I 5 Stelle all'attacco: "Troppe ambiguità, l'inceneritore va sostituito con impianto a freddo"

Di seguito il comunicato stampa del movimento 5 stelle di Busto Arsizio a commento degli articoli su Accam apparsi in questi giorni.

Il movimento 5 stelle prende posizione su Accam e afferma: “se vinceremo le elezioni a Busto Arsizio siamo pronti a definire degli accordi con i soci per garantire la continuità aziendale sul terreno esistente riconvertendo l’inceneritore in impianti di trattamento a freddo. Questo non perchè siamo in cerca di poltrone, ma nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori di Accam. Dei cittadini, perché potremo chiudere veramente l’inceneritore entro il 2017 con i vantaggi ambientali e sanitari che ne derivano e dei lavoratori perché la localizzazione a Borsano è l’unica soluzione possibile per salvare l’azienda dal fallimento.

Ci stupiamo di come invece oggi le principali amministrazioni alla guida di Accam, cioè Busto Arsizio e Legnano continuano ad avere atteggiamenti a dir poco ostativi sulla vicenda.
Infatti a Busto Arsizio la forza di maggioranza, e la Lega in particolare, continuano a ripetere che indietro non si torna e il terreno di Borsano non potrà più essere concesso ad Accam, mentre Legnano, a guida PD, a giorni alterni riaccende i dubbi sulla sostenibilità economica degli impianti alternativi nonostante, pur avendo votato per la soluzione B2 (chiusura dell’inceneritore e sua sostituzione con impianto di recupero dei materiali e impianto di trattamento dell’umido), non hanno mai fatto niente per far dialogare AMGA con Accam al fine di poter realizzare un unico impianto del forsu anzichè portare avanti in solitaria il progetto di Via Novara.

Vediamo il rischio, dietro a questi atteggiamenti, di un probabile fallimento dell’azienda e di un forte ostacolo alla volontà dei soci di mantenere, giustamente, la gestione dei rifiuti in house.
Fallimento che però, attenzione, non è sinonimo di chiusura immediata dell’inceneritore, ma, all’opposto, comporterà l’avvio di pratiche di liquidazione nelle quali i sindaci soci non avranno più voce in capitolo.
Paradossalmente il liquidatore potrebbe decidere di mantenere in attività l’inceneritore fino a esaurimento dei debiti per ancora molti anni o vendere a un compratore esterno al consorzio.

Noi vogliamo invece che la progettazione degli impianti alternativi (fabbrica dei materiali e impianto per il trattamento dell’umido) venga avviata al più presto sul sito attuale con la possibilità di recuperare anche parte dei capannoni esistenti che riteniamo di patrimonio pubblico. Questo permetterà di avviare finalmente una vera rivoluzione nella gestione dei rifiuti con massimizzazione della raccolta differenziata e del recupero e con minore impatto ambientale.”

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