Andrea Civati "I miei cinque anni intensi. La città ha voglia di cambiamento"

Andrea Civati è il capolista del Partito Democratico candidato nella coalizione di centrosinistra che sostiene Davide Galimberti. Attualmente è consigliere comunale di minoranza in comune. Ha trent’anni ed è avvocato a Varese. Si è diplomato “al mitico Liceo Cairoli a cui sono affezionato”. “Il mio impegno politico nasce per il Partito Democratico e con il Partito Democratico: sono fiero di essere stato il primo segretario dei Giovani Democratici. Nel 2011 sono stato eletto consigliere comunale. Ricordo l’emozione e lo stupore nel vedere quante persone mi votarono: 272″

Come ti senti di descrivere questi anni da consigliere comunale e quali sono i temi su cui ti sei speso maggiormente?
Sono stati cinque anni intensi. Non ho mai demonizzato i miei avversari politici ma ho cercato di proporre un’idea alternativa di città, possibile e concreta. Mi sono speso molto per il nuovo Piano di Governo del Territorio, battendomi per la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione delle aree dismesse. Però, quello che mi rende più orgoglioso è la pedonalizzazione di Piazza Giovine Italia, una scelta nata da una mia proposta. Può sembrare un piccolo risultato ma è un modello anche per i quartieri. Guardate oggi quell’angolo di città: bellissimo…La città ha voglia di cambiamento: basta volerlo!

Nella serata di avvio della tua campagna elettorale hai lamentato più una mancanza di idee che di risorse in città e hai dato molto spazio ai temi della viabilità. Su quali progetti pensi che dovrebbe concentrarsi la prossima amministrazione da questo punto di vista?
La città si forma nel modo di muoversi delle persone. Prendiamo un esempio negativo: Piazza Repubblica. È diventato un non-luogo per la difficoltà dei cittadini di muoversi in quello spazio. La sua rinascita sarà sicuramente una priorità per Varese: dopo le vuote promesse di Fontana restituiremo ai varesini quella piazza. E poi sarà essenziale evitare che l’autostrada arrivi nel centro cittadino, potenziando le vie alternative, e ci sono le soluzioni tecniche, ve lo assicuro; migliorare il bike-sharing, istituire parcheggi riservati alle mamme e tariffe agevolate per le famiglie. Insomma l’obiettivo deve essere “meno code, più servizi”.  

Per quale motivo ti sei candidato?
Sono convinto che Varese meriti di più. Abbiamo davanti la possibilità di cambiare le cose e di far ripartire Varese dopo 23 anni di fallimenti. La Lega è il passato e la candidatura di facciata di Maroni ne è la prova. Sappiamo tutti che per lui sarà un passatempo e che il suo banco rimarrà vuoto. Il Partito Democratico ha invece voluto puntare sui giovani scegliendomi come capolista. Una scelta che mi rende orgoglioso e che onorerò con impegno.

Andrea Civati con il presidente della regione Friuli Venezia Giulia

Andrea Civati con il presidente della regione Friuli Venezia Giulia

Qual è la tua idea di politica?
Per me politica significa guardare una parte di città e immaginare come “potrebbe” essere: rendere reale quella immagine. Oggi dilaga la sfiducia: io penso che sia necessario ripartire dalle piccole cose per ricostruire il rapporto con i cittadini, ripartire dalla quotidiana cura della comunità. 

Quali sono i tuoi maestri di vita?
Cito due maestri. Il primo è il “Sindaco pescatore”, Angelo Vassallo, ucciso per il suo impegno a favore della comunità di Pollica. Tempo fa ho conosciuto suo figlio e dai sui racconti ho capito l’importanza di quest’uomo, sempre vicino alla sua gente. Il secondo è Alberto Francese. Alberto ha appena superato gli ottanta e trascorre molto tempo al circolo di Sant’Ambrogio, dove vado a trovarlo. È stato, dopo una vita in giro per il mondo, uno dei primi militari di carriera a chiedere diritti sindacali e per questo è stato anche perseguito. Ho conosciuto Alberto grazie al PD: ora mi dà l’affetto di un nipote. Mi consiglia, mi rincuora e, se ce n’è bisogno, mi rimprovera. 

Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco?
Ci sarà tanto da fare, scegliere è difficile. Ne dico due. Anzitutto realizzare il parcheggio di via Sempione: sarebbe essenziale per alleggerire i problemi di sosta e per avviare altri interventi di miglioramento del centro. Il progetto è pronto ma è stato bloccato dal centrodestra. E poi vorrei che si facesse davvero la modernizzazione del campo di atletica di Calcinate degli Orrigoni, un altro progetto bloccato. 

Quali sono i tre settori più importanti su cui agire a Varese?
Anzitutto la mobilità: Varese è una piccola città che è bloccata come una grande metropoli. Occorre potenziare il trasporto pubblico. Poi il sociale: a Varese si vive bene, dovrebbe diventare la città della famiglia con maggiore attenzione a servizi educativi e sostegni alle giovani coppie. Infine l’ambiente: ovunque ci invidiano il nostro paesaggio. Non è un bene illimitato, va preservato con norme urbanistiche specifiche.

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione e dove invece poteva fare meglio?
La cosa migliore? Giuro che non mi viene in mente niente.. . La peggiore invece è senza dubbio il degrado di Piazza Repubblica: Fontana è stato eletto per riqualificare quello spazio e, nonostante tanti soldi spesi, ha fallito. 

Andrea Civati insieme al candidato sindaco Davide Galimberti, la candidata Luisa Oprandi e il consigliere regionale Alessandro Alfieri

Andrea Civati insieme al candidato sindaco Davide Galimberti, la candidata Luisa Oprandi e il consigliere regionale Alessandro Alfieri

Tra “innovazione” e “tradizione” a cosa daresti più spazio?
Sempre innovazione! Non dimentico la tradizione però Varese ha davvero bisogno di aprirsi alle novità del mondo.

Chiudono sempre più attività in città. Cosa faresti per contrastare questa situazione?
Non tutto dipende dal Comune però qualcosa può essere fatto. Anzitutto ridurre gli oneri che gravano sulle iniziative economiche: ripensare la tariffa dei rifiuti in modo da legarla a quanto prodotto. 

Cosa non vorresti vedere nella tua città?
Vorrei dimenticare l’abbandono della Scuola De Amicis di Valle Olona. Ho visitato il posto assieme a Luisa Oprandi, che è un’istituzione nel quartiere. Pensare che una scuola, luogo di educazione e cultura, sia chiusa, mi fa male. 

Se dico “diritti civili” cosa ti viene in mente?
Penso ai tanti amici che da anni sognavano una legge per le unioni civili: una normativa che riconosce il loro amore allo Stato. In questi giorni è stata approvata la legge Cirinnà, un risultato impensabile solo qualche anno fa. Su questi temi mi sono impegnato anche in Consiglio, proponendo il registro delle unioni civili, un gesto simbolico. 

David Mammano

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