Giampiero Infortuna: "Una proposta al giorno per i prossimi cinque anni"

Quando Giampiero Infortuna è entrato in consiglio comunale nel 2011, era il consigliere più giovane con i suoi 21 anni. Cinque anni dopo, si ricandida nuovamente con il Partito Democratico forte di un bagaglio di esperienza, delle proposte e dei contributi che in qualche caso hanno portato ai risultati sperati, come nel caso dell’approvazione del Plis a Bizzozero. Infortuna ha frequentato il Liceo Classico ed è vicepresidente di un’associazione culturale che ha fondato con alcuni amici di Varese. Prossimo alla laurea in Giurisprudenza sul diritto pubblico internazionale, ma in questi giorni ha la testa esclusivamente nelle elezioni e dice: “I social sono corollari del nostro lavoro perché vogliamo parlare con le persone guardandole in faccia e perché voglio raccontare a tutti la mia passione di questi cinque anni a Palazzo Estense e i progetti che ho in mente per il futuro della città, lanciando una proposta al giorno”

Come ti senti di descrivere questi anni da consigliere comunale e quali sono i temi su cui ti sei speso maggiormente?
In questi anni ho sempre cercato di dare un contributo affinché Varese avesse una visione, che invece manca. Ti rispondo spostandomi per un momento sul piano geografico. A Ferrara, la città del festival di Internazionale, c’è una caserma di proprietà della provincia. In quel caso la visione è stata quella del coinvolgimento delle associazioni e infatti è stata data in gestione a una non profit capofila e a realtà sempre non profit che rimettono a posto gli spazi e in cambio non pagano affitto. A Varese invece la caserma è stata l’oggetto della campagna elettorale di Fontana nel 2006. Nel 2007 il comune la acquista e il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti: risorse sprecate. Io vorrei che si uscisse anche un po’ dal concetto di macroregione. Le mie battaglie sono l’estensione del canone concordato per la locazione agli studenti, il Plis e le agevolazioni per le startup.

Parlare di startup è certamente bello ma anche delicato perché i dati ci dicono che il tasso di mortalità di queste nuove imprese è molto alto e occorre serietà. Avete delle proposte concrete sul tema?
Vogliamo avviare una defiscalizzazione del nostro territorio prevedendo sgravi per le imprese che investono in città. E poi penso alla possibilità di far convergere le energie in progetti che coinvolgano anche le università avviando esperienze lavorative per i neolaureati.

Giampiero Infortuna a Bizzozero con il ministro Martina, il candidato sindaco Galimberti e il presidente della provincia Vincenzi

Giampiero Infortuna a Bizzozero con il ministro Martina, il candidato sindaco Galimberti e il presidente della provincia Vincenzi

In una recente analisi di Luca De Biase del Sole24Ore emerge una conclusione secondo la quale il destino delle città sarà sempre meno determinato dalla posizione geografica e sempre più dalle connessioni. Condividi? E a cosa è importante secondo te che la città di Varese si connetta?
Condivido la sua visione. In questi anni non si sono creati ponti ma si sono alzati muri con l’idea che tutto dovesse rimanere qui. La connessione deve esserci su diversi piani. Sicuramente quello dei trasporti: come ci arriviamo noi ad esempio a Malpensa? Da questo punto di vista dovremo interfacciarci subito con la Regione. E poi c’è il capitolo investimenti sul territorio e per fare questo bisogna mettere la testa nei bandi europei, cosa che finora non è stata mai fatta. Occorre poi mettere in connessione le realtà culturali magari realizzando un grande festival dedicato alla cultura. A Varese ci sono diversi rioni e castellane sconnesse tra loro e da riconnettere anche sotto il profilo mussale e penso a Villa Panza. Insomma, occorre immaginare una rete di connessioni geografiche, culturali ed economiche per far sì che emerga una visione unita della città. Varese è vista come città di confine con Como, la Svizzera o Milano ma deve diventare un centro dove poterti fermare e investire.

Per quale motivo ti sei candidato?
Mi candido a seguito del lavoro svolto in questi anni e spinto da tanti giovani. Nel secondo mandato la pressione aumenta ma oggi a Varese manca un vero concetto di rappresentatività. C’è il palazzo e ci sono cittadini che votano e basta. Mi candido perché sono convinto che occorra costruire un rapporto con i cittadini che duri nel tempo. È importante rappresentare le persone e quindi al verbo ‘fare’ usato tantissimo dal nostro candidato sindaco io aggiungo il verbo ‘rappresentare’.

