Mirella Cerini (Partecipiamo): "Ridiamo dignità a Castellanza"
Incontriamo Mirella Cerini, candidata sindaco con la lista Partecipiamo, davanti alla vecchia stazione di Castellanza, luogo da lei scelto come luogo simbolico della città da cambiare.
Da architetto che lavora per il Comune di Milano alla valorizzazione sociale degli spazi, non teme di fare proposte ardite sull’urbanistica.
«Immagino la stazione vecchia recuperata e un grande parco tra i palazzi di via Pomini e l’ex-Montedison, immagino un grande piano per il recupero di questi edifici abbandonati sia pubblici che privati. Questa rinascita deve passare da una partnership pubblico privato o da interventi cooperativistici. Vogliamo portare avanti un’azione particolarmente incisiva che vada a riqualificare i punti di accesso a Castellanza e all’interno della città per ridarle dignità dopo anni di abbandono. Sappiamo che a breve dovranno partire gli interventi di recupero delle case in corso Matteotti, lo speriamo vivamente. Se toccherà a noi governare porteremo avanti politiche premianti che incentivino l’intervento edilizio per coloro che vorranno sposare l’interesse pubblico».
E per quanto riguarda gli spazi pubblici da riqualificare, come la vecchia stazione?
«La stazione vecchia di Castellanza sarebbe uno di quegli spazi da valorizzare tramite un bando, prendendo ad esempio quanto si è fatto in questi anni a Milano».
Ma Castellanza ha anche una nuova stazione che rischia di essere una cattedrale nel deserto.
«Lì serve un ragionamento sovracomunale che punti a riallacciare un rapporto con Busto per trasformare quella landa deserta e renderla vivibile a partire dai sottopassi che collegano con Busto. Va ripensato anche l’utilizzo degli spazi di quella stazione ma è chiaro che prima è necessario aprire i cassetti e capire cosa è andato storto nel dialogo tra amministrazione comunale e Ferrovienord sulla ormai annosa questione della convenzione».
Partecipazione è la parola che più spesso avete usato in questa campagna elettorale, a partire dal nome della vostra lista. Come avete fatto partecipare i cittadini alla stesura del vostro programma e quanti hanno effettivamente partecipato?
«Ci hanno mandato qualche centinaio di suggerimenti tra lettere, risposte ai questionari, incontri con i cittadini e con le associazioni. Il 27 maggio abbiamo fatto un primo incontro di restituzione di questo lavoro di ascolto e i presenti hanno votato le priorità per la città: è emersa una richiesta forte di maggiore pulizia della città e attenzione alla piccola manutenzione, cura e decoro per marciapiedi, strade e aree verdi e sicurezza. Creeremo una delega consiliare per un consigliere che raccolga queste segnalazioni e un’altra per le periferie. Cercheremo dei referenti di quartiere che facciano da tramite e istituiremo tavoli periodici con associazioni e referenti di quartiere. Dopo il 5 giugno il programma resterà aperto e si tarerà sulle esigenze delle persone. Infine confermo che destineremo quote di bilancio partecipato con i cittadini per alcuni progetti».
Imprese e lavoro, se ne è parlato molto ed è uno dei temi più sentiti dai cittadini. Come intendete intervenire in questo ambito?
«Vogliamo riagganciare i contatti con le università e le scuole superiori. Bisogna guardare al futuro e trovare strategie che portino a Castellanza innovazione e posti di lavoro. Non sono azioni che possiamo portare avanti da soli come amministrazione. Attirare attività con basso impatto ambientale e urbanistico dovrà essere la nostra bussola partendo dal recupero di aree industriali attualmente dismesse e mettendole a disposizione di queste nuove imprese».
Sociale: famiglie, anziani, giovani, disabili. Le fasce deboli chiedono ascolto. Quali sono le vostre priorità?
«Castellanza ha problemi di strutture e sostegno materiale e i soldi sono sempre meno. E’ necessario accedere a bandi per portare risorse utili a far fronte alle richieste che arrivano da queste realtà. Aiutare famiglie su cui grava il peso di aiutare anziani e disabili: pensiamo a giornate di sollievo e aiuto a queste realtà familiari. In questo dobbiamo coinvolgere realtà associative che si occupano di questo.Chiederemo anche agli anziani in buono stato di salute che hanno voglia di mettersi in gioco facendoli diventare i nonni civici che possono aiutarci a sviluppare il progetto del pedibus. Ai giovani vogliamo dare loro spazi e momenti di formazione per riempire vuoti che spesso sono causa di disagio minorile. Per le giovani coppie abbiamo in mente un progetto di housing sociale per loro. Per i disabili creeremo percorsi formativi che diano strumenti per farli stare in società e non isolati ad esempio attraverso cooperative che li facciano lavorare».
nei progetti a corredo della nuova stazione, c’era l’impegno a mantenere un collegamento con il centro cittadino tramite una sorta di tram di collegamento tra la stazione vecchia e la nuova.
era nei progetti con le ferrovie, ma non è stato realizzato.
la questione è da pretendere!