L'ex sindaco Vanetti: "Ho lavorato per l'identità del mio paese"

Riceviamo dalla lista “Il mio Paese Inarzo” un intervento a firma di Silvana Vanetti, ex sindaco del paese e ora candidata nella lista che si contrappone a Inarzo Futuro.

<<Ho letto un’intervista rilasciata dal candidato sindaco di Inarzo Futuro nella quale si dice che chi ha governato per 25 anni fino al 2011 il nostro paese non ha fatto nulla per garantirne l’identità.
Siccome per 13 anni dal 1988 al 2001 sono stata sindaco di questa comunità ritengo di essere considerata la maggiore responsabile della realtà trovata nel 2011
Ragionando con calma e senza fretta ritengo di rispondere al signor Bica che ci sono alcune cose di cui in realtà io vado molto fiera riguardo ai miei 13 anni da sindaco:
vado molto fiera di non aver fatto fare una discarica di rifiuti speciali alla cava. Mai. Naturalmente il merito è di tutto il paese che, dimostrando di averla una identità, mi ha seguita in ogni passo della battaglia davvero strenua che abbiamo combattuto contro i partiti politici che in quella discarica avevano fiutato un grande business.
Vado fiera di aver rifatto per intero l’acquedotto che perdeva circa il 50% dell’acqua e di aver realizzato un serbatoio che ci garantisce l’acqua anche quando l’acquedotto provinciale interrompe le forniture.
Vado fiera di aver sdoppiato buona parte delle fognature. Tutte cose che non si vedono perché i tubi sono sotto terra ma che servono .
Quasi tutti i marciapiedi che abbiamo a Inarzo risalgono a quel periodo così come il parcheggio dove abbiamo la fermata del bus e il parcheggio del cimitero sulla provinciale che è inagibile da più di un anno ma che per vent’anni con una adeguata manutenzione non ha avuto problemi.
Vado fiera di aver realizzato Via Sessa.

Probabilmente le opere pubbliche che ho indicato e che secondo me sono di primaria importanza, per i miei avversari alle elezioni non danno identità ad un paese.
Io penso invece che poter dire che noi di Inarzo non sprechiamo l’acqua, non inquiniamo il nostro territorio, ci curiamo anche di chi cammina a piedi sia prima di tutto un segno di civiltà e subito dopo un indicatore di una comunità che, proprio perché si sente tale, ha cura del suo paese.

Infine vorrei dire due parole a proposito della chiusura della scuola elementare
Il numero dei bambini di Inarzo che avrebbero frequentato in quell’anno la scuola era di 19 su cinque classi. Il Direttore Didattico di Azzate ci fece due proposte non negoziabili:
– due scuole: una a Inarzo e una a Cazzago Brabbia entrambe con pluriclassi
– una sola scuola senza pluriclassi in uno dei due paesi.

I genitori di Cazzago Brabbia hanno accettato subito le pluriclassi garantendo che i loro figli sarebbero rimasti in quella scuola.
I genitori di Inarzo al contrario hanno sostenuto che per loro le pluriclassi non andavano bene, quindi con la mia maggioranza abbiamo sondato la possibilità di mandare i nostri bambini a Bodio. Purtroppo la loro presenza in quella scuola avrebbe aumentato il numero degli alunni per classe senza peraltro arrivare ad un numero tale da garantire degli sdoppiamenti.
Quindi gli amministratori di Bodio ci hanno fatto presente che non erano disposti ad accogliere i nostri alunni.
Dopo aver sentito di nuovo i genitori dei frequentanti con un sondaggio, abbiamo accettato la sede della scuola elementare a Cazzago Brabbia garantendo il trasporto gratuito dei bambini e a condizione che la scuola di Cazzago Brabbia venisse ristrutturata in modo da essere paragonabile come struttura alla nostra. Su queste basi si è concluso l’accordo
Nel primo anno scolastico le lezioni si sono tenute nella scuola di Inarzo per consentire i lavori di adeguamento nell’altra sede.
Questa è stata la decisione più dolorosa che abbia preso negli anni in cui sono stata sindaco ed è stata una necessità, dettata dal numero esiguo di alunni e dalla volontà di assecondare la decisione dei genitori interessati e non certo una scelta volontaria dell’Amministrazione>>.

Silvana Vanetti

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