Una giornata animata per Pietro Romano e la sua lista Gallarate Futura. Al centro, una serie di episodi legati a manifesti e gazebo, in cui Romano ha sfoderato verve e video, attaccando in particolare il centrosinistra del sindaco uscente Guenzani.

Primo episodio al mattino: i vigili sono intervenuti per verificare i manifesti appesi alle finestre dello studio di Pietro Romano, affacciati su Corso Italia. La Polizia Locale è intervenuta dopo una serie di segnalazioni (si vociferava di un leghista, ma la PL dice che sono state numerose). I manifesti sono quelli – ispirati alle locandine di classici della commedia all’italiana – che fanno satira soprattutto su Edoardo Guenzani, su Andrea Cassani e su Nino Caianiello. (i primi erano comparsi due settimane fa, il più recente è “Una poltrona per due” con Cassani e Caianiello).

Romano ha energicamente contestato – ripreso in un video – l’intervento di verifica della Polizia Locale e ha ingaggiato anche uno scambio verbale con alcuni passanti. «La legge 212/56 vieta i manifesti di propaganda elettorale, ma la mia è satira» dice Romano. «Hanno detto di aver ricevuto più di 40 telefonate, sono intervenuti con tre pattuglie».

Secondo episodio al pomeriggio, davanti alla chiesa di Cedrate, dove Romano ha contestato alcune persone della lista “del sindaco” Città è Vita, che stavano facendo volantinaggio. Romano ha chiesto conto del volantinaggio, polemizzando con l’assessore Alberto Lovazzano e ironizzando sul mancato recupero dell’autorizzazione sul momento. La scena è stata ripresa in un altro video (che è stato caricato sulla pagina di Gallarate Futura, purtroppo girato di 90°):

La civica Città è Vita ha risposto a stretto giro di posta: la lista del sindaco uscente Guenzani ha infatti diffuso subito la lista dei presìdi e volantinaggi autorizzati per il weekend (tra cui quello di Cedrate), che viene comunicata di volta in volta dai vari partiti e liste civiche:

Insomma, sarebbe da ricondurre alla consueta normalità, “riti” e modalità da campagna elettorale. Fine della polemica? C’è da dubitarne.

Roberto Morandi