Salvatore Vita e il progetto per la città: "Il Pd non si nasconde"

Salvatore Vita, 52 anni, nato a Busto Arsizio da genitori calabresi è da anni uno dei protagonisti del Partito Democratico a Busto Arsizio.

Presidente della cooperativa Il Girotondo, lavora nel privato sociale da 30 anni occupandosi, nel tempo, di tossicodipendenti, anziani, disabili e minori. Conosce a fondo il disagio sociale e le fasce deboli della società. È capolista della lista del Partito Democratico che sostiene la candidatura a sindaco di Gianluca Castiglioni.

Vista la tua attività lavorativa la prima domanda è facile: lavori con il Comune di Busto Arsizio?

«Lavoro marginalmente anche con il Comune di Busto Arsizio. Una volta di più ma da qualche anno molto meno. Come cooperativa abbiamo avuto un’esperienza negativa col forum del terzo settore del quale siamo stati promotori e che non è più operativo – dice – a causa anche degli ultimi due assessori ai Servizi Sociali e della Regione che ha privilegiato la parte sanitaria e meno quella sociale. Credo ci sia una mancanza di progettazione prospettica. I servizi sociali ormai lavorano più sull’emergenza e meno sulla prevenzione dei disagi».

La tua carriera politica. Raccontacela in breve.

Sono segretario del Pd dal 2013 dopo l’elezione di Erica D’Adda al Senato. Prima come reggente e poi con l’incarico ricevuto dal congresso nel 2014.

Che cosa porta il Partito Democratico nella coalizione a sostegno di Castiglioni?

Il Pd vuole portare il cambiamento. Abbiamo deciso di dare una svolta politica sul piano amministrativo, pensando alla cittá e alle sue caratteristiche. Abbiamo colto la necessità di un’apertura ad un’alleanza verso il centro come qualcosa di inevitabile. Non è una scelta di opportunità ma un cammino che è iniziato due anni fa e che ha portato al disegno di una città futura partendo dall’idea di Gramsci. Il Pd vuole essere protagonista per costruire un percorso per una Busto Arsizio nuova. Anche le valutazioni fatte in questi due anni di consiglio nei confronti degli atti dell’amministrazione seguono questa linea. Abbiamo fatto ciò che poteva fare una minoranza riuscendo anche a far cambiare idea, in qualche caso, alla maggioranza.

In realtà i vostri avversari dicono che vi state nascondendo dietro ad un candidato che ha radici politiche lontane dalle vostre

Proprio perchè non ci nascondiamo abbiamo scelto questo candidato. Busto, secondo noi, ha bisogno di una persona come Gianluca Castiglioni. Pur essendo un partito di governo a Roma e primo partito in città, ci mettiamo al servizio della città. La città ci chiede un progetto adatto a Busto e noi proviamo a dare una risposta in questo senso.

Non temete che in questo progetto si perdano i valori che vi caratterizzano?

Il programma è molto preciso e netto. Ci sono i nostri principi e i nostri valori, non ci siamo mai trovati in imbarazzo con gli altri componenti della coalizione. Abbiamo costruito una campagna elettorale basata sui bisogni d Busto. Grazie alle tre parole guida che sono attenzione, ascolto e azione sappiamo che è possibile costruire un progetto. Posso dirti che, dopo il primo tour di ascolto dei quartieri, ora si ritorna là dove abbiamo ascoltato le esigenze con delle soluzioni che vogliamo portare avanti governando Busto. Questo è il metodo che metteremo in campo se gli elettori ci daranno il loro voto.

Erica D’Adda, pasionaria democratica bustocca e oggi senatrice, ha espresso il suo dissenso ma in occasione della vostra ultima iniziativa è tornata ad essere presente. Pace fatta?

Erica D’Adda non era d’accordo con la scelta fatta dalla sezione, nessuno lo nasconde. In questo partito c’è un dibattito ma c’è lealtà. Anche Picco Bellazzi aveva espresso la sua perplessità ma entrambi si sono di nuovo messi a disposizione del Pd di cui fanno pienamente parte.

Nella vostra lista stanno emergendo giovani che scalpitano e che chiedono spazio come Artusa, Brugnone, Cozzi, Pedotti, Valentina Verga e altri. Il Pd di Busto è pronto per un rinnovamento?

Non rimarremo qui in eterno. Abbiamo fatto una scelta precisa creando le condizioni per cui i giovani potessero avere un ruolo. Abbiamo un direttivo con una media di 38 anni e calcola che ci sono dentro Angelo Verga e Walter Picco Bellazzi (ride, ndr) che di anni ne hanno un po’. La lista si muove sulla stessa impronta, la media dell’età è 42 anni.  Posso dire che i nostri giovani si sono preparati approcciandosi alla macchina amministrativa e alla proposta politica. L’impronta del Pd è quello di prendersi cura dei problemi, aprirsi al territorio e imparare dagli altri amministratori come funziona un comune.

Se vincerete le elezioni come deciderete i posti in giunta?

Per ora non abbiamo ragionato di posti e di persone. Pensiamo che prima bisogna mettere il fieno in cascina e vincere questa partita amministrativa. I principi sono stati enunciati a livello di coalizione e ci muoveremo nella trasparenza e nella legalità. Firmeremo la carta di Avviso Pubblico e punteremo su merito e competenza. Non ci saranno uomini soli al comando ma una coralità da parte di tutti i consiglieri a collaborare. Usciremo dalla logica di questa e delle precedenti maggioranze che dicevano: “tanto ci pensa la giunta”. I nostri consiglieri dovranno lavorare perchè la loro giunta porti a compimento le richieste che arriveranno dai quartieri. Sono i quartieri l’anima di questa città e lo ha insegnato bene Stefano Ferrario, imprenditore della Salt, che nel dopoguerra si impegnò anima e corpo perchè nascessero i comitati di quartiere.

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