Prossima fermata del treno della tecnologia? Gallarate
Che cos’è una smart city? «Una smart city è uno spazio urbano ben gestito da una politica lungimirante, con un’attenzione particolare alla coesione sociale e alla diffusione della conoscenza, alla libertà e alla mobilità e, infine, alla qualità dell’ambiente sia naturale sia culturale», questo uno dei punti di partenza della conferenza organizzata da Città è vita, che sostiene la candidatura a sindaco di Edoardo Guenzani, dal titolo “Ambiente e città intelligente: occasioni di sviluppo per Gallarate“. Sul palco della sala Impero Sergio Praderio, il dottor Di Pasquale, l’ingegner Vassalli e l’ingegner Antognazza. Open innovation, big data e Internet of Things all’ordine del giorno.
«”Smart city” è un’espressione ricorrente nei programmi elettorali di candidati sindaco diversi. La giunta Guenzani ha voluto dare un segnale con l’approvazione del patto dei sindaci, il primo passo per l’inizio di un’idea diversa di città. Si tratta di alcuni progetti già realizzati, come per esempio l’acquisto di autobus a metano, l’efficientamento energetico su scuole ed edifici pubblici, la scuola di Cedrate, ecc. e altri in programma. La nostra intenzione è quella di continuare, nell’ottica di un percorso che si avvia verso un sempre più organico sviluppo ambientale e tecnologico».
Ma quali sono gli ingredienti per una smart city ideale? «Infrastrutture efficienti, tecnologie evolute, coinvolgimento dei cittadini e una visione di medio o lungo periodo. La crisi economica sta obbligando tutti a cambiare approccio: il cittadino deve fare di più e meglio, usando meno risorse. Il cittadino diviene protagonista dell’utilizzo responsabile delle risorse a sua disposizione. Questo ha portato poi al concetto di sviluppo sostenibile, ossia uno sviluppo economico coniugato con il rispetto dei valori ambientali. Si tratta di un approccio che riguarda sia le generazioni attuali sia quelle future».
«Usare la tecnologia per migliorare il rapporto con i cittadini e i servizi forniti è fondamentale, ma deve essere accompagnato da una visione di lungo periodo, in grado di rendere la città di Gallarate più vivibile, vivace e sostenibile. Occorre passare da una città con progetti mai realizzati nell’interesse dei cittadini, per esempio l’autosilo, a progetti necessari e che possano contribuire alla soddisfazione dei bisogni reali dei cittadini. Ed è proprio a partire dalla conoscenza delle esigenze dei gallaratesi che deve trarre origine la smart city, sfruttando ancora di più i fondi europei e importando a Gallarate le best practice. Un esempio? A Piacenza hanno ottenuto dei fondi per realizzare progetti sulla riqualificazione di un’area militare; per noi a Gallarate sarebbe un’enorme opportunità, pensando all’ex casema dell’aeronautica».
Un tema che consente di fare un discorso anche sull’elettorato: «Una fascia dei gallaratesi, sensibile su queste tematiche, non avrà un’identità politica in cui riconoscersi il 5 giugno, così come a Varese. Città è vita con questi progetti può divenire una casa accogliente per gli elettori con un’idea di città similare. Per noi smart city non è una semplice tessera o una app per smartphone, ma un progetto organico di città che deve essere posto all’attenzione dell’elettorato sensibile».
Camilla Malacarne – Twitter @CamillaMalacarn
5 anni per capire tutto questo? Ne occorreranno 50 per realizzare.
E ancora oggi non si sono accorti delle esigenze dei cittadini gallaratesi?
Ascoltassero e leggessero di più invece di essere sempre impegnati altrimenti e altrove.
Eppoi questo inserire in coda un tema perchè tutti gli altri ne parlano … mirroring? No scimmiottamento.