Pariani(BaS):"I cittadini meritano un'amministrazione adeguata alle loro necessità"
Fabio Angelo Pariani, coordinatore del circolo SEL cittadino,è capolista di Busto a Sinistra, la lista che sostiene la candidatura a sindaco di Alberto Rossi alle amministrative del prossimo 5 giugno.
Pariani è nato a Busto Arsizio, ha frequentato il Liceo Scientifico A. Tosi, si è laureato in Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Milano e oggi è impiegato tecnico per una società privata del settore metalmeccanico. Nel tempo libero “mi dedico principalmente al volontariato politico, pratico abitualmente attività fisica in palestra, viaggio quando posso, leggo e mi relaziono con gli amici”.
Perché si è candidato?
La politica è una forma di volontariato che necessità di una maggior partecipazione da parte dei cittadini. Il processo in atto, volto alla ricerca spasmodica della cosiddetta governabilità, restringe sempre di più gli spazi di democrazia consegnando, attraverso il processo della delega, le gestione della “cosa pubblica” nelle mani di una sempre più ristretta cerchia di decisori.
Ritengo che proprio in virtù di questo, ogni cittadino sia chiamato ad un maggior controllo dell’operato della classe amministratrice, sia ad un maggior coinvolgimento nel processo decisionale che governa la propria vita.
Io ho offerto la mia candidatura per poter dare rappresentanza e voce alle persone che si riconoscono in un ambito politico/culturale di sinistra e che sono sensibili verso i temi della giustizia, dell’ uguaglianza e della solidarietà verso le fasce sociali meno fortunate che la crisi economica sta spingendo nel baratro della povertà economica, ma anche sociale e culturale.
Che idea ha della politica?
La politica è importante perché è lo strumento con cui noi tutti, attraverso le varie forme partecipative che adottiamo, decidiamo quale sarà il nostro stile di vita.
A volte la partecipazione può anche risultare noiosa, ma non possiamo farne a meno, non basta seguire i dibattiti televisivi, occorre partecipare anche ai piccoli processi che governano la nostra comunità. Anche qui a Busto c’è un deficit di partecipazione democratica da parte della cittadinanza.
Non serve a nulla arrabbiarsi per gli scandali che quotidianamente ci vengono evidenziati dagli organi di stampa, quando poi le persone oneste non esercitano forme di vigilanza e di pungolo verso la classe politica locale, lasciando così spazio ad eventuali personaggi interessati non tanto al bene comune quanto al proprio.
Quali sono i suoi maestri di vita?
Senza dubbio sono i miei genitori, ma anche la mia formazione scolastica. Mi hanno trasmesso dei valori, di cui alcuni tipici della nostra comunità, l’impegno sia nel sociale che nell’attività lavorativa, ma anche l’attenzione alla famiglia ed alla comunità, ad essere onesto e rispettoso delle regole comuni.
Dal punto di vista dell’impegno politico, dei valori etici e democratici di fondo le personalità in cui trovo maggior ispirazione sono Berlinguer, Pertini ma anche Don Gallo, esempi indiscussi di moralità, eticità e dedizione verso il prossimo.
Quale è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco?
I problemi di Busto sono moltissimi e tutti importanti, tuttavia BaS vuole mettere in evidenza già dai primi giorni di governo la sua diversità rispetto a questo ventennio di centrodestra.
Per questo è necessario dare dei segnali forti alla città. Ritengo che uno dei più importanti sia la salute pubblica che va garantita riducendo il carico inquinante della città per cui durante i primi cento giorni daremo impulso al processo di trasformazione di ACCAM da società volta alla termovalorizzazione a società volta alla valorizzazione del rifiuto urbano in tutte le sue forme, avendo ben presente la necessità di salvaguardare i bilanci di tutti i comuni partecipanti al consorzio.
Quali sono i tre settori più importanti su cui agire?
