Ballerio: "Sogno una città con meno auto e più zone pedonali"

Il piglio dell’imprenditore si vede subito. Sicurezza e capacità di intraprendere sono solo alcuni dei tratti del suo carattere. Rinaldo Ballerio è il primo di quattro fratelli, tutti impegnati nella Elmec informatica. Gli alpini e la montagna sono la sua grande passione. Per i primi non lo muove la nostalgia di tempi andati, ma la convinzione che il mondo si possa cambiare attraverso gesti concreti, come quello di fare qualcosa per gli altri.  Sulla montagna e sull’ambiente ambiente lo stile è lo stesso, fatti concreti nell’integrarsi nel proprio territorio

Sente il legame con la terra e non a caso gli si illumina lo sguardo quando prende in mano una bottiglia della Rossi d’Angera, o quando parla del suo nuovo vigneto  tra Avigno e Casciago. “Il vero marketing del territorio parte dal legame con le nostre origini e dalla valorizzazione  dei nostri prodotti”.

Spesso nei giochi di riscaldamento della politica, alla ricerca di un candidato sindaco, era uscito un profilo che assomigliava molto alla sua persona. Lusingato, ma non disponibile. Poi le cose sono cambiate.

Perché hai deciso di candidarti?
«Davanti alla possibilità di candidarmi come sindaco, ho declinato non ritenendomi adeguato. Mi restava però l’amarezza perché la mia città mi ha dato tanto e sentivo il bisogno di impegnarmi. Così, quando Paolo Orrigoni è sceso in campo, non ho esitato a mettermi a disposizione per aiutarlo. Prima a vincere e poi nel lavoro per l’amministrazione. Sono sempre stato distante dall’idea di amministrare la cosa pubblica, ma questi mesi mi hanno generato un profondo rispetto per chi si mette a disposizione della collettività. Ho immaginato in prima persona i sacrifici, i rischi, e la dedizione necessaria. Questo vale ovviamente anche per gli altri candidati sindaci oltre Paolo».

Come hai conosciuto Orrigoni?
«Abbiamo avuto modo di incontrarci più volte per lavoro, ma devo dire che in questi giorni di campagna elettorale lo sto conoscendo sempre meglio. Paolo è una persona con una grandissima capacità di ascolto e l’abilità di decidere e portare avanti con determinazione  un progetto. È l’esatto contrario di ciò che gli americani chiamano ATANA  “All Talk And No Action”»

Cosa ti piace di più del suo programma di governo?
«Sull’importanza  del lavoro ha ampiamente parlato Paolo, e credo anch’io che questa sia la priorità delle priorità. Sicuramente apprezzo tutti quegli aspetti che riguardano la promozione dello sport e le iniziative per il sociale. Lo sport perché credo che, se praticato fin da piccoli, insegni dei valori importanti come il gioco di squadra, la voglia e la capacità di fare fatica per un obiettivo, il saper vincere come il saper perdere. Inoltre, migliorare gli impianti sportivi della città, creerà nuovi spazi e occasioni di aggregazione per i varesini. Il lavoro con e per le associazioni del territorio, invece, risponde alla naturale vocazione sociale della città: Varese ha un tessuto associazionistico incredibilmente attivo. Persone che fanno bene e fanno del bene alle fasce più deboli della popolazione senza mai mettersi in mostra».

Cosa faresti  in più per la città?
«Tutto quello che serve per vedere una Varese “pedonosa” e ciclabile».

E il tuo sogno per Varese?
«Una città con meno auto e più zone pedonali. Con un trasporto pubblico più efficiente e gratuito per tutti, secondo il modello di alcune città del nord Europa. Un sistema che si potrebbe auto-finanziare con l’istituzione di un eco-pass per il centro città e che, sicuramente, porterebbe benefici per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Ma al momento è solo un sogno».

giovannelli ballerio

Parliamo di cose serie:  il tuo vigneto ?
«A furia di sentire e vedere i successi del Merlot ticinese, ho deciso di seguire l’esempio di alcuni pionieri varesini che si sono messi a fare vino nel tentativo di rinverdire i fasti di quando Varese era chiamata la grande vigna in quanto produceva tantissimo vino. Il vigneto si chiama “Cassiciacum” in onore alla leggenda che vuole che S. Agostino abbia soggiornato un anno appunto a Casciago (Cassiciacum). Alla leggenda la mia immaginazione aggiunge che il Santo dopo aver assaggiato i vini del luogo abbia deciso di scrivere il celeberrimo libro “Le confessioni” coniando il detto ”In vino veritas”. Prima vendemmia quest’anno con il Merlot che in bottiglia avrà il nome S’Agostino».

E nel frattempo?
«In attesa visitate e assaggiate i vini dei produttori varesini: Il padre dell’iGT dei Ronchi varesini Berrini che produce ad Angera, www.cascinapiano.it , gli amici di Cascina Ronchetto a Morazzone,  www.cascinaronchetto.it, oppure la mini produzione della Val Luna, l’unico vino IGT fatto nel comune di Varese».

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