Antonino Sorbara, dall'IdV alla lista di Fratelli d'Italia
È un piccolo colpo di scena, quello annunciato venerdì sera da Fratelli d’Italia: nella lista del partito della destra ci sarà anche Antonino Sorbara, come candidato indipendente. È una novità significativa, perché Sorbara sedeva fino ad oggi sui banchi della maggioranza, mentre ora passa nelle file di chi – sostenendo la corsa a sindaco di Andrea Cassani – vuole sostituire Guenzani.
«Mi hanno dato la possibilità di correre come indipendente, sono stati gli unici» dice Sorbara, spiegando la sua scelta. Nel 2011 era nelle file dell’Italia dei Valori, che sosteneva Guenzani e prese – come lista – il 2,38% dei voti: Sorbara ebbe 29 preferenze, secondo più votato tra i dipietristi, entrò in consiglio comunale nell’autunno del 2013, dopo le dimissioni di Edoardo Angotti. Da consigliere Sorbara ha espresso spesso punti di vista autonomi e critici (come nel caso del bilancio di previsione 2016), mentre sul territorio si è reso protagonista di iniziative curiose, come quando ha deciso nell’estate 2015 di impiegare l’importo dei suoi gettoni di presenza per offrire granita e gelato ai bambini.
L’accordo con Sorbara è stato benedetto in Fratelli d’Italia da tutti i livelli, dal cittadino su su fino al nazionale, con Paola Frassinetti. «Avrà una posizione importante in lista, subito dietro ai referenti dei circoli e i coordinatori» assicura Giuseppe De Bernardi Martignoni, presidente del circolo Destra Nuova (uno dei due di Fratelli d’Italia).
Ma perchè Sorbara passa dalla maggioranza all’attuale opposizione, dal centrosinistra al centrodestra? Sostanzialmente, per voglia di autonomia rispetto ai partiti, cui non ha lesinato critiche: «Ho avuto tante offerte. Ho ritenuto opportuno di aderire alla offerta di Fratelli d’Italia, perché solo loro mi hanno la dato possibilità di essere indipendente e libero pensatore: io ho un cervello proprio, voglio continuare a usarlo e non obbedire». Se si chiede quali siano i motivi di distanza dalla giunta Guenzani, Sorbara non dà la risposta che ci si aspetterebbe: «L’amministrazione Guenzani è stata positiva, forse si poteva fare di più, ma non starò qui a dire ora le debolezze. Non ha gestito malissimo, sulla base della condizioni che ha trovato».
Sorbara non è l’unico esponente IdV ad essersi candidato nelle file del centrodestra: senza citare chi – a livello nazionale – è passato definitivamente nelle file dei conservatori, in zona si può ricordare il caso di Eliseo Sanfelice, ex IdV candidatosi nella lista dei ferrazziani, Alleanza per Samarate (ma in quel caso con un obbiettivo tattico ben preciso: impedire la vittoria a quella che considerava la “vecchia guardia” del Pd samaratese). Sanfelice e Sorbara si erano ritrovati giusto un anno fa nelle file del progetto indipendente di Orizzonte e Dialogo, che riuniva una serie di esponenti ex IdV rimasti orfani di un riferimento.
Roberto Morandi
Eccoci. Ci risiamo.
Già eletti o ancora candidati che cambiano casacca e squadra forse per interesse?
Chi può saperlo. Probabilmente gli “scambisti” diranno che non è così.
Ma permettetemi di dire che, secondo me, si ricade sempre nel pessimo costume italiano dello spostarsi laddove forse è più conveniente che tanto disamora gli elettori Nel momento del voto.
E non mi si dica da posizione indipendente, che anch’io, nel 1997, fui candidato da indipendente. Non si è e non si può essere indipendenti quando si decide di correre sotto una bandiera, soprattutto, quando è il simbolo a richiamare i voti anche per i singoli candidati.
Vediamo di capirci..
Ritengo legittimo cambiare idea e posizione nel corso della vita su qualsiasi argomento, ma sarebbe molto più dignitoso, onesto, libero e deciso, farlo con trasparenza, oserei dire, naturalmente, con un percorso.
Magari scegliendo di fermarsi a riflettere e a riconsiderare quanto fatto e il da farsi, come accadde, nel 2001, a qualcuno a cui sono legato da amicizia, che, per coerenza, scelse di chiamarsi fuori dai soliti giochi e scambi vantaggiosi.
Altrimenti, nonostante i diversi tentativi di giustificazioni, il tutto si riduce alla semplice voglia di restare comunque in una personalissima, egoistica, narcisistica, autoreferenziale posizione e nient’altro. Altro che l’interesse della collettività, la capacità amministrativa, il ben operare, con cui ci si gonfia sempre il petto in campagna elettorale.
Forse sarebbe sempre il caso, prima, almeno di lasciare una posizione di rendita ottenuta con scelte e voti altrui per dare testimonianza di una reale convizione politica. E non mi si venga a dire dell’autonomia di un eletto difronte agli elettori. Perchè su questo Casaleggio ha ragione. L’eletto dovrebbe risponderne e risottoporsi al giudizio immediato degli stessi elettori, che, davanti a un cambiamento del mandato, non mancherebbero mai di delegittimarlo e allontanarlo.
Sì, qul candidato che si è servito di un simbolo per arrivare …, ma poi fa solo quel che vuole, … secondo “coscienza”, … e meno male che non dice “morale”.