"Bisogna ritrovare l’identità del territorio di Gallarate"

Abbiamo intervistato Ebenezer detto Ebby Heungna, insegnante di religione e candidato di Lega Civica, che sostiene la candidatura a sindaco di Andrea Cassani.

Perché si è candidato? Conosco Sara De Micco (coordinatore di Lega Civica, ndr.) dal 2006, ed è stata lei a invitarmi a far parte di questo movimento. Non è stata una scelta facile, però da insegnante e da padre, quando guardo i ragazzi negli occhi sento una responsabilità a cui non voglio sottrarmi, perché vedo una generazione che chiede, che quasi urla aiuto.

Da quanti anni vive a Gallarate? Vivo a Gallarate dal 2008. Ho visto Gallarate dimenticarsi delle proprie origini.

Che idea ha della politica? La politica è vita. La politica oggi è stata declinata storicamente secondo l’idea messa in campo dal pensiero postmoderno. L’individuo ripiegato su se stesso non può che attuare una politica individualista, portando ad egoismi che non fanno bene né all’uomo né alla società.

Quali sono i suoi maestri di vita? Il mio maestro di vita è padre Giuseppe Galliano, che da quando l’ho conosciuto nel 2007 non ha mai smesso di insegnarmi che non c’è lotta più grande che quella di essere se stesso fino in fondo, indipendentemente dalle influenze esterne.

Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco? Il futuro sindaco dovrebbe evitare di parlare alla pancia dei cittadini, cercando invece di ridestare l’animo morto dei gallaratesi, impegnandosi per riacquistare la loro fiducia e sviluppare una propria autostima, coinvolgendo i cittadini in questo nuovo cammino che ha come destinazione la rinascita della città di Gallarate. Non politically correct, ma che conferisca nuovamente cultura, identità e dignità al cittadino, ricostruendone la storia.

Quali sono i tre settori più importanti su cui agire? Il primo è sicuramente la famiglia, ossia la prima agenzia educativa e il luogo naturale di identità. È qui che l’essere umano capisce che il suo essere al mondo si trova all’interno di un intreccio di relazioni. Bisogna ripartire dalla base per ricostruire la società. Come secondo settore direi l’immigrazione, perché sembra far emergere il problema di fondo dell’Europa, dell’occidente e di Gallarate, ossia la risposta alla domanda: “chi sono io di fronte allo straniero che mi bussa alla porta?”. Se la questione dell’immigrazione non è ben affrontata, il rischio di diffidenza e l’insicurezza prenderanno il sopravvento. Infine, l’istruzione, con il legame alla cultura: sono necessari interventi con le scuole del territorio per formare i ragazzi alla libertà e alla cittadinanza responsabile.

Qual è la critica maggiore che farebbe a chi ha governato in questi cinque anni? Credo che sia stato fatto di tutto tranne che prestare attenzione all’identità del territorio. È stata una politica messa in pratica cercando di creare amicizie, ma tralasciando l’elemento fondamentale, cioè Gallarate come territorio, storia e cultura. Dov’è finita? Di certo non emerge. La globalizzazione ci ha messo sicuramente del suo, tuttavia una realtà territoriale deve avere maggiore cura delle realtà che contraddistinguono il territorio.

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione? Secondo quanto mi risulta ha risistemato i conti e ha chiuso anche in positivo, creando una prospettiva per un maggiore investimento. La prossima amministrazione si troverà già un bilancio che consente di fare interventi diretti e più concreti.

Tra innovazione e tradizione a cosa darebbe più spazio? Credo che l’una non escluda l’altra, devono camminare di pari passo. L’innovazione, se non si ispira alla storia, è solo un capriccio che non apre a un futuro duraturo. L’innovazione deve tenere conto degli elementi storici.

Chiudono sempre più attività in città. Che cosa farebbe per contrastare questa situazione? Come territorio credo che non sia così facile, perché la globalizzazione porta sempre all’evoluzione e all’incremento di questi giganti che in qualche modo fagocitano i più piccoli. È chiaro che stare dentro l’Unione Europea non significa rinunciare anche alla particolarità del territorio. L’amministrazione dovrebbe tutelare il centro storico, per esempio attraverso sgravi fiscali ai negozi storici, proprio per non spingerli alla chiusura. Questi negozi storici, al di là di essere realtà private, sono anche un patrimonio culturale e storico del territorio. Non si tratta più solo di un negozio, ma diventa una proprietà del territorio

Che cosa non vorrebbe vedere nella sua città? Non vorrei vedere una città sporca, con persone che deambulano da mattina a sera di fronte ai centri commerciali, mendicanti, ragazzi giovani buttati fuori dalla scuola perché ritenuti ignoranti e stupidi e di cui nessuno si prende cura.

Che cosa le dice “diritti civili”? I diritti civili è chiaro che sono una conquista delle lotte storiche, anche e soprattutto scritta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948. Oggi hanno acquisito un’accettazione sempre più individualista, dove diritto non corrisponde più a dovere. Andrebbero ricalibrati in modo tale da conferire nuovamente dignità al soggetto, all’individuo e alla persona, perché la persona non ha solo diritti. Ciò che è libertà, infatti, è anche dovere, si tratta di un equilibrio tra diritti e doveri. Se prescindiamo dai doveri andremo incontro a una graduale alienazione dell’individuo.

 

Camilla Malacarne – Twitter @CamillaMalacarn

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6 risposte a “"Bisogna ritrovare l’identità del territorio di Gallarate"

  1. GMT

    “Se la questione dell’immigrazione non è ben affrontata …”
    Informati bene in che coalizione ti sei candidato e poni il tema internamente …
    Ti assicuro che avrai delle belle sorprese … certe risposte da impallidire (ops pardon)

  2. Angelo

    Credo che ci sia un limite anche alla ingenuità. Un candidato non può addirittura ignorare. come in questo caso, chi sta sostenendo. Non vorrei proprio essere dei panni di uno dei giovani a cui parla questo insegnante,

  3. Marco

    “Secondo quanto mi risulta ha risistemato i conti e ha chiuso anche in positivo, creando una prospettiva per un maggiore investimento. La prossima amministrazione si troverà già un bilancio che consente di fare interventi diretti e più concreti.”
    Ma come???? Il centro destra nel decennio della Gallarate da bere ha messo in disordine i conti??? Non erano investimenti??? Cassani, Cassani…te set cunscià malament!!!!

  4. Alberto

    con tutto il rispetto ma credo che davvero sul fronte dell’integrazione Lei abbia poco da sperare nel suo candidato sindaco …. al di fuori di attacchi agli stranieri in quanto tale non vedo proprio altro. valuti bene ma sono sicuro che lo farò perchè mi sembra una persona che sa porsi domande

  5. RB

    “Da quanti anni vive a Gallarate? Vivo a Gallarate dal 2008. Ho visto Gallarate dimenticarsi delle proprie origini.” Infatti Gallarate è stata fondata nel 2008 …
    Ma di cosa stiamo parlando ?

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