Qual è la tua idea di politica?
Per me politica è progettualità e servizio, un modo di mettersi a disposizione in modo genuino e fresco. In queste elezioni è importante guardare le persone in faccia e dire che si tratta di elezioni locali e quindi più che prestare caso alle tendenze nazionali occorre fare attenzione alla credibilità dei profili. Per questo ogni giorno ho deciso di parlare di un tema diverso e lanciare una nuova proposta.

Giampiero Infortuna nel sito dell'esposizione universale di Milano con l'eurodeputato Brando Benifei

Giampiero Infortuna nel sito dell’esposizione universale di Milano con l’eurodeputato Brando Benifei

Quali sono i tuoi maestri di vita?
Così su due piedi mi vengono in mente Alberto Cadonà, il mio allenatore di atletica da quando avevo 11 anni, per avermi avvicinato a questa disciplina e insegnato ad affrontare qualsiasi sfida col sorriso, facendo sacrifici e rinunce per il raggiungimento di un obiettivo. E l’altra figura è quella di Søren Kierkegaard, un filosofo il cui pensiero mi ha particolarmente appassionato negli anni del liceo e che ancora oggi rileggo con piacere per il contributo storico e culturale che ci ha tramandato anche per la centralità della scelta nel suo pensiero.

Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco?
È tutto bloccato, come si fa a stabilire il primo intervento? Occorre agire su tutto e in particolare rivedere l’intero piano urbano della mobilità cercando di costruire anche dei circuiti ecologici.

Quali sono i tre settori più importanti su cui agire a Varese?
La partecipazione. E gli studenti: non facciamoli andare via ma portiamoli qua coinvolgendo il mondo dell’imprenditoria. E poi il capitolo investimenti da fare con maggiore oculatezza. C’è un margine su un bilancio di più di 100 milioni di euro. Non si può continuare ad attaccare il governo centrale. C’è quindi possibilità di investire ma il punto è come, quanto e su che cosa.

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione e dove invece poteva fare meglio?
Guarda, in questi giorni c’è la questione bilancio e la penultima volta non hanno raggiunto neanche maggioranza. Che dire? La cosa migliore che può fare questa amministrazione sarà andare all’opposizione. Sul resto, possono sempre migliorare in tutto. Spesso questa amministrazione è inconcludente. Sul tema sicurezza mi viene in mente una mia mozione di 500 firme che si fonda su pochi punti fondamentali tra cui l’installazione di telecamere mobili. L’assessore Piatti ha sempre ipotizzato la cosa ma non l’ha mai portata avanti.

Chiudono sempre più attività in città. Cosa faresti per contrastare questa situazione?
Partirei dalla possibilità a livello locale di abbassare le tasse. Le amministrazioni possono muoversi in questo senso. Segnalo poi come buona pratica quella dei microchip all’interno dei sacchi dei rifiuti già applicata in realtà come Malnate: la tassa non è più fissa ma in base a rifiuti prodotti. Creerei poi alcune situazioni di valorizzazione culturale come ad esempio nel comparto stazioni. Una volta al mese si chiudono alcune vie e si danno vita a iniziative culturali creando una vetrina che si affacci a Corso Matteotti per valorizzare l’intero comparto.

Giampiero Infortuna mentre firma a sostegno della candidatura di Davide Galimberti alle primarie del 2015

Giampiero Infortuna mentre firma a sostegno della candidatura di Davide Galimberti alle primarie del 2015

Cosa non vorresti vedere nella tua città?
Politicamente, che non si facciano più battaglie su inutilità ma su temi che meritano una discussione più approfondita. Molto spesso ho visto discussioni che nulla hanno a che fare con la concretezza amministrativa, secondo una tradizione portata dalla Lega. Vorrei che ci fosse attenzione maggiore ai temi concreti. E poi che la città fosse meno spenta e immobile. La voglio più vivibile.

Tra “innovazione” e “tradizione” a cosa daresti più spazio?
All’innovazione. Il futuro non si aspetta ma si costruisce. Certo, dobbiamo guardare al passato con responsabilità. Personalmente sono molto legato alla valorizzazione della storia che deve essere constesualizzata in chiave contemporanea.

Se dico “diritti civili” cosa ti viene in mente?
Che sono totalmente a favore. Il comune di Varese ha una competenza limitata in materia. A livello nazionale il Pd ha avviato questa battaglia e quindi condivido in toto. Ma sono convinto che a livello locale siano altre le priorità su cui focalizzarsi e soprattutto non deve diventare una bandierina politica da sventolare.

 

David Mammano

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