha 63 anni, è sposato e ha due figli, Cecilia e Ambrogio, laureati in scienze agrarie. Ha frequentato il liceo classico di Varese ed è anche lui laureato in agraria. È imprenditore nel settore dell’ambiente e ha fatto parte per anni del consiglio pastorale della Kolbe. Fa politica fin da giovane, nel periodo in cui “Dovevi decidere dove stare e io stavo a destra”. Era stato nominato dal sindaco Fontana presidente di un organo consultivo del comune e successivamente licenziato dalla giunta. È stato poi coinvolto in un processo per via di una denuncia del sindaco ma il gup di Varese lo ha assolto per la non sussistenza dei fatti. Nel frattempo era nata l’esperienza di Varese 2.0. A questa tornata elettorale sostiene il candidato sindaco Davide Galimberti e dice: “Siamo la garanzia che Malerba non si alleerà con il centrosinistra”.
Per quale motivo ti sei candidato?
Perché amo la mia città e il mio è un amore vero e disinteressato che dura da anni e mi permette di dire che sono sempre stato presente. Non come l’amore di qualcuno che è finalizzato al successo elettorale. Allo stesso tempo, sono sicuro che come Varese 2.0 saremo determinanti. Noi vogliamo cambiare i metodi e i modi di fare politica e tutti condividiamo l’idea che la città ci ha dato tanto ed è ora di restituire qualcosa.
Durante la presentazione della vostra lista avete detto: “Varese 2.0 sarà la garanzia che un certo modo di fare politica non troverà più posto nell’amministrazione della città”. Che vuol dire?
Un bravo agronomo sa benissimo come non far attecchire le mal erbe in città. Siamo contrari a persone come Stefano Malerba che dicono ‘Io sto con voi se’ e siamo la garanzia che questo non potrà avvenire. Il nostro movimento è discontinuo rispetto a questo modo di fare politica. Chi ci sostiene lo fa e non deve chiedere in cambio niente. Tra le nostre proposte c’è l’immediato di tutti gli incarichi ove possibile compresi quelle delle municipalizzate. Noi vogliamo accordi di sottobanco con nessuno e nemmeno ricatti. saremo garanzia di questo cambiamento anche nei confronti del Pd che deve cambiare il modo di fare amministrazione a Varese. Con loro, abbiamo sottoscritto patti e ragionamenti molto chiari. Senza discontinuità non c’è governabilità. Se il Pd disattende noi lo salutiamo. A chi ci dice che dovevamo correre da soli rispondiamo che noi non vogliamo fare testimonianza politica ma vogliamo governare e par farlo serve il 51% dei voti e quindi la coalizione è l’unica strada.
Qual è la tua idea di politica?
È partecipazione e ascolto. Io ho sempre partecipato anche come presidente della commissione paesaggio e ho sempre detto cose scomode contro il potere. Allo stesso tempo ho molto a cuore l’ascolto e penso a quando abbiamo consegnato 7000 firme contro il parcheggio della Prima Cappella: non siamo ascoltati dal sindaco e anzi ci ha insultato. Questa amministrazione si è distinta per la lontananza dai cittadini.
Quali sono i tuoi maestri di vita?
I miei maestri sono stati innanzitutto i miei genitori, mia moglie, poi gli anni del liceo e il mio rapporto di odio e amore con il professor Revelli che però mi ha insegnato ad avere la schiena sempre dritta e a ragionare con mia testa. E anche il filosofo Nietzsche e la centralità del dubitare e mettersi in relazione con le persone del suo pensiero. Infine sono cattolico e credente quindi Giovanni Paolo II.
Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco?
Quello di prendersi cura delle piccole cose trascurate nel corso degli anni con una visione concreta della città e facendo tutto quello che non è stato fatto finora e per cui oggi Varese non è più la città decorosa di un tempo. E poi deve esprimere una visione ampia. Varese ha la capacità di diventare la capitale italiana dell’ambiente. Il prossimo sindaco deve creare posti di lavoro con il turismo e fare le cose concrete che chiedono i cittadini. Basta con i grandi progetti. E deve mettere al centro i quartieri che sono la caratteristica urbanistica della nostra città.
