Gioia: "Dialogo e socialità per un paese vivo"
«Ciò a cui tengo di più e che spero continui ad avvertirsi è il senso di comunità. L’esperienza della riscoperta del fagiolo di Brebbia ci ha aiutato a farla crescere e a creare occasioni di socialità importanti e che si erano perdute. Spero che si rafforzi ancora di più in futuro». Il sindaco di Brebbia, Domenico Gioia ha scelto di ricandidarsi alla carica di primo cittadino con una squadra rinnovata ma che promette continuità con il progetto amministrativo e con quanto realizzato in questi primi cinque anni di mandato.
Come è stata finora l’esperienza di sindaco?
«È stata un’esperienza stupenda con una grande squadra amministrativa. L’inizio non è stato semplice. Per chi proviene dal settore privato (Gioia ha lavorato come dirigente in Olivetti, ndr) il pubblico è un mondo diverso, con meccanismi diversi. Ora il mio lavoro come consulente si è ridotto al minimo e faccio il sindaco praticamente a tempo pieno e non credo ci siano altri modi per farlo. Il tempo che richiede questo incarico è incompatibile con un’altra occupazione. Come sindaco amo stare in mezzo ai cittadini, stare in paese, incontrarli, chiacchierare… È il modo migliore per conoscere i problemi e le impressioni. In questi cinque anni abbiamo realizzato molto, come è possibile osservare nella relazione di fine mandato ma abbiamo dei progetti che vorremmo portare avanti in futuro in caso di una rielezione».
Che cosa le piace di Brebbia?
«Se devo scegliere un luogo in particolare dico la zona del lago. Abbiamo un tesoro potenziale seppure si tratti una fetta di lago limitata ma in quel chilometro è presente una concentrazione di bellezza notevole con un’aera protetta e un’altra area dedicata a servizi ricreativi e uno spazio per i posti barca. Di recente abbiamo ottenuto anche la balneabilità. La valorizzazione di tutta quella zona è uno degli impegni che vorrei arrivare a chiudere nei prossimi cinque anni».
Che cosa invece non le piace e avverte come un problema?
«Il problema principale di Brebbia riguarda la viabilità. Lungo le due arterie stradali che attraversano il centro del paese circolano in media undicimila veicoli al giorno. A questo si aggiunge un problema di sicurezza, legato al traffico e alla condizione delle strade che in alcuni punti non permette di realizzare dei marciapiedi idonei».
Qual è la prima cosa che farebbe da sindaco, in caso di rielezione?
«Quattro piccoli ma importanti interventi: il primo riguarda i loculi cimiteriali. Ci sono le risorse, abbiamo chiuso il bilancio 2015 con un avanzo di 600mila euro, per smaltire l’eternit presente e rifare le coperture. Abbiamo inoltre in programma alcune operazioni di esproprio per realizzare dei marciapiedi e mettere in sicurezza alcune zone per i pedoni. Vorrei avviare il pedibus e individuare delle giornate di festa in cui chiudere il centro alle auto e restituire alle famiglie, ai bambini e ai cittadini il cuore del paese».
Rispetto alle periferie e alle frazioni quali sono le sue proposte?
«I cittadini che vivono nelle frazioni hanno un attaccamento al loro territorio e alla loro comunità che ammiro molto. Lo si può notare in occasione delle feste di rione che sono sempre un importante momento di socialità. Ronchè è molto popolata ma mancano i servizi e ci stiamo attivando con la polisportiva roncherese per potenziare le possibilità ricreative per i bambini. La situazione è simile anche a Brebbia Superiore. Quello che abbiamo fatto finora è stato mettere a disposizione le auto dei servizi sociali per chi ha una vera esigenza di spostarsi verso il centro e non può farlo da solo. In futuro vorremmo mantenere alta proprio l’attenzione verso i bisogni dei cittadini, siamo intenzionati infine anche a realizzare dei punti dove è possibile ritirare il giornalino comunale».
Come è nata la squadra di “Viviamo Brebbia” e come la può descrivere?
«La nostra civica nasce da un “Tavolo delle idee”. Attorno al nostro progetto amministrativo hanno lavorato quasi quaranta persone. Ci siamo incontrati, ci siamo confrontati e continueremo a farlo anche in futuro. La lista che mi aveva accompagnato alle scorse elezioni è stata rinnovata, i nuovi volti sono nove su dodici, eppure anche chi ha lasciato il suo incarico è rimasto vicino al nostro progetto. Sono molto soddisfatto perché abbiamo creato un gruppo coeso che sarà l’antenna di tutto ciò che funziona e non funziona in paese».