Dino De Simone si racconta. "Energia, nuova mobilità e parola ai giovani"

Dino De Simone è il capolista di Progetto Concittadino, la lista arancione nata dopo l’esperienza delle primarie del centrosinistra di Varese a cui De Simone aveva partecipato arrivando quarto. Alle elezioni sostiene Davide Galimberti correndo nella coalizione di centrosinistra.

Nato a Varese, classe 1973. Dal 2013 è sposato con Luisa Tasca e dal 2014 è papà di Alessandro. Si è laureato nel 1999 e dal 2000 lavora in società partecipate dalla Regione Lombardia sui temi della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. È stato giocatore, allenatore e arbitro di basket. Ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale nel gruppo dei DS dal 1997 al 2005 e ha partecipato alle commissioni consigliari Ambiente e Lavori Pubblici.

 

Ambiente, giovani, energia e mobilità. In che modo una città come Varese deve approcciarsi a questi temi da qui al 2021?
Questi sono temi fondamentali per una città. Ambiente, energia e mobilità sono intimamente legati dalla necessità di trovare le migliori risposte in termini di sostenibilità: parolona che deve ricordarci il fatto che oggi non dobbiamo pregiudicare il futuro della nostra città, della nostra terra. Dobbiamo pensare all’acqua, all’aria, al suolo, ai parchi come beni fondamentali non inesauribili, da difendere e valorizzare. L’energia è uno dei temi chiave per diversi aspetti. Risparmiare energia (negli edifici pubblici, nelle case, negli uffici…) e incrementare il ricorso alle fonti rinnovabili è essenziale: si risparmiano soldi, si riducono le emissioni di gas effetto serra, si valorizzano le imprese locali. Se penso ai giovani mi viene da dire: basta parlare dei giovani, facciamo parlare i giovani. È questo che vogliono…basta parlarci.

La coalizione ha già organizzato due eventi sulla mobilità, c’è forte attenzione al tema. Quali possono essere le direzioni concrete che può prendere Varese?
Innanzitutto occorre rendere Varese città dove sia bello e piacevole andare in bici, a piedi e dove prendere i mezzi pubblici non sia una scommessa. Voglio dire che il disegno di città che dovremo fare prevede la cura delle strade (troppo spesso malandate soprattutto nei quartieri) e delle aree pedonali e ciclabili. L’estensione della pedonalizzazione in alcune aree del centro lo renderà più bello e vivo. Bisognerà poi lavorare sul trasporto pubblico locale. Un esempio di innovazione è quella di autobus a chiamata nelle ore serali e notturne. Un progetto di respiro nazionale sarà collegare Varese al piano nazionale sulla mobilità elettrica (se rimaniamo fermi le altre città ci bagneranno il naso). Infine bisogna trovare finalmente una risposta all’autostrada che non dovrà più entrare nel cuore della città. Da vent’anni chi ci ha amministrato ha sprecato solo parole. Domani saremo noi a metterci la faccia e la capacità di risolvere questo problema.

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Dino De Simone mentre accompagna una delegazione del Ministero dell’Ambiente Turco in visita in Regione Lombardia.

In che modo pensate di coinvolgere i giovani magari mettendoli al centro di iniziative specifiche?
Come dicevo prima, dobbiamo uscire dalla logica utilizzata finora, per cui i “grandi” parlano delle politiche giovanili. Occorre mettere i giovani al centro, renderli protagonisti diretti di iniziative che li riguardano. Sono loro i primi ad essere capaci di dirci come la nostra città potrà essere vissuta, migliorata, colorata. Pensiamo al recupero di aree dismesse, alle scuole non più utilizzate che potrebbero essere riempite di giovani che hanno bisogno di spazi per le attività, lo studio, il lavoro, oppure alla street art che colora i muri. Se penso alle scuole abbandonate di Varese penso ai giovani che hanno bisogno di spazi dove studiare, dove sviluppare progetti e condividere il lavoro. Progetto Concittadino sta lavorando così, i giovani della nostra Lista sono parte integrante del gruppo e propongono iniziative e idee per animare e migliorare Varese.