Quali sono i tre settori più importanti su cui agire?
L’ambiente che vuol dire anche posti di lavoro, la viabilità e la sicurezza ma ribaltata in un’ottica di rigenerazione urbana. Si fa un grande parlare di sicurezza. Miei conoscenti inglesi, olandesi e australiani vengono a Varese e mi dicono di sentirsi sicuri a girare per la città anche di sera. Chi chiede più sicurezza ammette di aver fallito negli ultimi anni. E poi, il mio sogno: vorrei che l’assessorato all’ambiente fosse accorpato all’assessorato della cultura perché l’ambiente è cultura.
Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione e dove invece poteva fare meglio?
Ho difficoltà a trovare qualcosa in cui abbia lavorato questa giunta. Fontana non ha amministrato del tutto. Ha fatto solo annunci a cui non sono seguiti fatti.Varese non è governata e vive la giornata abbandonata quasi a se stessa come gli uffici comunali. Ci sono 823 dipendenti demotivati e quindi c’è da migliorare sicuramente sull’attenzione alle risorse umane ma senza paura perché vogliamo portare nuove idee. Questa è l’amministrazione che ha tagliato tanti nastri e fatto tanti annunci a cui non hanno fatto seguito progetti.
In una recente analisi di Luca De Biase del Sole24Ore emerge una conclusione secondo la quale il destino delle città sarà sempre meno determinato dalla posizione geografica e sempre più dalle connessioni. Condividi? E a cosa è importante secondo te che la città di Varese si connetta?
Condivido appieno. Alla ‘Grande Varese’ preferisco la Varese allargata. L’altro giorno ero al giardino delle rose ad Induno e pensavo a quanto sia necessario che queste eccellenze ambientali vengano collegate e messe in rete. Varese è all’interno di un territorio e per vincere le battaglie deve creare connessioni. L’espressione Insubria non mi piace ma penso più al distretto dei laghi che tanto è usato all’estero. Parlare di rete a Varese vuol dire coinvolgere non 83 mila abitanti ma 200 mila persone. Tutte le eccellenze andranno messe in rete e l’immagine che ho in mente è quella delle radici di un albero: più sono radicate e profonde e meglio è per la pianta. E poi non dobbiamo dimenticarci della grossa opportunità rappresentata dall’Arcisate-Stabio di cui sento parlare poco.
Chiudono sempre più attività in città. Cosa faresti per contrastare questa situazione?
È molto semplice. Nei prossimi giorni faremo una manifestazione a Sant’Ambrogio, un quartiere che molti reputano benestante ma che ora non ha più attività commerciali aperte. Occorre incentivare le piccole attività commerciali con aiuti al piccolo commercio dei rioni intervenendo sulla questione dei due posti macchina davanti alla propria attività, modificando il Pgt. Bisogna evitare che i piccoli commercianti siano strangolati dai supermercati. Quando Orrigoni ha promesso 1000 posti di lavoro mi ero augurato che non fossero 1000 nuovi supermercati. L’obiettivo è la diversificazione delle attività commerciali. Basta franchising in centro. Occorrerebbe anche riformare le associazioni di categoria che sono diventate dei veri centri di potere partitico.
Cosa non vorresti vedere nella tua città?
Non vorrei vedere le code di persone che fanno la fila per un pasto. È un’immagine che mi disturba molto e vorrei che questo non avvenisse. Per questo occorre riportare Varese a essere una città dove tutti vivono in pace e in armonia. E poi non voglio vedere la trascuratezza e l’abbandono. E che gli stranieri, e noi abbiamo due straniere in lista, fossero visti come opportunità e non come paura.
Se dico “diritti civili” cosa ti viene in mente?
L’uomo è la vita e tutti dobbiamo avere pieno rispetto degli altri. Ho il massimo rispetto per tutte le persone e le ideologie. E sulla libertà di religione rilancio e dico: sì alla moschea a Varese. Chi nega il diritto di professare una religione fa un sopruso.
David Mammano