"Nella società attuale è impensabile non lavorare sulla comunicazione"
Abbiamo intervistato Gabriella Ciambelli, ex dirigente scolastico e candidata nella lista del Partito Democratico, che sostiene la corsa a sindaco di Edoardo Guenzani alle elezioni di giugno.
Perché si è candidato? Sono in pensione da poco più di un anno e, in principio, era mia intenzione dedicarmi al volontariato. Perciò una mattina ha incontrato l’assessore Margherita Silvestrini, abbiamo parlato di Auser e sono emerse differenti modalità di intervenire su settori diversi. Al termine della chiacchierata, Margherita mi propone di candidarmi nella lista del Partito Democratico, considerata anche la mia esperienza nel settore del servizio pubblico e della pubblica istruzione. Ho riflettuto a lungo, mi sono informata sul programma prima di prendere una decisione definitiva. Infine, ho dato la mia disponibilità perché ho ritenuto che la mia esperienza come docente e dirigente scolastico, e quindi come persona che deve organizzare e gestire risorse finanziarie e umane, abituata a rapportarsi con enti e associazioni tra cui l’amministrazione comunale, potesse essere utile. Ho voluto offrire esperienza e competenza.
Da quanti anni vive a Gallarate? Vivo a Gallarate da quando mi sono sposata, quindi da parecchi anni. Sono originaria della Toscana.
Che idea ha della politica? Vorrei iniziare a rispondere a questa domanda con una breve premessa: io credo che anche un dirigente scolastico faccia politica, non intesa come adesione a un partito, ma come scelte che si trova a dover prendere rispetto a determinati problemi da risolvere. Per me, politica è occuparsi di ciò che è pubblico per risolvere concretamente i problemi, con una visione chiara di ciò che è il pubblico e tenendo a mente le priorità su cui intervenire. In sintesi direi concretezza e risoluzione dei problemi della città e dei cittadini.
Quali sono i suoi maestri di vita? Innanzitutto la famiglia, perché rispetto a determinati valori la famiglia come prima agenzia educativa è fondamentale per educare al rispetto di certi valori. Inoltre, è stato importante per me l’incontro con i professori durante i miei studi, in particolare con il professore di filosofia, il quale riusciva ad avvicinare gli studenti ai concetti filosofici attraverso la concretezza, rendendoli semplici e non semplicistici. In relazione alla vita professionale, i colleghi che prima di me si erano occupati della scuola e che mi hanno spinta a ricercare e innovare la mia attività di insegnante, sperimentando e attraverso l’innovazone metodologica della didattica, Infine, alcuni teorici che ho avuto la fortuna di conoscere solo tramite i libri sulla complessità, considerando la complessità del nostro sistema sociale.
Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco? Secondo me in primo luogo dovrebbe migliorare la comunicazione. Oggi, in una società della comunicazione caratterizzata dalla molteplicità dei mezzi. è fondamentale rendere le persone a conoscenza di quanto è stato fatto e di ciò che si intende fare, coinvolgendo i cittadini, le associazioni e tutte le risorse della città.
Quali sono i tre settori più importanti su cui agire? Come già detto, in primis la comunicazione, anche utilizzando le nuove tecnologie. In secondo luogo bisogna lavorare sulla scuola, potenziando sia la manutenzione degli edifici scolastici sia gli interventi riguardando l’istruzione e la formazione rispetto a diversi problemi. Ristrutturazione e manutenzione ordinaria per occuparsi delle piccole cose che fanno la differenza rispetto alla qualità della vita e, inoltre, continuare a sostenere il diritto allo studio, erogando risorse finanziarie agli istituti scolastici affinché possano i loro progetti dell’offerta formativa. Infine, un altro aspetto su cui lavorare, riguardo al quale qualcosa è già stato fatto quest’anno con il centro per l’accoglienza e l’alfabetizzazione degli alunni NAI (nuovi arrivati in italia), è sicuramente l’integrazione. L’amministrazione comunale ha messo a disposizione alcuni educatori che affiancano gli insegnanti in modo tale da intervenire in prima battuta su questi alunni rispetto all’alfabetizzazione, quindi rispetto all’apprendimento lingua, fondamentale per l’integrazione.
