"Partire dalle scuole per cambiare il futuro"
Abbiamo intervistato Chiara Boscari, candidata di Gallarate Civica, la lista che sostiene la candidatura a sindaco di Gianni Sparacia. Mamma di quattro figli, “Aver aggiunto anche la politica non è stato un peso, ma un onore”, racconta.
Perché si è candidata? Sono stata invitata a partecipare alla lista civica, poi nelle varie riunioni ho assaporato quello che era il pensiero di Gallarate Civica e mi sono trovata d’accordo sia sul pensiero di Gianni Sparacia sia sulle linee della lista. Ho pensato: “Perché no?”, se posso essere anche io parte di questo contributo mi metto in gioco molto volentieri.
Da quanti anni vive a Gallarate? Da sempre. So che la nostra città è stata importante e ha grandi potenzialità, può fare molto.
Che idea ha della politica? La mia idea di politica è sempre stata legata a un’idea di partecipazione, al fatto di poter contribuire per fare qualcosa, perché la politica delle parole rimane fine a se stessa, mentre credo che agire e metterci la faccia è fondamentale.
Quali sono i suoi maestri di vita? Mia mamma. Mia mamma ha affrontato prove dure nella vita e molto coraggiose; mi ha sempre detto di essere una persona coerente.
Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco? Mi trovo d’accordo su quello che riguarda l’importanza delle scuole: è parte del nostro programma ed è alla base di tutto. Sembrano parole indottrinate, ma non è così: vivo la situazione legata alle scuole sulla mia pelle, come genitore e come partecipante della città. Investire sulle scuole, sulla formazione e sulla cultura è necessario, perché partendo dai bambini, dalle scuole, dall’immagine della scuola e da ciò che può formare i nostri ragazzi, si recuperano le famiglie, le regole e si investe per il futuro.
Quali sono i tre settori più importanti su cui agire? Secondo me, tutto è riconducibile alla scuola, perché “scuola” chiama cultura, sicurezza idem perché nel momento in cui io insegno a conoscere i propri diritti e doveri, al tempo stesso rendo la città più sicura. Devo sì agire sulla sicurezza perché non possiamo tralasciare i controlli, però credo che possiamo fare molto se ci riconduciamo a questi tre elementi: scuola, cultura e sicurezza. Dobbiamo recuperare l’identità della nostra città.
Qual è la critica maggiore che farebbe a chi ha governato in questi cinque anni? La mancanza di tempismo. Penso che le idee che hanno avuto siano tutte condivisibili, ma forse avrebbero potuto farle prima.
Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione? La città non è certo andata in malora, tuttavia non c’è niente che mi salta all’occhio.
Tra innovazione e tradizione a cosa darebbe più spazio? All’innovazione nel rispetto della tradizione, perché l’innovazione non va da nessuna parte se non ci ricordiamo da dove veniamo.
Chiudono sempre più attività in città. Cosa farebbe per contrastare questa situazione? Penso che i vari imprenditori e negozianti siano persone spesso schiacciate dall’aspetto fiscale ed economico. Se si potessero dare degli incentivi, forse questo potrebbe dare una mano. Quando si parla di negozi capita di riferirsi sempre ai negozi del centro, io credo che abbia senso agire su tutto il territorio, periferie comprese, legando a questo anche l’aspetto culturale.
Cosa non vorrebbe vedere nella sua città? Non vorrei vedere una città vuota, perché da genitore spesso quando sono in giro per la città verso una certa ora inizia a svuotarsi. Sembra quasi una “città dormitorio” a volte, non dico abbandonata, ma vorrei vederla rivivere e potermi sentire tranquilla in tutta la città.
Cosa le dice “diritti civili”? I diritti civili sono ciò su cui si basa il principio della libertà, sono tutte le libertà e tutto quanto può essere garantito a una persona, non solo la persona intesa come individuo, ma penso anche alla libertà di un’organizzazione o di un’associazione. Penso che i diritti civili possano essere un insieme di elementi che può tutelare una comunità, tutelare una persona sola come tante.
Camilla Malacarne
Lezione.
“Riconduciamo a questi tre elementi: scuola, cultura e sicurezza. Dobbiamo recuperare l’identità della nostra città.”
Andiamo bene. Ma l’identità di Gallartae non era “la città dalle cento ciminiere” del tessile della rivoluzione industriale? E prima non era forse città mercatorum, da cui i nomi delle porte di ingresso, come mediolanensis, helvetia, …?