La biblioteca, un esempio della Busto che funziona

Chiunque abiti a Busto Arsizio sarà entrato, almeno una volta nella vita, nella Biblioteca comunale Gian Battista Roggia, in via Marliani 7, a cui recentemente è stata annessa la Sala Monaco (con ingresso in piazza Mons. Olgiati), a studiare per un esame, a noleggiare un libro o semplicemente per sfogliare un quotidiano.

Seconda biblioteca della provincia di Varese per servizi e patrimonio, con oltre 200.000 volumi (di cui più della metà a scaffale aperto), circa 4000 pubblicazioni del Fondo Antico, 230 periodici correnti e 2000 periodici storici cessati, un Fondo di storia locale con importati donazioni, quali il Fondo Gambini e il Fondo Grampa, può davvero ritenersi un importante punto di riferimento culturale del nostro territorio.

Aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 18.45 e il sabato dalle 9.00 alle 17.45 è uno dei punti di ritrovo per moltissimi studenti bustocchi, ma non solo. Ci sono molti ragazzi che arrivano da altre città, ad esempio Legnano, proprio perché la biblioteca di Busto è «più bella, ben fornita e dotata di una rete Wi-Fi libera, alcune volte lenta, ma funzionante».

Fuori dalle strutture ci sono compagnie di giovani ragazzi che si ritrovano abitualmente a studiare e ne sono soddisfatti: “La biblioteca è grande e le aule studio spaziose. Studiare qui mi piace molto – afferma Lorenzo, 21 anni, studente di scienze bancarie- non ho niente da rimproverare all’amministrazione, la politica la seguo molto e continuerò ad informarmi in vista delle elezioni».

Invece Riccardo, 24 anni, sebbene riconosca la biblioteca come un punto di forza della città afferma che «la politica mi ha stufato, punto a trovare futuro all’estero». Oltre agli studenti ci sono anche anziani che ormai da molti anni considerano il luogo come “mezzo” per tenersi aggiornati sulle notizie leggendo quotidiani e riviste messi a disposizione nella sala lettura.

Proprio perché considerata uno dei luoghi “chiave” della città, il comitato cittadino di BustoMerita lo ha scelto, in collaborazione con l’amministrazione comunale, come sede per la compilazione del questionario sul futuro della città( l’altro punto è l’ufficio anagrafe), che sarà disponibile fino al 31 marzo. I risultati verranno poi raccolti nel “Libro dei BI-sogni” che saranno messi a disposizione dei candidati sindaci e delle istituzioni.

Unica nota dolente è che non tutti sanno della sua esistenza e nemmeno della possibilità di compilarlo proprio dove vanno a studiare ogni giorno: «Uno degli obiettivi della prossima amministrazione- afferma Davide, 22 anni, studente di scienze del turismo- dovrebbe essere quello di trovare un modo per appassionare i giovani ai risvolti politici locali».

 

Yelena Apebe

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