Galimberti: “Stipendio del sindaco, lo deciderà un referendum”

A settembre faremo una consultazione popolare: i cittadini sceglieranno il compenso del sindaco. Il resto verrà donato al sociale”. Davide Galimberti presenta il suo programma per Varese al teatro Santuccio, con lo slogan Varese riparte Davvero” e come ultimo punto, ciliegina sulla torta, propone il referendum sullo stipendio del sindaco. “Se lo facessero gli attuali amministratori – attacca – e se si decidessero i loro compensi sulla base di quanto hanno fatto, dovrebbero tutti restituire i soldi alla città“. Ovazione in sala, un teatro Santuccio pieno, per questa prima importante giornata sul programma elettorale.

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Si parte con i preliminari, alcuni testimonial salgono sul palco: video e canzoni, tra cui una dichiarazione di voto a favore di Galimberti del regista Giacomo Campiotti. Dopo un’ora arriva il candidato delle quattro liste di centro sinistra (Pd, Lista Davide Galimberti, Movimento civico Varese 2.0, Progetto Concittadino).

Siamo persone serie in grado di mettere al centro le persone e i varesini –  osserva il candidato – siamo partiti dai quartieri, tra la gente e non dalle segreterie dei partiti. Chi ci ha governato non è credibile perché in 23 anni non ha fatto nulla. La giunta ci consegnerà un bilancio di svendita, stanno cercando di creare un disastro a chi arriverà. Hanno paura di perdere. Siamo felici che Maroni sarà in consiglio comunale, ma starà all’opposizione “.

Galimberti snocciola poi tutto quello che farà come sindaco. Parte dalla sicurezza (più videosorveglianza nei quartieri, più vigili in strada, lotta alle slot) per arrivare al sociale: un piano regolatore del sociale in città, un bilancio di genere che preveda più stanziamenti nei servizi su cui le donne sono maggiormente impegnate, nuovi centri per gli anziani (oggi ne abbiamo solo 2).

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L’urbanistica ha un snodo particolare: il candidato non cita piazza Repubblica, bensì l’impegno a recuperare un’area dismessa ogni anno, a partire dalle stazioni e senza consumo di suolo.

Sulle scuole Galimberti ritiene che si possano prendere dei fondi governativi che permettano entro dicembre 2016 un piano per la modernizzazione degli edifici e la costruzione di nuove immobili scolastici. E inoltre un accordo con il ministero per finanziare il tempo pieno in altre scuole della città (oggi solo una ne è dotata).

Sul turismo il candidato ha un obiettivo molto ambizioso: “Vogliamo portare Varese a diventare una delle 10 città più turistiche d’Italia”. L’idea è però quella di riaprire dalla vocazione del territorio e quindi realizzate un circuito turistico dedicato alle ville e ai parchi della città. Un piano per l’accessibilità del Sacro Monte con più navette, senza ovviamente il contestato parcheggio e un asilo del pellegrino in vetta.

“Ci sono tantissime cose da fare – spiega Galimberti – e la prima giunta durerà 24 ore per tutti i progetti che dovremo avviare”. Il programma prevede anche un collegamento più stretto tra le università e le imprese, una riduzione del 50% dei tempi per le autorizzazioni amministrative, una riduzione di tasse per chi investe a Varese e l’avvio dal 2017 della tassa rifiuti in base al consumo: “Incredibile che ancora non si sia potuta fare”.

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Il Piano Varese Zero traffico, è uno dei più qualificanti. “Bisognerà studiare con il Cipe un finanziamento per cambiare l’ingresso autostradale in città, dal marzo 2017 partirà un piano della mobilità sostenibile, tra bus, piste ciclabili e parcheggi integrati. E poi, un punto che farà molto discutere: Galimberti vuole abolire la tariffa del parcheggio nella pausa pranzo e nelle ore serali: “E’ solo una tassa a danno dei commercianti” osserva.

Nei parcheggi il centrosinistra vuole introdurre i primi 30 minuti di sosta sempre a disco orario, per aiutare chi deve fare piccole commissioni veloci. Si parla poi si uno sportello cultura, di cultural bond e mostre di livello internazionale per il Castello di Masnago. E infine le proposte per far sentire il sindaco più vicino alla gente: il giovedì di ricevimento con la porta sempre aperta, una giunta al mese in un quartiere e il referendum a settembre sullo stipendio del primo cittadino.

 

Roberto Rotondo

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