"Faremo bene per Varese proseguendo il buon governo di Fontana"
“Non lasciamo Varese alla sinistra che sa fare solo disastri”.
È come un mantra per tutti i leghisti che si sono alternati sul palco in piazza del Garibaldino. Il segretario Marco Pinti ha tessuto le lodi della città e delle amministrazioni degli ultimi dieci anni. Un elogio che si ferma sempre alla giunta Fontana e non va oltre, quasi a non voler ricordare che la città era dovuta passare anche da un commissariamento dopo le dimissioni di Fumagalli.
Il sindaco in carica è stato il primo a prendere la parola e ha elencato le cose realizzate ma soprattutto quelle che verranno inaugurate da «Paolo Orrigoni che sarà il nostro prossimo sindaco. Il teatro, l’accademia di Marchesi, la nuova biblioteca e tanto altro su cui abbiamo lavorato seriamente e che solo i tagli del governo non ci hanno permesso di realizzare».
Il presidente Maroni ha spiegato di aver accettato di fare il capolista «Perché amo la città e tornare sui banchi di palazzo Estense da consigliere comunale come all’inizio è un onore. Stavolta ci tornerò in maggioranza perché il nostro nuovo sindaco sarà Paolo».
Una presentazione calorosa che non ha alleggerito l’emozione dell’imprenditore, ora candidato di tutto il centro destra ma fortemente voluto dalla Lega, che per la prima volta dopo vent’anni non esprime un candidato proveniente dal partito.
«È la prima volta che parlo davanti a una piazza. È un orgoglio per me esser qui e faremo bene per Varese proseguendo il buon governo di Attilio Fontana».
Pinti ha rimarcato come Orrigoni sia sempre stato, anche senza saperlo, un vero leghista. «Lui con la sua azienda ha sfidato i grandi marchi favorendo la relazione con il territorio. Noi lo appoggiamo senza dubbi. Tre punti chiari: prima i nostri, tutela dell’ambiente e attenzione al lavoro».
Tutta la piazza poi aspettava il momento di Matteo Salvini. Il segretario della Lega ha fatto un discorso che lo accompagna in ogni piazza. Un attacco frontale e senza mezzi termini a Renzi e al suo governo.
Tre temi: legge Fornero, immigrazione e tasse. «In Italia non si fanno più figli e qualcuno (chiaro ed esplicito il riferimento a Papa Francesco) ci viene a dire che gli immigrati sono un dono. I giovani non hanno soldi. Iniziamo a non far pagare gli asili nido e riprenderemo a far figli. Basta un miliardo per un simile provvedimento. Basta parole. Nel 2050 la demografia che è una scienza esatta ci dice che avremo una popolazione di sessanta milioni di abitanti: un terzo avrà oltre 65 anni, un terzo sarà stranieri. Vogliamo arrivare a questo senza far niente per contrastarlo?».
Salvini ha poi elogiato la scelta di Orrigoni perché «è uno che fa le cose e crea lavoro. Lo farà anche per Varese. Perché qui vinciamo ancora noi».
La piazza, non più quella di una volta, finito Salvini, si è via via svuotata lasciando Pinti alla presentazione della squadra della Lega, nella quale, oltre al capolista Roberto Maroni, ci saranno gli assessori e i consiglieri comunali uscenti: Fabio Binelli, Sergio Ghiringhelli, Carlo Piatti e Maria Ida Piazza, Gladiseo Zagatto e Roberto Parravicini.
I candidati confermati saranno affiancati da tanti candidati alla prima prova elettorale varesina come la campionessa olimpica Viola Valli, Cristiano Angioy, Marzia Baratti, Giacomo Cabianca, Sara Andrea Abbiati, Fabrizio Anesa, Gianmatteo Ferrari, Giorgio Fieramonti, Claudia Antonetti, Rosita Caielli, Orietta Chiaravalli, Miriam Lamparelli, Alfonsa Manzardo, Rudy Durante.
Ritornano in campo anche Max Ferrari, ex direttore di Telepadania e autore di inchieste nelle periferie francesi a prevalenza mussulmana già nel 2004, Silvia Marano, Fabrizio Nova, ex presidente della circoscrizione di Masnago, gli imprenditori Enrico Crugnola e Enzo Segafredo, “mister gazebo” Livio De Paola, la “pasionaria” Cristina Algisi, i “veterani” Pietro Reina, Angelo Malnati e la professoressa Alessandra Bortolon.
Tutti coordinati dal segretario della sezione varesina Marco Pinti, anche lui candidato in consiglio, che sottolinea l’importanza di una lista: «forte nei nomi e nei contenuti, fatta di leghisti al 100%, che sapranno supportare il nostro candidato Paolo Orrigoni in questa bellissima nuova stagione».
La reazione – leggi anche: Galimberti e Alfieri: “Maroni e Salvini fanno i padroni di Varese”
Non c’è più nessuno che abbia davvero le palle e ami una città per fare il sindaco.Orrigoni e tutti gli altri candidati non faranno altro che proseguire il “non lavoro” degli altri,non perché siano di destra o sinistra o centro,ma solo perché ormai si fa politica solo per far parte di un ceto sociale.Varese ora è abbandonata a se stessa,basta farsi un giro e guardarsi intorno,osservare le piccole cose,i particolari,solo questo basta per capirlo,quando vedi arbusti di un metro che crescono sui marciapiedi del centro vuol dire che a nessuno interessa la città che tanto dicono di amare in campagna elettorale…voi fareste uscire vostro figlio la faccia sporca? Fare il sindaco è ben altro che frequentare il jet set,l’ultimo vero e forse unico sindaco d’italia è stato Gentilini a Treviso,io frequentavo la città in quel periodo e ricordo che dopo 5 anni del suo governo sembrava Zurigo,piste ciclabili,pulizia,opere pubbliche,ordine,legalità,ora che se ne è andato è tornato tutto come prima.