Dopo 10 anni da sindaco e superata la soglia dei 60 anni non era scontato, ne dovuto, che Gigi Farioli si mettesse a trainare la lista di Forza Italia a sostegno della candidatura di Emanuele Antonelli ma, quando è stato il momento di decidere, non ci ha pensato due volte.
«Sarò sindaco fino all’ultimo giorno ma ho accolto l’invito di ripartire con umiltà dal consiglio, se i cittadini lo vorranno. Essere capolista è come essere l’ultimo della lista. Mi metto al servizio di Forza Italia che mai come oggi ha bisogno di rinnovarsi per rimanere fedele allo spirito iniziale che portò alla nascita di questo soggetto politico proprio con quell’intento innovatore pur nel solco dei valori tradizionali della destra moderna. Forza Italia si pone come architrave di questo popolo che fonda le sue convinzioni sulla positività e non sulla pura protesta. La mia candidatura è a capo di una lista che è un giusto mix tra uomini e donne, giovani e meno giovani, esperti e novizi.».
Quale ruolo vorresti ritagliarti nel prossimo consiglio comunale se Antonelli sarà eletto sindaco?
«Mi piacerebbe poter consolidare gli sforzi fatti nel settore dello sviluppo, in quello imprenditoriale, culturale e inclusivo. Stimolare, promuovere, indirizzare e controllare per quella necessità di rinnovamento istituzionale. Malpensa, l’area metropolitana, l’Altomilanese, i comuni della Valle Olona sono ormai parte di un’unica area che ha le stesse esigenze e gli stessi problemi. Vorrei implementare i rapporti per supplire all’assenza delle province in una comunanza di intenti da parte dei soggetti. Al nuovo sindaco servirà un coordinamento di politiche strategiche che dovrà essere supportato, però, dall’intero consiglio. La sfida della prossima consiliatura sarà quella di creare un pacchetto di mischia più ampio della città di Busto».
Soddisfatto del lavoro di ricucitura di una coalizione che senza di te stava per andare in pezzi?
«Il mio più grande orgoglio è sempre stato quello di chiudere la consiliatura con una maggioranza sempre più grande di quella iniziale. Ricordo che a Busto non c’è stato mai un abbandono da parte di un consigliere della maggioranza e quest’anno includiamo anche Indipendenti di Centro ed ex-Udc che 5 anni fa erano nostri avversari. Viviamo un momento storico-politico fatto di tattiche e ambizioni personali ma a Busto questo è meno vero che altrove».
Qual è il rapporto con Emanuele Antonelli, e come potranno conciliarsi i vostri diversi stili di fare politica?
«Antonelli ha una forza politica importante perchè si è imposto democraticamente. Sono contento che sia stato benedetto dalle primarie. È mio amico da sempre e con lui il Pdl ha volato altissimo a Busto. Siamo molto diversi e proprio per questo potrà essere complementare al molto che abbiamo fatto in questi anni. Credo che la sua pragmatica attenzione al quotidiano e la sua quotidiana propensione alla soddisfazione del cliente siano elementi essenziali che dalla sua professione possono essere essenziali anche nel pubblico. Altro suo punto di forza è avere la mia esperienza dalla sua».
Come giudichi, ormai al termine della campagna elettorale, la scelta fatta dalla principale forza di opposizione, il Pd, e il suo candidato Castiglioni?
«Ho trovato da parte del Pd una scelta rinunciataria in cui predomina la tattica e l’evidente tentativo di intercettare quell’area di mezzo dell’elettorato, che da sempre fa decidere nei doppi turni. Da sempre però è evidente che l’originale batte il tarocco anche se spesso il cliente compra il tarocco. Quindi bisogna stare molto attenti e coerenti, più volte ho sentito che Castiglioni e i suoi supporter si sono fatti passare per miei amici. Diciamo che lo sono stati ma dopo la fotografia di Gianluca con Renzi a Varese, la sua lista dovrebbe cambiare il nome da Busto al centro a Busto a sinistra-centro. Comunque faccio loro i miei auguri».
