Salvini infiamma la piazza. "Guenzani? Uno sfigato"
«Guenzani non lo conosco, ma da come me l’avete raccontato mi sembra uno sfigato». Il sarcastico Matteo Salvini infiamma la piazza leghista, nel comizio conclusivo della campagna elettorale del centrodestra.
Circa trecento le persone presenti in piazza: i leghisti (a partire dai Giovani Padani) fanno il grosso, poi c’è un bel nucleo con le bandiere di Forza Italia, i coordinatori e i militanti delle altre liste, molti curiosi (tra cui anche diversi stranieri, silenziosi in fondo alla piazza) per vedere «l’altro Matteo».
Parlano i coordinatori delle varie liste, Moreno Carù di Forza Italia attacca su una campagna del centrosinistra tutta per giustificarsi, il giovane segretario della Lega Andrea Zibetti parla di «uno scontro generazionale»: «Guenzani è entrato in consiglio comunale nel 1975: Salvini aveva due anni, Guenzani già si preparava a cementificare tutta la città».
Poi arrivano i colonnelli leghisti, chè la serata è tutta marchiata con il sole delle Alpi: il segretario provinciale Matteo Bianchi dice che «Cassani non sarà il primo, ma l’ultimo cittadino» (nel senso di umiltà, pare di capire) e si scaglia contro i naturalizzati, «750mila nuovi italiani che non sanno parlare l’italiano, che sono per lo più musulmani, che vogliono l’infibulazione e la poligamia».
Giancarlo Giorgetti dice che è la volta buona: «A Gallarate ne abbiamo provate tutte, ora abbiamo superato qualche problema del passato, domenica avremo un giovane sindaco».
Cassani attacca il centrosinistra nel suo complesso: «Hanno passato il tempo di cinque anni a dire che la colpa è di chi ha governato prima. Questo è il Pd, che almeno si fa sentire. Mentre Sel è scomparsa, la cercano con Chi l’ha visto: l’assessore Cinzia Colombo si legava agli alberi, con l’evoluzione della specie si è legata alla Cadrega di legno». E poi prende in giro Guenzani: «In cinque anni hanno solo dormito e dato la colpa a chi li ha preceduti. Non fate troppo rumore… in piazza Libertà ci sarà Guenzani abbioccato come suo solito». E ancora, una menzione per un assessore: «Lunga vita a Protasoni, ogni volta che scrive su FB guadagna 10 voti il centrodestra».
Alla fine arriva Salvini, con un discorso che guarda molto al livello nazionale, inserisce Gallarate come una tessera della grande battaglia contro Renzi e contro la globalizzazione mondialista «che ci vuole tutti schiavi». Chiama a raccolta i suoi: «Chi non vota per il cambiamento non rompa le palle, con i sensi unici, con le scuole fatiscenti e tutto il resto». Fino a concludere con la battuta su Guenzani «sfigato».
6 liste e solo 300 persone in piazza?
Ogni candidato e il rispettivo partner o parente?
Eppoi gli sfigati sono gli altri.
Ma va lá!