Franco Prevosti: la sua svolta politica per la cultura a Varese

Franco Prevosti, laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha per anni lavorato nell’azienda di mobili di famiglia, ha seguito la galleria d’arte del nonno ed è stato uno delle colonne dell’arte e della cultura varesina: ha organizzato più di 20 mostre.

Sposato dal 1977, ha due figli. Per lungo tempo la politica è stata un impegno circoscrizionale «MI sono candidato per la circoscrizione di Biumo nell’85, dove sono stato per altri due mandati, finché, nel 1997 – 1998 sono stato presidente di circoscrizione». Ma è negli anni 2000 che Prevosti è diventato consigliere comunale, sotto le bandiere di Forza Italia: dal 2001 al 2006 e poi dal 2006 al 2011. Un periodo dove accumula un impegno curioso: «Ho celebrato una gran quantità di matrimoni civili: 505».

Ora Prevosti si presenta per Davide Galimberti, a capo di una lista civica che lo sostiene, “Cittadini per Varese”: come è nata questa candidatura?
«So di essere una sorpresa, in questa competizione: questa scelta è nata tutta da un incontro. Luca Conte, del Pd, un giorno mi ha detto “ti faccio conoscere Galimberti, ti piacerà” Quando l’ho conosciuto davvero, ho visto la persona che era: valida, davvero seria. La sua perizia professionale specialistica nell’amministrare il bene pubblico, mi ha convinto a dare la mia disponibilità per lui: tenendo presente il mio principio che, proprio in sede di elezioni amministrative, “è più importante la persona che il partito” : Fatto sta che mi hanno preso in parola: il venerdi prima del termine delle presentazioni è arrivata la lista di cui sono capolista. Quello che apprezzo di Galimberti è che non si è subito esposto con grandi progetti che subito si dimenticano, ma con cose grande e piccole, tutte concrete, che importano alla gente. Per questo la sua proposta mi è sembrata molto valida.

Di cosa si occuperà in particolare?
«Mi interessa molto la parte culturale, è una questione di famiglia:  mio nonno ha aperto nel 1921 il negozio-galleria che portava il nostro nome: è stato i. primo gallerista di Varese. La cultura è davvero importante, non solo dal punto di vista storico ma anche economico, per l’indotto che genera. Anche se non è città d’arte, Varese possiede molte possibilità significative dal punto di vista culturale, che dovrebbero essere fatte conoscere adeguatamente, sia ai cittadini varesini che ai possibili turisti che arrivino nella nostra città. Posso, in questo, fare alcuni esempi: il museo archeologico di Villa Mirabello con le sue collezioni preistoriche e i reperti dell’Isolino Virginia, ma anche la recente scoperta ed il restauro della cripta della chiesa di Sacro Monte, con anche gli antichi reperti di due precedenti chiese».

Da quale città Varese potrebbe prendere spunto?
«Quando Galimberti ha invitato il sindaco di Firenze, è saltata fuori una ipotesi di scambio di opere, per realizzare mostre: una bella idea, che dovrebbe essere sviluppata. che perché dobbiamo attrezzarci con uno spazio dedicato alle mostre di una certa grandezza:, che ora manca»

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione e dove
invece poteva fare meglio?
«Ci sono alcune cose positive fatte dall’amministrazione attuale, ma non entro nei particolari. Quello che non ha fatto riguarda le molte proprietà immobiliari non utilizzate. Penso al castelletto del gioielliere Manfredi, in viale aguggiari,. Penso alla caserma  Penso alla villa Baragiola che ha una grande parte non utilizzata, che potrebbe essere utilizzata per mostre temporanee. Considerato che è a pochi passi dal museo Castello di Masnago, sarebbe un ottimo complesso per esposizioni. E’ importante non solo trovare i mezzi per restaurare le proprietà inutilizzate e dare loro la possibilità di essere “utili” alla cittadinanza, ma anche studiare e proporre l’utilizzo di questa per soddisfare le esigenze della popolazione che ancora non sono state soddisfatte».

Stefania Radman

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