Salvini: “Datemi una maglietta che mi brebbizzo”
Matteo Salvini è arrivato a Brebbia (Varese) puntuale e senza felpe, ma appena è sceso dall’auto blu ha riparato alla dimenticanza. E così al primo militante che gli è andato incontro con maglietta bianca e scritta “Brebbia” in evidenza, ha chiesto: «Danne una anche a me che mi brebbizzo».
Ad aspettarlo nella piazza principale del paese c’erano circa duecento persone (fonte carabinieri), il segretario provinciale della Lega Nord, Matteo Bianchi, i sindaci di Cittiglio, Cadrezzate e Leggiuno, due cantanti ispirati da Sting e una serie di gazebo dove i militanti hanno trovato un po’ di refrigerio dalla canicola decisamente estiva. Molti avevano con sé il libro del segretario del Carroccio pronti a strappargli una dedica e un autografo.
Salvini, nonostante abbia intitolato la sua opera “Secondo Matteo“, è stato poco evangelico, non ha porto l’altra guancia e non appena è finita la la presentazione della squadra del candidato sindaco Alessandro Magni della lista “Eccoci per Brebbia” (Lega Nord, Fratelli d’Italia e Impegno civico), ha attaccato a testa bassa il governo Renzi, dopo però aver manifestato la sua solidarietà al giovane militante Alessandro Porrini che nei giorni scorsi ha visto scoppiare una bomba carta sotto casa.
«Renzi non passerà mai da Brebbia – ha detto il leghista – e se avranno ragione quelli come lui l’Italia non cambierà mai. Prima di accogliere 122mila immigrati, di cui solo il 10 per cento sono profughi di guerra, bisogna pensare alla nostra gente, ai nostri confini, alla nostra agricoltura, ai nostri commercianti. Via gli studi di settore e se qualcuno ti entra in casa è sempre legittima difesa».
In tema di fisco il segretario della Lega ha una proposta: «Di quei 500 miliardi di euro che deve incassare lo Stato si accontenti del 10% in modo che le persone possano ripartire e tornare a vivere, visto che per tutti questi anni è stato un socio occulto dei cittadini. La gente non ce la fa, l’ho visto con i miei occhi al mercato di via Osoppo a Milano, nonne con i nipotini che rovistavano nelle cassette dei rifiuti».
Come non si è dimenticato di ricordare il problema demografico contestando la Presidente delle Camera dei deputati: «Altro che 300 mila immigrati in più per compensare la mancanza di nascite, come dice la Boldrini. Gli italiani non fanno figli perché qui lo Stato ti chiede dai 400 ai 500 euro al mese per asilo nido. In Francia invece i primi due anni sono gratis».
Matteo Salvini, si sa, è un grande tifoso del Milan e non lo ha nascosto nemmeno a Brebbia: «Per favore non fatemi fare il comizio con la bandiera della Juve davanti agli occhi».