Gigi Chierichetti (Busto al Centro): "Stufi dei giochi politici di Forza Italia"

Gigi Chierichetti è l’uomo d’esperienza della lista Busto al Centro che sostiene la candidatura di Gianluca Castiglioni. Non ama definirsi il capolista perchè «nella nostra lista non c’è un capolista ma tante individualità che hanno progetti, idee e voglia di metterele in atto per la città»

Sgombriamo il campo: lei è uomo di centrodestra e ha fatto il consigliere e l’assessore con Farioli ma in precedenza anche con Tosi. Antonelli ritiene che lei e Bottini siate in cerca di poltrone. Come risponde?

«Sono stupito dalla polemica di Antonelli. Lo conosco bene perchè con Libero Confronto (una delle cinque associazioni del Pdl) eravamo in gruppo insieme. Mi sembra di vederlo nervoso soprattutto perchè una persona che si candida alla guida della città dovrebbe sapere che Bottini non ha mai fatto l’assessore con Farioli. Io ho fatto l’assessore per 2 anni e 6 mesi con Farioli. Ho avuto il piacere di avviare il servizio affidi e altri due servizi, tutti ancora oggi funzionanti. Poi mi sono state tolte le deleghe perchè doveva entrare in giunta Franco Castiglioni che non poteva più firmare bilanci in rosso ad Agesp, e sono finito fuori squadra».

Cosa l’ha allontanata dalla maggioranza e da Forza Italia?

«Mi sono dimesso dopo un anno perchè non condividevo i metodi dell’amministrazione. Sono uscito da Forza Italia e ho vissuto l’esperienza di Ncd, che non ha funzionato perchè, nonostante le promesse di democrazia, non aveva nulla di innovativo e democratico. In quel momento con alcuni amici abbiamo deciso di condividere un’esperienza di lista civica al di fuori delle imposizioni dei partiti con direttive a cascata da Roma a Busto. Volevamo essere padroni di gestire le scelte di chi volevano come candidato sindaco in città».

Così nasce Busto Al Centro.

«Nasce dal lavoro di 6-7 persone dopo la delusione di Ncd che non si è mai tramutato in un soggetto democratico. Dopo un anno e mezzo di militanza eravamo impantanati. Per la nostra città abbiamo pensato fosse il caso di metterci al lavoro per un soggetto civico che ci lasciasse la possibilità di scegliere e di non essere legati ad equilibri che nulla avevano a che fare con le esigenze della città. Provammo informalmente ad aprire confronto con il centrodestra ma non c’è stato ascolto. Castiglioni è stato il nostro candidato sin dal primo momento, una scelta fatta puramente per la città senza infingimenti e giochi politici. Con il Pd è stato molto più semplice, loro stavano cercando di allargare la loro base elettorale e puntavano ad un candidato civico, l’unica richiesta che abbiamo fatto era quella di non aprire anche a sinistra e ci hanno accontentato».

Busto al Centro è solo l’espressione della vostra posizione politica?

«Non solo. Busto è la sesta città della Lombardia e deve essere punto di riferimento di tutta l’area che va da Malpensa alla Valle Olona fino al legnanese. Busto al centro non solo politicamente ma anche geograficamente. Farioli inizió con questo disegno ma dopo un anno il tavolo coi comuni della zona morì a causa del personalismo con cui venne condotto. Il metodo di approccio con gli altri comuni deve essere diverso. Non conta chi ne trae benefici ma conta che si crei uno strumento utile a migliorare la vita di tutti i cittadini di questa area. Accam è un esempio di cattiva gestione di un’unione di comuni cavalcando interessi contingenti, senza una programmazione. Ora c’è una decisione da rispettare ma attendiamo di guardare dentro la società per capire come andare avanti».

Unioni civili. Siete alleati con chi ha proposto e votato la legge che permette le unioni anche tra persone dello stesso sesso. Sarà un problema applicarla per voi?

«Al di là di come la si possa pensare una legge va rispettata. L’istituzione non si può sottrarre ad un suo dovere. Non condivido la cosa ma se è nelle funzioni istituzionali, anche se va contro i miei principi morali, non mi tirerei indietro e potrei unire civilmente una coppia omosessuale».

La lista. Come avete scelto i candidati consiglieri?

Nel gruppo che ha dato il la a questa esperienza ci siamo candidati in due: il sottoscritto e Laura Alba. Il resto sono persone che avevano voglia di metterci le faccia, di metterci l’impegno per la città e che erano stufi della politica delle parole. Abbiamo dovuto dire di no ad alcune persone ma soprattutto abbiamo detto che le tessere di partito devono stare fuori. C’è un insieme di giovani under 30 molto valido, alcune donne rappresentanti di varie categorie. Abbiamo medici, infermieri, il direttore di Aias, imprenditori, un avvocato, un architetto, due ristoratori. I candidati di tutti i quartieri, solo a Sacconago non siamo riusciti a trovarne uno e questo per me è un grande rammarico».

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