"Gli ultimi 5 anni? Una politica di spending review"
Abbiamo intervistato la candidata di Lega Civica Simona Gori, mamma, amante degli animali e primario del reparto di Oculistica dell’ospedale di Gallarate.
Perché si è candidata? «Ho deciso di candidarmi perché sentivo la necessità di fornire soluzioni concrete ad alcune esigenze che mi sono pervenute dai cittadini di Gallarate nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni, sia dal punto di vista di problematiche sia in termini di progettualità per il futuro, soprattutto con uno sguardo all’avvenire sociale e lavorativo dei giovani».
Da quanti anni vive a Gallarate? «Da 25 anni, sono bustocca di nascita e gallaratese d’adozione. Gallarate è sempre stata sin dall’inizio una città capace di offrire molte opportunità dal punto di vista culturale, artistico, lavorativo e progettuale. Vuoi nel rispetto della storia della città, per esempio le origini dell’ospedale risalgono al 1200, nacque come punto di aiuto per pellegrini e viandanti e fu il cardinale Borromeo a chiamarlo Sant’Antonio Abate. Oggi Gallarate si trova in una posizione strategica e lo è ancor di più dal punto di vista sociale e lavorativo, basti pensare alla vicinanza all’aeroporto di Milano Malpensa, conglomerato urbano ad altissima popolazione. A Gallarate ho trovato una città verde, rispettosa dell’ecologia e dei servizi, una città con molte opportunità anche nell’organizzazione degli eventi sportivi, nello spettacolo, nella razionalizzazione dei servizi e nell’offerta degli stessi, da sempre punto di riferimento non solo per i gallaratesi ma anche per i comuni vicini. Nel corso degli anni, ahimè, le industrie, uno dei capisaldi di Gallarate, hanno pagato lo scotto della modernizzazione del mercato. Tuttavia, recentemente ho assistito, con l’ultimo governo del centrosinistra, e di ciò mi rammarico, a una riduzione dell’entusiasmo nel mettersi in gioco su iniziative che a ogni livello potessero rilanciare l’immagine della città».
Che idea ha della politica? «Credo che, per quanto dobbiamo osservare delle norme nazionali che si basano sulle leggi e sulla costituzione, non possiamo prescindere dal fatto che la politica, dal greco πόλις, debba partire prima di tutto dai cittadini. È necessario quindi che per prima cosa la politica dia ascolto alle richieste dei cittadini, svolgendo il proprio compito di consultazione e di valutazione delle problematiche nel rispetto della libertà dell’individualità di ciascuno, trovando soluzioni condivisibili dalla maggioranza della popolazione».
Quali sono i suoi maestri di vita? «I miei maestri di vita sono state le donne della mia famiglia, che hanno sempre lavorato e che mi hanno insegnato che, per raggiungere determinati obiettivi, occorre avere senso di abnegazione e spirito di dovere, il tutto condito da un comune denominatore formato da etica, rispetto e un pizzico di ambizione».
Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco? «Il sindaco eletto, a mio parere, dovrebbe cominciare sin da subito a lavorare per realizzare i sogni e le proposte di coloro che lo hanno sostenuto, cercando consensi o condivisioni anche in chi non è stato garante della candidatura e che, comunque, può apportare consigli e benefici».
Quali sono i tre settori più importanti su cui agire? «Sicurezza, offerta sanitaria e istruzione, legata anche ai flussi migratori, perché è chiaro che i bambini devono essere integrati nelle classi e gli insegnanti devono essere aiutati a seguire i programmi ministeriali che prevedono alti standard formativi, ma che sempre più spesso vengono in qualche modo frenati nel raggiungimento degli obiettivi dal fatto che non è stata probabilmente ideata una giusta razionalizzazione dell’integrazione delle comunità straniere. Su questo possiamo anche riferirci al fatto che, laddove esiste attualmente una consulta permanente che li riguarda, dovrebbe d’altra parte esistere una consulta permanente dedicata alle famiglie e agli anziani, che rappresentano le colonne portanti della nostra società fondata appunto sulla famiglia. Per quanto riguarda la sanità, l’ospedale di Gallarate è stato scelto come punto di riferimento importante nella costituzione della ASST della Valle Olona, che oltre a Gallarate comprende Saronno, Busto Arsizio, Somma Lombardo e Angera. L’ospedale di Gallarate si è sempre distinto per adeguamento delle tecniche chirurgiche e mediche più all’avanguardia, oltre a vantare figure professionali che da sempre hanno svolto il proprio lavoro con senso di abnegazione e attenzione ai nuovi servizi richiesti. L’invito e le linee guida regionali di Regione Lombardia che richiamano attenzione sull’integrazione col territorio sono state già da tempo motore di alcune scelte strategiche importanti per garantire servizi d’eccellenza. Partendo da questo presupposto, nel rispetto dello storico che ha visto famiglie gallaratesi che hanno sempre avuto a cuore l’ospedale e che hanno dato sostegno economico, dobbiamo aiutare la direzione strategica a eseguire le opportune scelte per garantire un certo servizio. Per quanto riguarda la sicurezza, infine, è un’esigenza di Lega Civica Cittadini di Centro rimettere in sicurezza la città, soprattutto nelle zone di maggior degrado che non coinvolgono solo alcune periferie, ma addirittura il centro. Questo può essere effettuato sia utilizzando al meglio la Polizia Locale, incrementando i controlli sulle zone a rischio e istituendo figure quali i coordinatori di rione che siano garanti della voce dei residenti, verifichino e aiutino l’amministrazione comunale ad apportare risoluzione laddove non c’è».
