"La vera innovazione è l'entusiasmo impiegato nelle proprie azioni"

Abbiamo intervistato Francesco Ciocca, commercialista e candidato della lista civica Città è vita, che sostiene la candidatura a sindaco di Edoardo Guenzani.

Perché si è candidato? Mi sono candidato perché, grato di essere sostenuto da un’amicizia civica, ho sentito il desiderio di impegnarmi per restituire il bene che ho ricevuto, applicando le mie conoscenze e competenze al miglioramento dell’amministrazione della città. Perché è più bello scendere e implicarsi per il bene comune, piuttosto che criticare e guardare la vita “dal balcone”. Per dire in pubblico la bellezza della vita.

Da quanti anni vive a Gallarate? Da quando sono nato. Da piccolo con i miei genitori e le mie sorelle ho abitato ai Ronchi. Poi a Crenna, dove ho frequentato il Liceo Scientifico. A Cedrate ho messo su famiglia. Ora giro tra Milano e Varese per il mio lavoro di commercialista, per quello di mia moglie, insegnante a Legnano, e per la scuola dei miei figli, ma il cuore batte sempre per questa città.

Che idea ha della politica? La politica è la costruzione del bene comune, compito di ogni cittadino. Ciascuno è chiamato a contribuirvi perché già ha un’incidenza nel quartiere in cui vive, nel proprio posto di lavoro, nei luoghi del tempo libero. Le amministrative mi interessano perché l’educazione cristiana che ho ricevuto ha generato in me un’apertura a tutto, politica compresa, affinché tutti possano vivere nel miglior modo possibile.

Quali sono i suoi maestri di vita? L’università Bocconi mi ha insegnato il valore del lavoro e dell’efficienza amministrativa che vorrei portare al Comune. Lì, ai tempi degli studi, Don Giulio mi ha educato alla gratuità – legge dell’esistenza – quando andavo a portare conforto e cibo agli anziani e ai poveri di Milano. Mio padre è per me maestro nel desiderare il massimo nella professione di vita e nel ripartire sempre dal basso, come fece lui assicuratore con la polizza “numero uno” quando arrivò da fuori Gallarate nel 1964.

Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco? Dopo anni di sacrifici per il risanamento delle finanze, si dovrebbe puntare al rilancio delle attività produttive e dei servizi, cercando sinergie tra strutture pubbliche e private in forma di parternariato, snellendo le procedure burocratiche e gli sportelli al pubblico. Il futuro sindaco dovrebbe puntare deciso sul favorire tariffe a misura di famiglia, ad esempio agevolazioni fiscali per le imposte di competenza comunale, tenendo conto del quoziente familiare (come in Francia) o del servizio reso dalle realtà non profit alla comunità.

Quali sono i tre settori più importanti su cui agire? In primis riconoscere il valore all’educazione e alla formazione per i giovani e per gli adulti: asili e scuole belle, parchi puliti e vivibili, sostegno alle associazioni dei genitori, di volontariato e culturali esistenti, collaborazione con progetti di alternanza scuola-lavoro e apprendistato professionale, ma anche ambiti in cui gli adulti possano essere continuamente ri-educati, penso per esempio a spazi pubblici dove gli uomini di buona volontà si possano incontrare per mettere in comune le proprie esperienze. Valutare discutere e apprendere da altre realtà e per costruire insieme il bene comune. In secondo luogo, la sussidiarietà solidale, ossia sviluppare servizi per la persona in condizioni di debolezza, sostenere le associazioni di solidarietà, per la famiglia e per gli indigenti, come per esempio la Casa di Francesco. Infine, occorre salvaguardare e incentivare il patrimonio delle realtà del terzo settore per pianificare l’organizzazione dei servizi sul territorio.

Qual è la critica maggiore che farebbe a chi ha governato in questi cinque anni? Nessuna critica, se non quella di aver comunicato le cose fatte solo in fine mandato. Nulla da obiettare agli amministratori che hanno già il proprio lavoro e non hanno cercato clamore e carriere politiche.

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione? Aver messo ordine e aver fatto “le pulizie in casa” dopo lo sforamento del Patto di Stabilità. Aver dato la speranza in un futuro migliore.

Tra innovazione e tradizione a cosa darebbe più spazio? Nuovo e vecchio, giovane e anziano, vanno a braccetto. La vera novità è l’entusiasmo che ognuno mette nelle cose che deve fare. La vera innovazione è che ognuno faccia bene il proprio pezzo di lavoro.

Chiudono sempre più attività in città. Che cosa farebbe per contrastare questa situazione? La crisi economica va ben oltre il contesto locale. Il Comune non ha possibilità di creare nuovi posti di lavoro, se non di difendere quelli esistenti e favorire effetti positivi tramite l’insediamento di nuovi servizi in città legati a consorzi sovracomunali, come per esempio l’Acqua provinciale; l’organizzazione di eventi imprenditoriali e partecipativi per favorire un maggior coinvolgimento e occasione di fare rete tra operatori e tutti i soggetti privati e associativi, penso a progetti come Revolutionary road; lo sviluppo della “città intelligente e innovativa” e delle start-up di imprese profit e imprese sociali e la conoscenza diffusa dei bandi e dei fondi disponibili per enti e associazioni.

Che cosa non vorrebbe vedere nella sua città? Persone disimpegnate con la vita. Giovani che non studiano più e che non si danno da fare, che nemmeno coltivano un hobby o un interesse che si possa tramutare in un’opportunità di lavoro.

Che cosa le dice “diritti civili”? Mi dice pari opportunità: significa che i diritti sono concessi a tutti nel rispetto delle leggi e dei costumi italiani. Pari possibilità di espressione e di lavoro. Pari impegni a contribuire alle spese pubbliche.

CM

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2 risposte a “"La vera innovazione è l'entusiasmo impiegato nelle proprie azioni"

  1. GMT

    “Persone disimpegnate con la vita”?
    Un consiglio. Guardarsi meglio attorno.
    Molti giovani sono candidati in altre liste e si “mettono a disposizione”.
    Molti giovani fanno volontariato nelle associazioni cittadine, dalla CRI all’ANPI, dall’Avis a …
    Molti giovani studiano nelle università di Milano, Varese, Castellanza e nelle scuole superiori di Gallarate.
    Certo che se guardo dal balcone di casa o della parrocchia … non ne vedo poi più molti come una volta!

  2. Francesco Ciocca

    Grazie del commento. Scusa se ho toccato solo velocemente e con una provocazione quel punto. Mi spiace.
    Fammi sapere via Mail altre cose in cui io potrei essere più utile nell’eventuale governo della Città
    Francesco.ciocca@yahoo.it

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