Che idea hai della politica?
La più alta possibile. Fin dal Liceo, quando in assemblea coinvolgevamo i nostri compagni nelle assemblee, ho sempre pensato quanto fosse bello pensare al bene comune insieme a coloro che condividono con noi una comunità. Dal Liceo, all’Università, alla Città, a qualcosa di ancora più grande. La politica che penso io è quella che mette in condizione una comunità di riflettere su se stessa, di voler migliorare, progredire, di prendersi cura sia dei beni comuni sia dei singoli individui che la compongono. La politica della condivisione di una visione di città, che non considera i cittadini solo come fonte di bisogni (sacrosanti) ma anche come concittadini con capacità, idee, energie da liberare e da rendere compiute. Una politica così dà speranza, quella speranza che anche nei momenti di crisi peggiori la comunità sostiene tutti, non dimentica nessuno.   

Dino De Simone con il candidato sindaco Davide Galimberti e i candidati della sua lista

Dino De Simone con il candidato sindaco Davide Galimberti e i candidati della sua lista

Quali sono i tuoi maestri di vita?

Alex Langer e l’ambientalismo umanista, quando ci ha detto che la conversione ecologica della società deve essere desiderabile ha toccato una verità profonda. Non dobbiamo pensare di avere la verità in tasca, per cui chi non la pensa come noi sbaglia. Se non riusciamo a far desiderare una Varese migliore, viva, più bella, stiamo sbagliando noi per primi. Poi, fin dai tempi del Liceo, Pier Paolo Pasolini. Divoravo i suoi scritti, mi perdevo dentro i suoi film. Quanto amore per il genere umano emanavano le sue opere. Poi un professore di Ecologia dell’Università, Roberto Marchetti. Il senso di agire per la salvaguardia del Pianeta dove viviamo. Agire con gli strumenti della scienza, ma anche con il cuore, con la politica. Il giorno del suo funerale eravamo in tanti alla Statale…brindammo con del vino rosso alla salute del nostro maestro: avrebbe voluto così, ne eravamo sicuri.

Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco?
Riallacciare un vero rapporto con i propri cittadini. Rapporto lacerato da troppi anni di incuria, abbandono. Occorre riacquistare la fiducia dei cittadini, ridare loro la voglia di partecipare al miglioramento di Varese. Per questo emblematici sono i provvedimenti che rendano da subito trasparente il Bilancio comunale. Poi l’idea di Davide Galimberti di portare le riunioni della Giunta in ogni quartiere va nella direzione di riavvicinarci ai cittadini. Sindaco e Assessori non dovranno più rimanere chiusi nelle stanze di Palazzo Estense.

Dino De Simone in bici con i Concittadini verso il presidio contro il parcheggio della Prima Cappella

Dino De Simone in bici con i Concittadini verso il presidio contro il parcheggio della Prima Cappella


Qual è la critica maggiore che faresti a chi ha governato negli ultimi anni?
Aver tirato i remi in barca. Varese è stata lasciata a se stessa. Senza una guida e un’idea di sviluppo, senza sapere dove di vuole andare. Non c’è una bussola e la barca è in balia delle correnti. Varese, non è uno slogan, è cresciuta “nonostante” l’amministrazione comunale. La maggior parte delle belle iniziative successe è avvenuta indipendentemente dalle (non) scelte di chi doveva governare la città. Come le correnti marine e i venti, a volte ti portano verso lidi migliori, a volte in secca. Occorre tirare su le vele e insieme decidere dove vogliamo andare.

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione?
Alcuni progetti di partecipazione e cittadinanza attiva: penso ai Tavoli di quartiere, al progetto Take Care per la riqualificazione delle aree delle Stazioni con modalità di cittadinanza attiva. Occorre far diventare questi progetti strutturali, renderli parte integrante dell’agire della nuova amministrazione ed estenderli a macchia d’olio a tutte le aree di Varese.

Se parlo di diritti civili, cosa mi dici?
Penso che se solo alziamo lo sguardo verso il mondo, ci rendiamo conto della bellezza della diversità. Diversità che è una ricchezza straordinaria e che ci rende tutti migliori. I diritti civili negati sono una chiusura verso questa bellezza. In Italia ci sono ottimi esempi di attenzione verso le diversità: Torino è un esempio, con il suo sportello anti-discriminazione e le sue azioni per le pari opportunità. Varese aperta sarà una Varese per tutti, nessuno escluso, nessuno abbandonato.

 

David Mammano

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