I settori su cui concentreremo le nostre attenzioni sono:
Il sociale rendendo almeno disponibili gli immobili comunali attualmente inutilizzabili per dare un minimo di sollievo abitativo, ma anche incrementando l’offerta degli asili pubblici. E’ inutile lamentarsi che le coppie non mettono al mondo figli quando queste non hanno certezze sul loro futuro e contemporaneamente scarseggiano servizi come asili nido e scuole materne a prezzi abbordabili per le tasche delle famiglie flessibilizzate;
Il lavoro in tutte le sue forme e sfaccettature facendoci promotori di un confronto con le parti sociali e mettendo a disposizione i servizi necessari a rendere più attrattiva l’area industriale, ma anche individuando delle politiche contro la disoccupazione giovanile (es. fondi di garanzia e crowdfunding);
La cultura ed il tempo libero, offrendo spazi diffusi, occasioni per confronti tra culture differenti, laboratori per l’elaborazione artistica con spazi concessi, non sulla base della vicinanza politica, ma basati su una specifica regolamentazione. La parte retrostante del Museo del Tessile era stata ritenuta adatta per realizzare un centro per giovani ed anziani, ma non si è fatto nulla. Il salone viene utilizzato solo qualche volta per feste private, soprattutto in estate. Busto oggi non offre alcuna struttura che funga da centro di aggregazione giovanile.
Quale è la critica maggiore che farebbe a chi ha governato in questi 5 anni?
Il non aver avuto una visione della città che vada al di là del proprio mandato elettorale, l’aver voluto governare un ambito ristretto, appiattendosi sugli interessi spiccioli del privato.
Emblematica è a questo riguardo la vicenda di Piazza Vittorio Emanuele.
L’ amministrazione di centrodestra ha prima ritenuto strategico, per la valorizzazione del centro storico, il parcheggio sotterraneo nella piazza tanto che, nonostante un referendum, ha spostato il monumento. In seguito, visto che il privato non ha ritenuto opportuna tale infrastruttura, ha eliminato l’intervento nel giro di una seduta di consiglio comunale.
E’ mancata una seria politica volta a favorire la partecipazione dei cittadini. Le poche occasioni di confronto sono state piuttosto trasformate in comunicazioni unidirezionali degli organi amministrativi verso i cittadini.
I rioni sono stati abbandonati a loro stessi rinnegando promesse fatte in passato (es. il sottopasso di S. Anna, il sovrappasso sulla S.S. del Sempione, il centro ricreativo, sportivo e culturale di Beata Giuliana).
Il Palaghiaccio e la Caserma dei Carabinieri sono stati abbandonati così come la Cascina Burattana e la struttura di Piazza De Gasperi-Via Mazzini (che doveva servire alle associazioni) e tutto il centro storico Via Montebello-Via S. Michele è lasciato alla sporcizia ed ai topi,come anche il “Conventino” di Via Matteotti.
Il Sindaco Farioli, massimo responsabile della salute dei cittadini, durante il suo mandato ha mostrato un certo disinteresse verso le strutture sanitarie pubbliche della città.
I cittadini sono spesso costretti a liste di attesa chilometriche per ricevere le prestazioni più elementari, il pronto soccorso sopperisce con difficolta e disagio alle carenze del sistema sanitario lombardo, soprattutto durante le ore notturne e festive.
La risposta ai bisogni di salute e sanità della popolazione non può essere il ridimensionamento progressivo dei posti letto, come prospettato dall’ipotesi del nuovo Ospedale unico in comune con Gallarate.
Questa proposta risponde piuttosto ad una logica di ulteriore depauperamento delle poche aree verdi presenti sul territorio ed ad uno spreco di risorse pubbliche.
Anche da un punto di vista degli interventi sul piano culturale la giunta non ha brillato: manca un cinema – teatro adatto alla grande musica per acustica-strutture e attrezzature.
La proposta della sinistra di trasformare P.zza Vittorio Emanuele- Biblioteca e zona limitrofa in un grande polo culturale è stata respinta dal centrodestra.
Palazzo Bandera, sede di mostre di pittura, ha chiuso i battenti evidentemente anche per il disinteresse dell’ amministrazione.
Quale è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione?
