Cittadini e ambulanti bocciano il mercato di Busto

Nella mattinata di giovedì 24 marzo il nostro viaggio alla scoperta del territorio di Busto Arsizio “verso le elezioni” dopo il tour delle stazioni e della biblioteca, è proseguito al mercato (piazzale Bersaglieri, giovedì e sabato dalle 8.00 alle 19.00), da sempre considerato dai bustocchi l’occasione per acquistare merce di ogni genere a prezzi modici, ma anche per scambiare quattro chiacchiere. O almeno così era una volta.

Oggi la prima impressione, passeggiando tra i 147 banchi, è che il “fare mercato” come lo si intendeva in passato non esiste più. La gente è schiva e ci sono solo pochi anziani che fanno gruppo tra loro. Gli ambulanti lamentano molti problemi,soprattutto la scarsa sicurezza, il poco rispetto delle regole e la bassa qualità che porta li bustocchi ad evitare di frequentare le bancarelle.

Parliamo con molti di loro, chiedendo di raccontarci i disagi e di formulare richieste al futuro sindaco della città. Il problema principale sembra essere il non rispetto delle regole che ci sono e vengono spesso ricordate agli ambulanti, tramite l’invio da parte dell’amministrazione di vademecum riassuntivi, ma che purtroppo nessuno si preoccupa di far rispettare.

«Vige un’anarchia totale qui, nessuno rispetta i propri spazi- ci racconta Massimo dal suo banco del pesce- quando chiedi qualcosa l’amministrazione ti dice sempre sì, ma nessuno viene a vedere con i propri occhi quali sono i problemi per capirli e risolverli». Infatti, secondo il nuovo regolamento per il Commercio su aree Pubbliche entrato in vigore dal 18 giugno 2015 , ogni banco potrebbe occupare uno spazio di massimo 10 metri (15 in caso di unione di due parcheggi), ma di fatto non è così.

«Una volta se occupavi spazio in più il vigile ti dava la multa – ci dice un altro ambulante prossimo alla pensione – adesso i vigili passano ma se ne fregano, non hanno polso». Quando domandiamo loro se seguono le elezioni, se sanno delle primarie del centrodestra e cosa ne pensano dei candidati, alcuni hanno le idee molto chiare su chi potrebbe risolvere qualche problema: «So già chi votare alle primarie e so già chi vorrei alla guida di Busto»- dichiara Monica, che ha un banco di creme e cosmetici.

Altri invece, come Massimo, non sono interessati né alle primarie né al tema politico in generale perché «tanto nessuno farà nulla di concreto, vengono qui solo alla ricerca di voti». Inoltre, l’idea generale è che il mercato abbia perso qualità (visto che c’è anche chi vende l’usato) ed è per questo che le sue vie non sono più affollate come una volta, soprattutto al pomeriggio. «Troppi banchi e poca qualità – afferma Donato, venditore di prodotti artigianali- Non trovo proprio giusto che si venda roba usata, dovrebbero vietarlo».

Yelena Apebe

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