Qual è la critica maggiore che farebbe a chi ha governato in questi cinque anni? La critica è collegata al che cosa fare, ossai alla comunicazione. Lavorare sulla difficoltà che talvolta c’è stata nel comunicare ciò che si stava facendo, magari perché impegnati, soprattutto nei primi anni, a ridurre il debito lasciato in eredità dalla precedente amministrazione. C’è stato periodo in cui ci sono state difficoltà a livello di comunicazione riguardo a determinate richieste poste anche dalla scuola.
Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione? Secondo me ce ne sono diverse. Se devo scegliere, sicuramente il sostegno che è stato dato alle famiglie, intervenendo sugli asili nido, prolungando il periodo di apertura in modo tale da gestire al meglio la propria situazione soprattutto lavorativa in presenza di bambini piccoli. Inoltre, per quanto riguarda il sociale ho apprezzato l’attenzione dedicata alle fasce più deboli; per esempio, ho partecipato all’inaugurazione della Casa di Francesco, progetto che ho apprezzato moltissimo.
Tra innovazione e tradizione a cosa darebbe più spazio? Tradizione e innovazione, così come passato e futuro, sono strettamente collegati. Non mi sento di scegliere l’una escludendo l’altra, perché ognuno di noi ha una storia che fa sì che ciascuno di noi sia la persona che è. Contemporaneamente, ogni persona ha il dovere, indipendentemente dall’età anagrafica, di guardare al futuro e di innovare. Nel mio settore ho sempre cercato innovare, era quello il mio ruolo. Innovare inteso come portiamo e utilizziamo le nuove tecnologie quando non erano diffuse, innoviamo dal punto di vista didattico, dando l’opportunità per chi lavora nella scuola di migliorare la qualità dell’insegnamento.
Chiudono sempre più attività in città. Che cosa farebbe per contrastare questa situazione? Questo è problema di cui sono perfettamente a conoscenza come cittadina, perché vivo nel centro storico di Gallarate e mi rendo conto di come in questi ultimi anni effettivamente si sia assistito alla chiusura di parecchie attività commerciali, all’apertura e all’immediata chiusura dopo pochi mesi. Che cosa fare? Penso che non sia un problema che un’amministrazione comunale possa risolvere da sola, perché si tratta di un problema legato alla crisi che abbiamo vissuto e che in parte stiamo ancora vivendo. Non esistono soluzioni pronte, sicuramente il problema esiste e va affrontato.
Che cosa non vorrebbe vedere nella sua città? Il degrado, ma quello in generale in qualsiasi città. Bisogna limitare il degrado, che dipende comunque da ciascuno di noi, dalla mancanza del rispetto dele regole. Noi abbiamo un regolamento approvato da poco come Comune, regolamento su cui abbiamo discusso in uno dei nostri incontri qui al Pd point. È una proposta bellissima, tuttavia occore domandarsi come renderlo operativo e come applicarlo. Certamente risolverebbe tutti quei piccoli problemi che nel loro insieme costituiscono un problema di degrado più ampio.
Che cosa le dice diritti civili? Ora come ora, pensando ai politici, mi viene in mente Pannella, che ha lottato per la conquista dei diritti civili. Non è l’unico, ma sicuramente è quello che ha lottato maggiormente per questo. I diritti civili sono quelli che discendono dalla nostra costituzione. L’ultimo che abbiamo approvato è quello che riguarda le coppie di fatto e le coppie omosessuali. Con “diritto civile” penso a un diritto che è proprio della persona e quindi alla necessità di leggi che prendano e assumano un dato di realtà, di una realtà che deve essere regolata ma che al contempo non può essere nascosta pensando che non esista.
Camilla Malacarne
Esperienza e competenza sì, ma settoriale.
E come si esce dal conosciuto, il sociale e l’istruzione, allora si iniziano ad avere idee un po’ confuse e vaghe sul da farsi.
A cosa riferisco?
“in questi ultimi anni effettivamente si sia assistito alla chiusura di parecchie attività commerciali”
“Penso che non sia un problema che un’amministrazione comunale possa risolvere da sola”
Certo che no! Ci mancherebbe!
Ma se ci si aspetta che qualcuno lo risolva per noi, allora …
Anche un’amministrazione comunale può e deve assumersi la responsabilità di avviare delle misure per rilanciare il commercio, il piccolo artigianato, i servizi, soprattutto nel centro cittadino.
E, al di là delle associazioni, che anni addietro avallarono la grande e media distribuzione, l’assessorato specifico alle attività produttive e il distretto del commercio sono gli strumenti con cui agire.