Da un punto di vista di un membro dell’opposizione non ne individuo nessuna di eclatante e degna di menzione, mi rammento piuttosto una serie di incompiute (Borri, Palaghiaccio, Passerelle ciclo-pedonali 5 ponti, Interscambio ferro gomme Sacconago, ecc…), per le quali sono state spese ingenti risorse negli anni che probabilmente superano i 50 milioni di euro.
Queste risorse potevano essere destinate a dare sollievo alle persone in situazioni difficoltà, alla Caritas e alle parrocchie che conoscono bene quante persone, uomini, donne, bambini ed anziani, anche di Busto, necessitano aiuti materiali primari per sopravvivere.
Tra innovazione e tradizione a cosa darebbe più spazio?
Il mondo è in continuo divenire, i processi delle nostre società sono sempre più rapidi e veloci, per cui chi non sta al passo con i mutamenti diventa obsoleto e non competitivo.
Ritengo pertanto che l’innovazione sia la chiave più incisiva per migliorare la nostra esistenza.
Anche l’ente locale non sfugge a questa regola, i cittadini devono avere a disposizione servizi sempre più adeguati alle loro necessità, in un ottica in cui il pubblico deve strutturarsi per semplificare rendere meno onerose le incombenze richieste.
Il progresso tecnologico permette di raggiungere questi obbiettivi a costi accessibili alle sempre più scarse risorse finanziarie comunali.
Chiudono sempre più attività in città. Cosa farebbe per contrastare questa situazione?
Busto deve essere attrattiva rispetto a una molteplicità di situazioni. La chiave di tutto è fondamentalmente basata su tre fattori:l’innovazione, la formazione e l’accesso al credito.
L’ ente locale deve essere il promotore della messa in rete delle risorse che il territorio ha e in questo caso penso alle scuole ed all’università, alle associazioni di categoria, ai servizi finanziari.
Il comune potrebbe mettere a disposizione strutture, servizi, e anche favorire l’accesso al credito per start-up, favorendo la nascita di un fondo di venture capital/crowdfunding per favorire l’occupazione giovanile più propensa ad avviare imprese in campi innovativi.
Cosa non vorrebbe vedere nella sua città?
Non vorrei vedere l’indifferenza verso il più debole, il malato, il diverso, l’anziano, l’immigrato. Vorrei invece che la nostra società sia più inclusiva e più solidale.
Tutti noi abbiamo diritto di sentirci meno soli, con un minimo di rete sociale a nostra protezione. Io penso che a questa rete debba partecipare ed essere l’attore principale l’ente locale.
Non si deve abbandonare il sociale semplicemente alle organizzazioni di volontariato, con la scusa che le risorse sono scarse, quando è chiaramente sotto l’occhio di tutti i cittadini che sono state sprecate ed immobilizzate per anni risorse importanti in opere di cui la citta non sentiva il minimo bisogno.
Cosa le dice diritti civili?
I diritti civili sono un baluardo da difendere, tutelare e migliorare.
In questi giorni si è spento Pannella che è stato per anni la coscienza critica della società italiana su questi temi, il suo impegno mancherà a tutti noi.
Noto invece che alcuni esponenti leghisti pur riconoscendo i meriti del suo impegno invocano una sorta di obiezione di coscienza da parte dei sindaci di area per quanto riguarda la nuova legislazione sulle unioni civili, dimenticandosi che la legge non prevede questa opzione e quindi il sindaco, in quanto rappresentante delle istituzioni, ha il dovere e l’obbligo di applicarla.
I diritti non sono un bene acquisito e stabile ma sono anche loro soggetti al processo di revisione in atto.
Mai come oggi esprimere la preferenza per una forza politica piuttosto che per un’altra è fondamentale per difendere e supportare i diritti per un lavoro dignitoso, stabile e onestamente retribuito, ma anche i diritti per una rappresentanza democratica rispettosa dei diritti delle minoranze oggi messa in pericolo dalla riforma della Costituzione voluta da Renzi.
Noi vogliamo mantenere e migliorare questi diritti per cui chiediamo il sostegno alla cittadinanza, tramite un voto a BAS, ma anche sostenendo il NO ai referendum sulla costituzione e venendo a firmare ai banchetti i referendum della CGIL.
Yelena Apebe