Paolo Colombo: "Con noi basta scelte calate dall'alto"

Paolo Colombo, candidato sindaco della lista Castellanza al Centro – Paolo Colombo sindaco, sta girando per la città, anticipato da un camioncino con due grandi manifesti sul cassone e una voce che ripete al microfono “Votate Paolo Colombo”, una modalità certamente non nuova per fare campagna elettorale ma che riporta a tempi in cui la politica si faceva anche così.

Lo incontriamo di ritorno dal lavoro, nel parco di via Generale Porro, di fronte alla sua sede: «La frase che stiamo sentendo spesso tra i cittadini mi fa ben sperare. Ci dicono: “sembravate gli outsider e invece si parla solo di voi”.

Il candidato sostenuto anche da Forza Italia ci racconta come sta conducendo la sua campagna elettorale.

«Abbiamo incontrato la gran parte delle associazioni sia di volontariato che sportive. Abbiamo ascoltato le loro esigenze e abbiamo raccontato cosa vogliamo fare per loro – e prosegue – tutti ci hanno detto di sentirsi abbandonati dal Comune che non esercita il ruolo di coordinamento che dovrebbe avere. Manca una regia che permetta a queste realtà di farsi conoscere dai cittadini, altrimenti c’è il rischio che questo patrimonio si perda»

Quindi non è vero che Castellanza è una città dormitorio?

«Partecipazione e condivisione delle scelte sono due nostri punti cardine. Bisogna tornare a condividere le scelte con la città e coinvolgerla. Se l’amministrazione non permette di viverla lo diventa per forza. Un esempio è la società ciclistica che non riesce ad organizzare una gara perchè è l’amministrazione sostiene sia troppo complesso chiudere le strade. L’idea che abbiamo è quella di programmare le attività e unire più associazioni in unico evento: vuoi fare la corsa ciclistica? Dentro al circuito ci mettiamo anche il gruppo degli arcieri che insegnano il tiro con l’arco ai bambini e la società che fa karate che fa le dimostrazioni in piazza. Così si rivitalizza la città, senza spendere di più».

Girando per la città c’è una problematica particolare che ha attirato la vostra attenzione e che l’attuale amministrazione non ha preso in considerazione?

«Abbiamo parlato con gli abitanti del Buon Gesù e con loro abbiamo capito cosa significa calare scelte dall’alto senza venire incontro alle esigenze dei cittadini. In poco più di un anno si sono ritrovati sotto casa un concessionario di grandi dimensioni e due attività di ristorazione, una accanto all’altra. Nel progetto iniziale c’erano un’area verde di rispetto e nuovi parcheggi per i residenti ma non è stato fatto nulla di tutto questo. Il Comune non ha giocato il ruolo istituzionale che doveva avere. Ai residenti sono rimasti solo i fastidi di un progetto che certamente non condanniamo perchè ha arricchito l’area con locali e attività. Nel contempo, però, notiamo che tutta la viabilità del buon Gesù che non è mai stata risolta perdendo anche l’occasione offerta da queste attività nuove. Ora vogliono farci anche il supermercato ma i cittadini che vivono in quella zona hanno un mega-incrocio regolato da semafori senza sicurezza per i pedoni».

E si ritorna al rapporto che Castellanza ha ridotto ai minimi termini con i comuni della Valle.

174Proprio così. Ho parlato, ad esempio, con i sindaci di Olgiate e Marnate che sarebbero contentissimi di ripristinare un rapporto corretto e costruttivo. Viabilitá, come nel caso del Buon Gesù, e ambiente, vedi polo chimico, sono i temi sui quali ci confronteremo. E’ stata più lungimirante la bocciofila di Castellanza, che qui è stata cacciata, perchè è riuscita a dialogare con Marnate e Fagnano Olona per creare un gruppo unico e nmolto più forte».

Accennava al discorso ambientale con Olgiate per il polo chimico.

«Serve un progetto che sia anche economico-produttivo. Abbiamo in programma il progetto per l’incubatore tecnologico in uno spazio vicino alla Liuc dove far nascere imprese innovative ed eco-sostenibili e poi, per far schiudere queste attività, potremmo sfruttare gli enormi spazi all’interno dell’ex-polo chimico. L’amministratore puó favorire l’installazione di nuove attività produttive. L’unico paletto che possiamo mettere è quello dell’ambiente, poi sarà la libertà d’impresa a fare il resto, basta metterla in condizione di poter nascere e crescere».

Avete stupito tutti quando avete parlato della questione rifugiati, un tema che non è proprio caro al centrodestra.

«E’ una sfida che va affrontata con un pronto intervento mentale. Se il Prefetto ci chiederà di metterci a disposizione lo faremo ma sempre in un’ottica di valle per evitare grandi agglomerati di stranieri. Dobbiamo distribuire il flusso e integrarli davvero nel territorio col lavoro e con la cultura. Solo così possiamo prevenire un problema sociale che, inevitabilmente, scoppierebbe se queste persone fossero lasciate a loro stesse»

In questa campagna elettorale sembra esserci una gara sul tema della sicurezza. Voi cosa proponete?

«Pensiamo ad un vigile di quartiere per la raccolta delle problematiche e che deve essere in costante raccordo col sindaco. IN questo caso non deve occuparsi di protezione personale tout court ma deve conoscere le problematiche e fare prevenzione. Inoltre intendiamo, nei primi 100 giorni di amministrazione, erogare contributi ai condomìni che vogliono installare le telecamere di sicurezza. Sfruttando le detrazioni fiscali e il contributo del Comune la spesa, divisa tra le famiglie, non sarebbe esosa e l’occhio elettronico sarebbe un ottimo deterrente e un modo per aiutare chi indaga».

Ha visto il progetto di pista ciclabile degli architetti di Acab, al posto della linea ferroviaria interrata?

«È un’idea certamente interessante. Ma perchè non pensare ad una tangenziale per le auto che toglie il traffico di attraversamento del centro e che dal Sempione porti le auto verso la Saronnese? Abbiamo anche un progetto di riqualificazione per la vecchia stazione che vogliamo far diventare la casa delle associazioni».

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