Orlando (Busto Grande): "Noi oltre le ideologie per il bene della città"

Busto Grande non ha un vero e proprio capolista. E’ una lista civica nata un anno fa e che sin dai primi mesi di vita ha puntato sulla candidatura di Emanuele Antonelli che oggi è a capo dello schieramento di centrodestra di cui la civica stessa fa parte. Si definisce con parole nuove: più centro d’estro che centrodestra e in lei convivono ex Pdl, ex- leghisti, ex-rifondazione Comunista, ex-centrosinistra e persone che non hanno un trascorso politico.

Un vero e proprio crocevia di esperienze politiche e professionali che non ha precedenti a Busto. A farsi portavoce di questa strana compagine è Roberto (detto Rob) Orlando, informatico-musicista e anima di sinistra della lista.

Come è nata l’idea di Busto Grande?

«Nasce da me e da Matteo Sabba. Siamo due persone che partono da idee diametralmente opposte che si sono sedute a parlare e hanno scoperto di poter dialogare e trovare punti in comune per il bene della città. Abbiamo proposto di fare la stessa cosa a Antonio Corrado e Checco Lattuada e abbiamo scoperto che il metodo funzionava. In un primo momento c’era anche Massimo Crespi che poi ha fatto scelte diverse».

Quindi questo dialogo è diventato un metodo di lavoro?

«Sì, possiamo dire che far sedere le persone ad un tavolo e farle discutere dei problemi reali della città ha portato ex-leghisti come Alberto Brusa e Giorgio Crespi, Paolino Efrem che gravitava nel centrosinistra e Marco Colla che 5 anni fa era in Articolo 3, Matteo Tosi ex-presidente della Fondazione Blini, Umberto Crespi dall’accademia Gens d’Ys, Fabrizio Bianchi con un passato nel Pdl. Busto Grande è un tavolo senza capitavola dove tutte le opinioni hanno lo stesso peso. Sfruttiamo le idee che nascono dalle esperienze professionali e di vita degli appartenenti e poi le approfondiamo con incontri pubblici».

Che cosa portate nel programma della coalizione di Antonelli?

«Crediamo che sia il momento di cambiare il modo di concepire il governo della città. Devono decidere i cittadini e su questo Emanuele Antonelli ha dimostrato di pensarla come noi. Vogliamo la creazione dei comitati di quartiere e vogliamo amministratori che vanno nei quartieri per toccare con mano i bisogni delle persone. Il comune deve essere davvero la casa dei cittadini e non un mostro con cui combattere. Un altro tema per noi centrale è la promozione della cultura e dell’associazionismo cittadino. Più cultura, per come la concepisce Busto Grande, significa anche più lavoro e meno problemi sociali. Vogliamo portare il wi fi pubblico e la banda larga in tutta la città».

Ultimamente vi siete spesi molto anche in difesa della vita notturna dei giovani che a Busto è abbastanza osteggiata.

«Il nostro motto è “divertirsi non è reato”. Troviamo assurdo che anche per mangiare un gelato, dopo una certa ora, si debba andare a Legnano o a Gallarate. Vogliamo una città viva anche di notte e puntiamo alla creazione di una struttura comunale già predisposta per concerti all’aperto. I residenti che non amano questo tipo di iniziative dovranno farsene una ragione».

Quale è stato il vostro ruolo nella campagna elettorale di Antonelli?

Abbiamo organizzato conferenze tematiche su sicurezza, sociale, informatizzazione, bellezza e cultura. Siamo andati in giro per i quartieri col nostro candidato sindaco: a Beata Giuliana e a Sant’Anna abbiamo raccolto parecchie istanze di realtà che sembrano abbandonate a loro stesse. Vogliamo aprire un tavolo con Aler per trovare un accordo con gli inquilini che non possono nemmeno effettuare la manutenzione minima in autonomia e devono aspettare mesi anche per cambiare una lampadina».

Come giudicate la campagna elettorale di Antonelli?

«Antonelli ha ascoltato moltissimo e non ha fatto nessuna promessa durante la campagna elettorale ma ha raccolto istanze. Ha dato il numero di telefono a molte persone promettendo solo di essere sempre disponibile con chiunque vorrà portare alla sua conoscenza un problema o un’idea per migliorare Busto».

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