Qual è la critica maggiore che farebbe a chi ha governato in questi cinque anni? «La critica maggiore è una stata una politica sostanzialmente di spending review, poco affascinante nei confronti dell’iniziativa imprenditoriale da parte dei giovani nuovi imprenditori, tant’è che molte attività, ahimè, sono state limitate e si sono concluse in poco tempo, non sono state sostenute né incentivate. L’offerta di eventi sportivi e di spettacolo ha subito dei tagli, cosa che ha inciso anche sull’entusiasmo dei cittadini. Inoltre, abbiamo assistito a un aumento di zone a rischio che hanno coinvolto tutta la popolazione, tant’è che risulta quasi impossibile prendere un treno».
Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione? «Sicuramente ha proposto un’offerta culturale buona».
Tra innovazione e tradizione a che cosa darebbe più spazio? «Sicuramente a entrambe. Parlando di innovazione mi vengono in mente i giovani e, in particolar modo, il progetto di alternanza scuola lavoro del 2015, che agevola l’entrata nel mondo del lavoro dei ragazzi, con già un’esperienza alle spalle. Mi piacerebbe che questo tipo di progetti fossero valorizzati e che non avessero solo la percezione di puro volontariato; per esempio, attraverso l’assegnazione di borse di studio. Credo nella cultura del lavoro nei giovani e nella possibilità invece per l’anziano del volontariato, in modo tale che ottenga il riconoscimento di un aiuto alla società».
Chiudono sempre più attività in città. Che cosa farebbe per contrastare questa situazione? «Occorre riesaminare gli atti e le azioni sul piano urbanistico per favorire le attività nelle aree strategiche per lo sviluppo della città – come ad esempio il centro –, dando incentivi a chi si immette sul mercato con attività artigianali o commerciali anche attraverso un sistema di detassazione razionalizzata. Il tutto nel rispetto delle leggi nazionali vigenti. Si possono incentivare attraverso finanziamenti i progetti interessanti e che qualifichino la città, puntando per esempio sulla vicinanza a Malpensa e sulla posizione strategica tra Milano e Varese in cui ci troviamo, provvedendo inoltre all’inquadramento dei giovani nel mondo del lavoro senza che questi subiscano delle penalizzazioni economiche eccessive».
Che cosa non vorrebbe vedere nella sua città? «Il degrado, l’indifferenza e l’atteggiamento di sfiducia nei confronti della politica, dalla quale non si può prescindere».
Cosa le dice diritti civili? «L’espressione “diritti civili” mi comunica, innanzitutto, il senso di democrazia, di libertà di pensiero e di parola che derivano in Europa anche dall’illuminismo. Sempre più spesso si sente parlare di diritti civili, ma non bisogna dimenticare che esistono anche dei doveri civili. Diritto civile è ad esempio poter passeggiare con il proprio animale d’affezione per la città avendo a disposizione delle pattumiere con la raccolta differenziata (che è un dovere dell’amministrazione fornire) per avere una città pulita. Diritto civile è per una mamma con carrozzina o per un portatore di handicap poter non essere ostacolato da barriere architettoniche quali marciapiedi in cattivo stato e buche per la strada non riparate. Diritto è anche poter dare la propria voce e la propria idea a chi poi deve legiferare. Il diritto comunque è pur sempre una conquista che va meritata».
«Vorrei concludere dicendo che è tanto l’amore per la mia città che mi rallegro ancora, e spero di farlo in futuro, nel sentire lo scampanio delle campane di Gallarate nei giorni di festa».
Camilla Malacarne – Twitter @CamillaMalacarn
Nuove lenti.
Il ritratto di una Gallarate felix in cui primeggiano cura del verde, molteplice offerta di spetracoli, possibilità di pratiche sportive, …, ordine, pulizia, sicurezza, … proprio non lo vedo.
E questa Malpensa magnificata e così vicina, ma ancora solo ingombrante per inquinanti e consumo di verde e soprattutto interessante per chi viaggia spesso, …
ma siamo sicuri che spettacoli, sport, verde, mare, …
Mare?!
Ma allora parlava dell’ultima gita a Cannes.
E i colleghi in lista che vedo o una Gallarate insicura, brutta e sporca?