Mascheroni: "Cairate deve puntare di più sui suoi cittadini"
Fabio Mascheroni, 31 anni, insegnante di religione, è consigliere comunale uscente ed è il candidato sindaco della lista Civca Cairate. «Sono cresciuto in ambiente oratoriano e più generalmente parrocchiale – spiega raccontando di sé -. Sono appassionato di teatro e amo leggere. Negli ultimi cinque anni ho fatto parte della commissione per il diritto allo studio come rappresentante delle minoranze, dando il mio contributo con proposte e osservazioni per il bene dei nostri bambini. Attualmente sono consigliere comunale e capogruppo consiliare per la lista Scegliamo il futuro, lista civica alla quale nelle scorse amministrative una grande fetta dei votanti ha dato fiducia».
Come è cambiato il paese negli ultimi anni?
«A noi interessa il paese in quanto è casa delle persone che ci vivono, per cui mi chiedo come sia cambiata la vita dei nostri concittadini in questi anni. Viviamo in un mondo frenetico e di certo la situazione economica non è stata facile. Purtroppo devo dire che a livello di vita concreta delle persone, Cairate non è cambiato molto rispetto a quanto si sarebbe potuto attuare: i servizi non sono stati al passo con le esigenze dei cittadini e non ne capisco il motivo, visto che alcune istanze sono note e sono oggetto di proclami da anni. Si sarà puntato su altro, ma nella quotidianità le domande delle persone rimangono irrisolte. A livello locale, neanche il tanto atteso avvento dell’Expo è riuscito a dare una scossa reale».
L’ex Cartiera è una risorsa per il paese? Quale futuro per quest’area?
«Indubbiamente l’ex-cartiera può e dovrà essere una risorsa, ma bisogna fare un discorso onesto e trasparente con i cittadini. Qualunque Cairatese sa che quell’area non è illibata e che bonificarla realmente richiederebbe un costo enorme che il solo comune di Cairate (che oltretutto non è proprietario!) non può sostenere. Come sa che sulla valle sono decine di anni che si fanno promesse rimaste irrealizzate. È necessario che si dica esattamente ai cittadini a che punto siamo, che si cerchino finanziamenti e fondi in grado di sostenere l’opera e soprattutto che la bonifica venga effettuata senza scorciatoie burocratiche: se è area verde, va bonificata come area verde. A riguardo dell’area della valle più in generale, crediamo sia inoltre indispensabile e urgente affrontare in modo serio il problema degli odori che da troppi anni affliggono gli abitanti di Cairate».
Quale vocazione ha oggi Cairate e su cosa deve puntare?
«Crediamo davvero che ciò su cui Cairate debba puntare siano i suoi abitanti: sono le persone la forza di questo paese. Sembrerà banale ma non lo è affatto. La quantità e la qualità delle associazioni presenti, delle persone che fanno volontariato, dello stesso tessuto sociale in cui ci si conosce, è una ricchezza e va valorizzata. Le stesse opere hanno senso perché ci sono cittadini così a viverle e animarle. Per questo è necessario mettere ogni sforzo nel coinvolgimento dei cittadini per sostenere il settore sociale del paese, in un’ottica che tenga conto da un lato dell’unione di servizi verso cui è sempre più inevitabile muoversi, dall’altro della volontà di intercettare la concretezza dei bisogni».
Qual è il pilastro su cui si basa il programma?
«Il pilastro del nostro programma è conseguente al punto di forza del paese, è una impostazione di fondo: progetti concreti e sostenibili che andranno a migliorare il vissuto quotidiano dei cittadini (fiscalità, sostegno agli anziani, centro medico unico, orti urbani, controllo del vicinato, viabilità, servizi a Bolladello e Peveranza…). Anche per quanto riguarda le grandi opere l’impostazione è la medesima: desideriamo condividerle con i cittadini, soprattutto per la scuola abbiamo intenzione di chiedere ai cittadini cosa ne pensino tramite lo strumento del referendum. È giusto che i cittadini siano consultati per scelte così importanti riguardanti la realtà in cui vivono, sia dal punto di vista economico sia da quello urbanistico».
Cairate si estende su un territorio molto vasto con tre frazioni che sono di fatto tre piccoli paesi. Come migliorare l’unità tra queste realtà?
«Si tratta, anzitutto, di prestare attenzione alle tre realtà: un cittadino che si sente trascurato non vive bene la propria comunità e non si può dargli torto. Poi bisogna puntare su quegli eventi e quelle caratteristiche locali che possono diventare un punto di aggregazione e un momento sentito con orgoglio dai cittadini di tutto il comune. È un percorso lungo, ma non partiamo da zero:
la scuola svolge da anni un grande lavoro in questa direzione, facendo incontrare i nostri ragazzi in un’età in cui questo incontro è proficuo; la ciclabile, simbolicamente ma non solo, ha unito le domeniche pomeriggio di molti cittadini che abitano in località differenti; le feste patronali sono ormai un ritrovo fisso e anche le parrocchie da quasi vent’anni lavorano in questa direzione.
Un appello ai cittadini?
«Andate a votare. Costruite il futuro del nostro comune, non lasciate che siano gli altri a decidere. Leggete i programmi, guardate le persone della lista che si impegnano e valutate cosa sia più importante per il bene del paese e per la vita di noi tutti, concittadini. Da parte nostra chiediamo la fiducia per tornare a mettere al centro le persone e tornare a vivere in una comunità a misura di cittadino».