"Vogliamo smart people, altro che smart city"

«La nostra lista civica è rappresentata solo da cittadini gallaratesi, non impegnati in politica», così Roberto Borgo ha iniziato la presentazione della sua squadra.

Una lista civica che ha visto l’allontanamento di alcuni candidati e l’avvicinamento di altri: «Ho chiesto a due persone di allontanarsi (Donato Lozito, confluito in Lega Civica, e Francesco Rubino, ndr), perché non riuscivo mai a capire se fossero realmente sinceri. Ora mi sento circondato da amici. Per quanto riguarda invece l’unione di Cittadini per Gallarate, loro hanno trovato in me la persona di riferimento libera e super partes».

«Alcuni amici hanno fatto parte con e come me della Lega Nord», continua Borgo, raccontando la sua esperienza nel Carroccio: «Ho cominciato ad allontanarmi nel 2011 e nel 2015 poiché non condividevo la deriva xenofoba del partito. Secondo me i politici non cercano le soluzioni ai problemi, ma montano problemi e polveroni per portare e avere consensi; un caso lampante è Matteo Salvini».

«Ho deciso di creare una lista civica perché i partiti nel nostro paese non sono la soluzione ai problemi, ma costituiscono il problema stesso. Basti pensare a coloro che rappresentano i partiti, gli stessi che ci rappresentano in Europa e che non parlano mezza parola di inglese o di francese. Paghiamo le conseguenze di questa loro inadeguatezza anche a livello europeo».

«Rapportata allo scenario politico gallaratese, la situazione non cambia – continua Borgo -. Siamo contro il centrosinistra addormentato che non farà altro che contribuire all’immobilizzazione della città di Gallarate nei prossimi anni. In particolare contribuirà la variante che blocca qualsiasi ipotesi di costruzione sulla 336, dove dovremmo invece cercare di portare le grandi aziende internazionali», e qui il candidato sindaco cita il recente caso Whirlpool.

«Per quanto riguarda la sicurezza, il centrosinistra ha adottato la politica del buonismo, concentrando tutte le sue forze nell’accoglienza e non nel rispetto delle regole e dei doveri. Noi siamo pronti ad accogliere, a patto che queste persone abbiano un lavoro, una casa e che rispettino le regole».

E il centrodestra? «Abbiamo detto no al centrodestra perché si è rivelato essere un’ammucchiata di partiti. Il loro candidato è giovane e senza esperienza amministrativa. Per non parlare del l’assenza di ideali: hanno già pensato a spartirsi tutto, esattamente il nostro contrario. Credo di avere sia l’esperienza amministrativa sia l’esperienza di vita per propormi come sindaco. La mia è una proposta lontana dai partiti e vicina ai cittadini. Non parlo di smart city come altri, ci saranno informatici e ingegneri per città intelligenti. Io parlo di smart people, cittadini intelligenti, perché bisogna ripartire dalle basi per costruire dei cittadini veri, come l’insegnamento dell’inglese ai bambini fin da subito e l’educazione civica nelle scuole».

Ed ecco i nomi della lista. I primi otto candidati sono tutte donne, poi, eccetto Massimo Gnocchi che chiude l’elenco, sono tutti in ordine alfabetico: Angela Baila, architetto; Emanuela Bellora, casalinga; Alice Macchi, architetto; Simona Obinu, che lavora nell’area di Malpensa; Angela Panella; Paola Pastorelli, appena diplomata, Paola Scandroglio, casalinga, e Monica Selenu, mamma e impiegata, tutte e tre entrate con Cittadini per Gallarate.

Luca Agostini, commercialista; Alex Asta, portinaio e allenatore di calcio; Eugenio Canavesi e L’architetto Giuseppe Carli, anche loro di Cittadini per Gallarate; Marco Cattaneo, impiegato e volontario in Croce Rossa; il giovane Federico Rocco; l’avvocato pensionato Adelfo Forni detto Maurizio; l’avvocato Riccardo Garavaglia; Davide Mazzucchelli, cuoco; Giorgio Mazzucchelli, impiegato, proveniente da Cittadini per Gallarate; Giuseppe Paracchini, pensionato; Gianluca Passerini, laureando in economia aziendale; Francesco Mario Rossi, che lavora in ospedale; Giuseppe Scarcella, che lavora in SEA; Giovanni Turri, pensionato; Massimo Gnocchi, pasticcere.

«Spero di essere io ad andare al ballottaggio – conclude Roberto Borgo -. Più ho la possibilità di farmi conoscere più so che la gente di Gallarate mi voterà e, in caso di ballottaggio, non dirò nulla a chi mi ha votato: ognuno è libero di votare chi vuole».

 

Camilla Malacarne

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