“La nostra coalizione cresce. Al ballottaggio si riparte da zero”
Lo svantaggio rispetto Cassani è ampio, ma «abbiamo aumentato i consensi rispetto al 2011» e al secondo turno «tutti ripartono da zero». Edoardo Guenzani è pronto alle due settimane di campagna verso il ballottaggio del 19 giugno. Domenica notte ha seguito lo spoglio fino alle cinque del mattino, fino a quando – dai dati che arrivavano alla sede centrale della coalizione di centrosinistra – è emerso da un lato lo scarto con Cassani, dall’altro la possibilità di giocarsi tutto al ballottaggio. «Ci confronteremo con gli altri candidati del primo turno» anticipava Guenzani poco prima dell’alba di lunedì. E la fase delle consultazioni – a destra e a sinistra – è già incominciata.
Lunedì Guenzani ha lavorato, martedì mattina si è presentato da sindaco a Malpensa, ad un incontro con Sea e FNM sulla presentazione del progetto della nuova ferrovia Gallarate-T2 (il sindaco in carica ha incrociato anche Cassani). L’analisi del voto è ormai acquisita: «Parto dalla constatazione di una percentuale di consensi a mio favore che è differente e inferiore a quella del mio avversario. Una differenza che si riduce quando si riduce quando si guarda solo ai voti solo per il candidato sindaco, in cui i consensi a mio favore sono di poco inferiori a quelli per Cassani», dice Guenzani.
Quanto al risultato secco nella scelta per il sindaco, Guenzani rivendica comunque la percentuali di voti a suo favore, paragonandoli al primo turno del 2011: «Il consenso è aumentato in cinque anni di governo, e non è scontato. Perché a chi governa vengono imputati tutta una serie di problemi reali, che sono sentiti ma che riguardano tutte le città e le realtà locali. Penso alla sicurezza e alla tranquillità di cittadini, un tema che emerge in diverse realtà: è un problema analogo presente in tutte le città ma va carico di chi governa, lo si vede anche in altre realtà vicine».
Guenzani riparte anche dal sostegno di Pd, lista civica e Sel e dai risultati delle due coalizioni. «Rispetto a cinque anni fa, anche i singoli partiti hanno aumentato il consenso con parecchi. L’insieme dei partiti della coalizione che sostiene Cassani ha invece perso 6500 voti». Nel centrosinistra il passo in avanti riguarda soprattutto Pd e lista civica Città è Vita, mentre nel centrodestra l’arretramento più evidente è quello della Lega (più difficile fare i conti sul passaggio da PdL a Forza Italia qui trovate un’analisi delle percentuali delle diverse liste, mentre i dati sui numeri si vedono dai risultati 2011 e 2015).
E ora? «Il ballottaggio non parte perso, ma si riparte da zero» dice Guenzani. Che usa la stessa immagine (lo 0-0) usata anche da Cassani: «Entrambi i candidati ripartono da zero, non si portano dietro il risultato del primo turno, in cui – è convinto il sindaco uscente – è forte consenso sui partiti più che sulle persone. Sarà determinante anche il numero delle persone che al primo turno hanno scelto di stare a casa».
Da dove si riparte? «Stiamo cercando di verificare possibilità di accordi con sulla base di programmi di liste che non sono arrivate al ballottaggio, ma che possono avere più assonanza in termini di programmi, su cui si discute. Mi riferisco in particolare ai gruppi di Borgo e Longobardi, ma anche alla lista di Osvaldo Bossi, che pure parte da basi ideologiche molto precise. Riconosco comunque anche il risultato di Romano e Sparacia: chi vuole impegnarsi ad amministrare una città e ha provato a spiegarlo agli elettori ha tutto il mio rispetto»
Si parla di programmi, ma ad esempio Rocco Longobardi ha messo sul tavolo della discussione – in modo molto trasparente – anche l’ipotesi di un riconoscimento in giunta da parte della coalizione che chiederà il suo sostegno… «Se una lista ha un programma preciso e delle idee, credo sia più che legittimo e corretto chiedere anche la possibilità di cercare di realizzarle, anche condividendo la responsabilità di amministrare». Insomma: non posti, ma tutela delle idee? «Proprio così, non assessorato per l’assessorato, ma un garanzia di poter portare avanti le proprie idee per la città».
Roberto Morandi
Pensare di portare avanti le proprie idee in modo disgiunto dal resto degli ambiti istituzionali è un pò troppo velleitario … o no?!
La cadrega è pur sempre la cadrega.
Plauso a un passo avanti, invece, nell’aprirsi ai cintributi delle società civile e ad altri soggetti politici, mediando posizioni e programmi e non nello starsene chiusi in gruppo per corse solitarie.
Ora cronoscalate.