Le associazioni di categoria incontrano i candidati sindaco

Lunedì 16 alle ore 16.30 presso il Salone delle Scuderie del Borgo di Mustonate di Varese la Cna di Varese, congiuntamente ad API Varese e Confesercenti Varese incontrerà i candidati a Sindaco del Comune di Varese.

Ecco le richieste e le proposte di Cna ai candidati, di tutti i 34 Comuni che vanno al voto, ai quali intende prioritariamente ricordare che l’artigianato e la piccola impresa sono fattori importanti di ricchezza, occupazione vera e coesione sociale.

SICUREZZA

In questi ultimi anni è notevolmente aumentato il senso di insicurezza percepito da cittadini e imprese; le risposte affidate a impianti di videosorveglianza o demandate al controllo di vicinato hanno prodotto risultati modesti.

Come intendono affrontare il problema gli Amministratori pubblici sul territorio di loro competenza? 

VIABILITÀ

Muoversi, entrare nei centri abitati, parcheggiare, caricare e scaricare merce è estremamente difficoltoso sul nostro territorio, orograficamente complesso e densamente abitato e insediato.
L’apertura della Pedemontana non è riuscita a attenuare il problema, anzi, rischia di aggiungerne un altro. In questi anni qualcosa è stato fatto per decongestionare il traffico in Valceresio, ma le vie di comunicazione per Laveno, la Valbossa e le città più importanti sono perennemente intasate e costano, a cittadini e imprese, tempo e denaro.

Cosa è possibile fare per migliorare questa situazione, che penalizza cittadini e imprese?

DEGRADO URBANO E PERIFERIE

Se si eccettuano – forse – i piccolo Comuni, in ogni centro abitato della Provincia esistono aree particolarmente degradate e, purtroppo, la sensazione comune è che siano in aumento.

Basti citare, per fermarci al Comune capoluogo, l’area delle stazioni e Via Como.

Gli amministratori pubblici tendono ad essere molto attenti ai “salotti” delle loro città mentre non riescono a incidere sulle zone di degrado – spesso contigue al centro cittadino – e nelle periferie.

Per altro, nelle piazze e nelle vie principali delle città principali, è in atto una politica di svuotamento del piccolo commercio e dell’artigianato di qualità a vantaggio delle grandi catene commerciali dell’abbigliamento e le esperienze dei DUC a poco sono servite per contrastare il fenomeno.

Gli insediamenti produttivi, poi, giustamente localizzati in apposite aree attrezzate, sono spesso abbandonate al loro destino e, se di giorno sono vive, di notte tendono a diventare terreni di conquista da parte della piccola criminalità.

Esiste poi, in quasi tutti i Comuni, il patrimonio perso e inutilizzato di archeologia industriale, che la crisi degli ultimi anni ha accentuato: sarebbe importante, nelle politiche di sviluppo produttivo locale, dare priorità al loro riuso invece di consumare nuovo suolo.

Quali politiche si pensa di poter mettere in atto per resituire il giusto decoro ai nostri paesi?

IDENTITA’ DEL TERRITORIO

La Provincia di Varese è caratterizzata da un policentrismo che non riguarda solo il fatto di annoverare sul proprio territorio quattro Comuni con oltre cinquantamila abitanti, ma di essere profondamente varia sotto l’aspetto abitativo e produttivo.

Ha resistito, nonostante la crisi e grazie alle imprese di minore dimensione, la sua vocazione industriale orientata all’export, le multinazionali considerano il territorio luogo di produzione e operano in funzione delle loro convenienze, si sono affermate, a macchia di leopardo, realtà industriali nuove (informatica, videogiochi, occhialeria …).

Ma la sensazione è che al territorio sia venuto a mancare un tratto distintivo preciso.

Anche il tentativo di rilancio del turismo fatica a decollare, condizionato dall’indeterminatezza su quale filone debba essere privilegiato: d’affari, sportivo, religioso, artistico, di semplice transito?

Per un’area che annovera più di un sito patrimonio dell’umanità riprovarci è doveroso.

Malpensa non si è rivelata, purtroppo, il soggetto propulsore di un nuovo sviluppo e né l’insediamento fieristico di Rho né il grande riscontro di pubblico di Expo 2015 sono riusciti a dare linfa vitale al territorio.

Manca, forse, una capacità di regia e si finisce per muoversi nella logica del piccolo interesse particolare.

Come si può modificare questo stato di cose?

POLITICHE PER ARTIGIANATO E COMMERCIO

Sui Comuni si è finito per scaricare la responsabilità della fiscalità locale, sottraendo loro le risorse trasferite e obbligandoli a fare fronte alla perdita di gettito con la tassazione locale.

Pur consapevoli della difficoltà che la maggior parte di loro ha nel far quadrare i conti, riteniamo debba esserci maggiore attenzione e rispetto per chi sul territorio lavora e produce ricchezza e che si debba operare nella logica naturale della diretta correlazione tra le imposte applicate e il servizio prestato.

C’è spazio quasi dappertutto per una rimodulazione della TARI, i capannoni sono il luogo dove si fa impresa e non devono essere considerati, ai fini IMU, un lusso, si può e si deve lavorare congiuntamente per favorire progetti di formazione al lavoro ed alla cultura d’impresa e per realizzare luoghi di aggregazione di scambio professionali quali coworking e talent garden.

Per il Comuni dove è forte l’incidenza del frontalierato, poi, sarebbe opportuno pensare di attingere ai ristorni per promuovere imprese sul territorio, avendo magari a riferimento i possibili sbocchi lavorativi autonomi nella vicina Confederazione.

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