La Regione Lombardia e la sua promessa di benessere, l’attrattività della provincia di Varese ma soprattutto la forte crescita industriale che si è sviluppata nella zona, Oggiona con Santo stefano compresa. Sono sicuramente questi, insieme ad altri ingredienti, i responsabili della vertiginosa crescita di abitanti che il paese ha avuto tra gli anni ’50 e gli anni ’90.

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Un’impennata degli indici demografici che da poco più di mille abitanti ne ha portati ben 4mila, che abitano, lavorano e godono dei servizi comunali. Una crescita che, tuttavia, ha rallentato a partire dal 1991 e poi si è praticamente bloccata, talvolta portando anche ad una diminuzione degli abitanti che oggi per il 30% hanno meno di 30 anni, per il 50% tra i 30 e i 65 e per il restante 19% più di 65 anni.

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Un fenomeno molto complesso accompagnato anche dal rallentamento determinato dalla crisi economica e dalla trasformazione industriale del territorio sul quale, per la verità, un’amministrazione comunale non ha sempre possibilità di intervento ma che va preso seriamente in considerazione perché da esso si traggono degli indicatori e, soprattutto, si tarano i servizi alla popolazione.

I servizi “invisibili”, ma di fruizione quotidiana, come l’acquedotto, il pozzo, il depuratore e le fognature, ma anche le altre strutture che fanno capo al comune come le sedi per le associazioni, il centro multiraccolta, il centro anziani, l’area della sede comunale con la biblioteca, il centro sportivo e il rifugio Carabelli.

Da non dimenticare i luoghi deputati all’istruzione che sono le scuole statali Battisti e Cantore e le paritarie Immacolata e Speri castellini. Alle quali si aggiunge il polo scolastico delle scuole medie Galvaligi, un istituto consortile con i Comuni di Carnago e Solbiate Arno che si trova in via Carnago a Solbiate Arno, esattamente al centro fra i tre paesi.