Madonna in Campagna: le origini
«C’era una volta Madonna in Campagna», Giancarlo Bettinelli, membro del comitato organizzatore del palio della Rama di Pomm, inizia così il racconto della storia di questo rione, che trae origine da una cultura contadina alla periferia di Gallarate, dove erano installati diversi cascinali.
Già nel XV e nel XVI secolo dove attualmente si trova il santuario c’era un grande prato con una piccola cappelletta dove spesso la gente si fermava a pregare l’effigie della Madonna. I borghigiani del posto – poco più di 300 – credevano che la Madonna fosse miracolosa a causa di alcune vicende accadute, perciò iniziarono a richiedere al cardinale Borromeo la possibilità di celebrare la messa in questo luogo.
Dopo un’indagine, il cardinale non riconobbe l’esistenza di fatti miracolosi legati a questo luogo. Ma, grazie alle richieste insistenti degli abitanti del borgo, Borromeo concesse la costruzione del santuario, la cui prima pietra fu posta nel 1602. È attorno al santuario che si sviluppò poi il rione.
E poi il legame con la peste manzoniana. Si narra che nel 1630, quando la peste imperversava per tutta la città di Gallarate e per i paesi limitrofi causando numerose morti, gli abitanti del posto fecero un voto alla Madonna: se fosse cessata la peste, i gallaratesi avrebbero organizzato una festa in onore della Madonna il 21 novembre di ogni anno, per la presentazione di Maria al tempio.
La peste si fermò. Il voto dei gallaratesi era stato espresso dinanzi a un notaio e agli allora reggenti della città; l’atto ufficiale è depositato presso l’archivio di stato e riporta la firma dei sei reggenti che raccontano il voto e il miracolo. Sulla facciata posteriore della chiesa oggi si trova una scritta in latino a ricordo dell’avvenimento della peste; l’affresco della Madonna posto sull’altare, inoltre, è lo stesso della cappelletta del 1600.
Il santuario è un luogo di riferimento per la città e ogni anno, in onore del riconoscimento di quel voto simbolico, la municipalità si reca con le autorità all’interno della messa per rendere omaggio a questa Madonna presentando un’offerta simbolica. Questa tradizione è continuata da quel tempo, tant’è che è nato il tradizionale palio della Rama di Pomm.
Letteralmente la Rama di Pomm è un ramo dalle lunghe spine, chiamato gleditsia o anche spino di Giuda, sul quale vengono infilzate le mele: si trattava di un modo per venderle sul piazzale chiedendo offerte. Dopo la guerra, nel 1948 la gente sentiva fortemente la voglia e il bisogno di fare comunità e di ricominciare a stare insieme. Così fu inventato un palio tra le quattro contrade che suddividono il rione: i Paisaan quadar, i Privilegiaa dal Campanin, i Drizuni dal Tirasegn e i Cittadit da la Campagna.
Durante il palio si può assistere a gare sportive e folcloristiche, come per esempio la tradizionale corsa degli asini. Al Palio partecipa gente da tutta Gallarate, si tratta di un modo per ritornare nel rione in occasione di questa grande festa legata al santuario.
Camilla Malacarne