“Il nostro paese devastato da Pedemontana, denuncerò loro e la Regione"
«Il nostro territorio è stato devastato dall’arrivo di Pedemontana, non state fatte le opere di compensazione promesse e non sono stati ripristinati i servizi. Non posso rimanere fermo, anche se sono alla fine del mio mandato». Luciano Biscella è da dieci anni sindaco di Cislago, sostenuto dalla lista civica ViviCislago, e non si ricandiderà in nessuna maniera nella prossima tornata elettorale. Ma non ha ancora smesso di lottare in quella che è stata la sua, e della sua amministrazione, battaglia principale di questo secondo mandato da primo cittadino.
«Abbiamo un accordo di programma firmato nel 2009 con Pedemontana – racconta – che è stato tutto disatteso. Dovevano realizzare una greenway, ma non ne abbiamo visto nemmeno l’inizio. Avrebbero dovuto realizzare un parco per la città, ho approvato il progetto e non hanno mai iniziato i lavori. Ma soprattutto il campo da calcio in cui giocava la prima squadra, quel bel campo che si vede sulla Varesina, lo hanno distrutto e il comune ha dovuto ricostruirlo a proprie spese mettendo 450mila euro per poter far giocare i bambini, ma non la prima squadra».
Cosa avrebbe dovuto fare Pedemontana per preservare questo campo?
«Per far passare questa striscia d’asfalto hanno tagliato il campo di diverse decine di metri, rendendolo non fruibile. Ma gli accordi prevedevano che, prima di iniziare i lavori, avrebbero dovuto ricostruire il campo da un’altra parte. Risultato: non c’è mai stato nemmeno il progetto, il campo è stato “accorciato” e per rimetterlo in sesto almeno per i più piccoli ci ha dovuto pensare il comune. Con la prima squadra che è andata a giocare in altre città, perché ormai il campo non è regolamentare. E se Pedemontana dice che il comune doveva realizzare prima una strada di collegamento, dico solo che il comune ha fatto solo il suo dovere. Loro nemmeno hanno avuto la decenza di presentare un progetto».
Ormai è a fine mandato, cosa pensa di fare?
«Aspetto solo di definire il bilancio, poi ad aprile diamo mandato all’avvocato e denunciano Regione Lombardia e Pedemontana per danni, per inadempienza contrattuale. È un chiaro atto istituzionale ma anche politico».
In che senso?
«I sindaci non riescono a interloquire con figure più alte se non sono esponenti di partito. È inaccettabile. Ho sempre lamentato ai politici l’atteggiamento di disinteresse degli organi superiori nei confronti dei comuni, i sindaci sono stati lasciati a se stessi. Pedemontana è solo un nastro d’asfalto, se non viene punzecchiata dalla politica, diventa solo quello, una striscia di cemento. Se non ha gli stimoli della politica i ritorni sul territorio vengono abbandonati. Per questo denunceremo anche Regione Lombardia».
Questo quindi è il suo più grande rammarico del suo secondo mandato?
«Sì. L’impossibilità di avere un interlocutore vero per il territorio».
Cosa reputa invece essere il suo fiore all’occhiello?
«Il comune non è un’azienda immobiliare. Le cose chenon hai fatto sono importanti come quelle che hai fatto. Come dico spesso “anche quest’anno non abbiamo fatto quest’opera perché era inutile”. Sono contento di poter uscire con una po’ di credibilità per l’amministrazione: dopo 10 anni si può dire di tutto, ma usciamo con molta considerazione da parte dei cittadini. Che il comune a Cislago sia ancora un punto di riferimento per me è un successo».
Perché non si ricandida nemmeno in lista?
«Per un messaggio di chiarezza per i cittadini, perché esserci in qualsiasi forma farebbe poca chiarezza sulla composizione della prossima amministrazione che invece deve avere una sua autorità, senza ombre pesanti o eminenze grigie».
Dopo dieci anni non le mancherà tutto questo?
«Probabilmente sì tutto questo mi mancherà. Anni fa ho accettato l’incarico, in senso provocatorio, per interesse privato, per creare una società impregnata nei valori in cui credo. Credo di esserci riuscito abbastanza, lo percepisco nei rapporti attraverso i cittadini che c’è un indirizzo, una visione comune. Per questo mi sento in dovere di lasciare anche un chiaro indirizzo politico come la denuncia a Regione e Pedemontana, lo devo a Cislago».