I giardini di piazza Risorgimento, vero intervento sulla sicurezza
«Piazza Risorgimento è la risposta concreta al degrado», così il Partito Democratico commenta la nuova area verde della piazza, realizzata grazie al grande impegno dell’assessore all’urbanistica Giovanni Pignataro e grazie ai 60 mila euro di assessori e consiglieri comunali che per cinque anni hanno rinunciato a parte del loro compenso. «L’intervento fa parte dell’idea di città partecipata fortemente voluta dal centrosinistra. L’assessore Pignataro ha ascoltato il 30 ottobre le necessità, in tempi non sospetti e lontani dalla campagna elettorale, durante un’assemblea in sala Impero, cittadini e commercianti. Poi ci sono stati i tempi tecnici per dare l’appalto».
«Piazza Risorgimento può far parte di quegli esempi citati venerdì 20 maggio dall’onorevole Emanuele Fiano al negozio PD, quando ha ricordato che esiste un sentimento di insicurezza nella gente comune poiché “solo il 20% sa e denuncia di avere subito un reato, ma più del 65% si sente insicura non 24/24 h, ma in determinati orari e zone: di sera, in una strada poco illuminata, una donna che cammina sola, una piazza isolata”. Fiano, però, ha anche fatto un’analisi lucida: esistono partiti che conoscono il problema e cercano di risolverlo, con i mezzi e i tempi a disposizione, come il Pd, e partiti che lo cavalcano per guadagnare voti».
«L’intervento di Piazza Risorgimento vuole soprattutto offrire uno spazio da vivere per le famiglie e anche per i disabili. Spiega l’assessore Pignataro: “Abbiamo voluto creare uno spazio verde, un luogo di socialità che ripara la funzione di aiuola di svincolo autostradale, come è diventata la piazza grazie al centrodestra“. Ecco la vera risposta al degrado: far rivivere alcune aree che per vari motivi, come per esempio cambi di viabilità, non sono più frequentate. A Cassani che sbandiera il lavoro della Lega rispondono i dati. Chi ha tagliato 4 miliardi a sicurezza, soccorso pubblico e difesa è stato proprio il centrodestra di Berlusconi e Tremonti, e Maroni allora era Ministro degli Interni. Questo si traduce in meno personale in giro per le strade».
«Sarebbe bello se Cassani, che vanta questo filo diretto con Regione Lombardia, fatta sfilare in città, proponesse di accantonare un fondo solidarietà anche agli assessori regionali. Qui a Gallarate assessori e consiglieri per 5 anni hanno dato il 10% degli emolumenti e dei gettoni di presenza per un fondo emergenze sociali, di cui una parte sono usati per Piazza Risorgimento; ben altro fondo di solidarietà si avrebbe a disposizione dei cittadini con il 10% degli stipendi degli assessori regionali. Ma forse – conclude la segreteria del Pd – qualche assessore leghista al Pirellone è troppo preso ad accantonare fondi (neri) nel freezer di casa sua».
Li paghiamo comunque troppo. Questa è la morale.
E se utilizzassimo un sistema per cui si pagassero anche loro a seconda dell’impegno, della dedizione e del risultato?
Che tradotto significa della produttività, della disponibilità allo straordinario e del raggiungimento degli obiettivi.
O alcuni timbrano il cartellino e altri bellamente se ne vanno in giro a stringere mani e a parlare senza dare conto di un minimo di operato?