"Il commercio è cambiato a livello globale, non solo a Gallarate"

Abbiamo intervistato Caterina Monti in Sironi, volontaria al Centro Aiuti per l’Etiopia, ex commerciante e candidata di Città è vita, la lista civica che sostiene la candidatura a sindaco di Edoardo Guenzani.

Perché si è candidata? Sono nata e cresciuta tra via Mazzini e largo Camussi a Gallarate, nonostante adesso abiti a Cassano Magnago. Ho sempre vissuto la città e, soprattutto, il suo cuore pulsante. Ho avuto anche un negozio in centro a Gallarate, che ho deciso di chiudere due anni fa, con occhi puntati a quella che è la realtà sia di carattere nazionale sia della città. Conosco Città è vita e conoscevo anche altre realtà e ho deciso di passare dal pensare che cosa si dovrebbe fare al cercare di partecipare attivamente. Gradualmente mi sono avvicinata e ho deciso di mettermi in gioco per collaborare, migliorare e anche imparare. Le idee ci sono, ma poi occorre confrontarsi con la realtà. Porto sia la mia esperienza di cittadina sia quella di ex commerciante, avevo un negozio di erboristeria, ero sempre a contatto con le persone e per certi versi sono anche diventata una sorta di “confessore”, quindi oltre alle realtà che ho osservato in prima persona conosco anche quelle che le persone mi hanno raccontato.

Che idea ha della politica? Sono una di quelle persone disincantate, che è stata fortemente disincantata, perché comunque sono una classe ’68 ho vissuto varie epoche. Un disincanto che è durato finché non ho capito che la politica parte dal quotidiano. Io stessa a partire da una sorta di critica ho scelto di mettermi in gioco. Fondamentalmente la politica è l’azione del singolo, per cui ben vengano le liste civiche. Per me è imprescindibile il concetto di persona legato al termine politica, ed è anche uno dei capisaldi di Città è vita: la politica, legata alla persona, deve essere unita anche alla comunicazione.

Quali sono i suoi maestri di vita? Per certi aspetti Rudolf Steiner. La mia preparazione ha a che fare con il settore erboristico e fitoterapico, e Steiner è colui che ha dato vita all’antroposofia, amore, passione e studio per l’uomo. Arrivando da un contesto più legato al sistema della salute, quindi l’uomo nel suo insieme, ma legata comunque al benessere, al benessere più profondo di equilibrio. Ovviamente poi ciascuno dal personale e dal suo fisico lo porta nella sua relazione col resto del mondo. Posso dire che Rudolf Steiner è colui che mi ha dato forma mentis di base.

Qual è il primo intervento che dovrebbe fare il futuro sindaco? Di urgenze nelle città ne esistono tante, penso per esempio alle scuole, alla sicurezza delle fasce da tutelare come i bambini, le persone in difficoltà… questo è fondamentale per poi poter fare il resto, che poi si chiami biblioteca, parte produttiva, servizi comunali, ecc. è un altro discorso. Se le persone stanno bene i rischi sono ridotti.

Quali sono i tre settori più importanti su cui agire? Il sociale nella sua accezione più ampia, commercio e l’area produttiva e poi tutta la macchina amministrativa.

Qual è il limite o la critica maggiore dell’amministrazione uscente? Secondo me l’amministrazione ha agito bene, ed è vero che se fai bene poi se ne parla bene, tuttavia, anche come ex commerciante, i passi positivi avrebbero dovuto essere comunicati un po’ di più.

Qual è la cosa migliore che ha fatto l’attuale amministrazione? Mettere a posto le fondamenta, ossia tutti gli aspetti economici di questa città, presupposto imprescindibile a partire dal quale realizzare i progetti futuri. Altrimenti è come costruire sulla sabbia.

Tra innovazione e tradizione a cosa darebbe più spazio? Innovazione ma con i piedi fermi nella tradizione, il che non significa immobili, ma sapere da dove si arriva.

Chiudono sempre più attività in città. Cosa farebbe per contrastare questa situazione? Non si tratta di un tema semplice, io da ex commerciante penso che la realtà sia cambiata a livello globale, ben oltre il contesto gallaratese. Il commercio è cambiato ed è fondamentale tenere in considerazione questo aspetto, perché guardare un dettaglio prescindendo dal contesto in cui è inserito non è corretto. Occorre adeguarsi ai cambiamenti dell’era moderna. Per quanto riguarda Gallarate, sicuramente è necessaria una maggiore partecipazione dei commercianti. Si parla anche di grandi attrattori, il mondo oggi va nella direzione dei grandi marchi; se ne sta parlando e si cerca di vedere quali proposte sono attuabili, perché il commercio è legato sì alla merce ma, al contempo, anche ai servizi. Inoltre bisogna sempre tenere a mente che la realtà di oggi è diversa da quella dell’inizio della crisi, così come differisce dalla situazione di 30 anni fa e questo riguarda sia le amministrazioni sia i commercianti. Un’altra proposta di cui si parla è quella che prende spunto dai centri commerciali, ossia della creazione di relazione, di un luogo dove è possibile uno scambio tra le parti. Di certo non esiste la bacchetta magica: chi vuole risolvere la situazione legata al commercio con la bacchetta magica probabilmente non è mai stato commerciante.

Che cosa non vorrebbe vedere nella sua città? Non vorrei vedere la non cura, tutto ciò che è deperimento: sporcizia, il non rispetto per le fasce più deboli, gli atti vandalici che per fortuna a Gallarate non sono tanti. In generale tutto ciò che è la non cura verso cose e persone; la non cura è la cosa più brutta.

Che cosa le dice diritti civili? Quanto tempo abbiamo? (ride, ndr). La cosa più immediata così su due piedi è il rispetto, elemento fondamentale. Rispetto nel lecito e nella condivisione, che non vuol dire i ruoli istituzionalizzati. Il tema dei diritti civili è così ampio che la parola “rispetto” non deve essere fuorviato il significato.

 

Camilla Malacarne – Twitter @CamillaMalacarn

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Una risposta a “"Il commercio è cambiato a livello globale, non solo a Gallarate"

  1. GMT

    Perfetto Guenzani!
    Negli ultimi anni questa candidata ha cambiato città e chiuso un negozio in Gallarate. Come non trarne evidenti conclusioni?
    E il commercio? Chiaro che è cambiato. Ma a Varese, Busto, Arona, … ancora si rinjova e rilancia … Ma certo che se la città non ha appeal, è sporca, degradata e l’Amministrazione ha trasmesso un senso di sicurezza e bellezza del centro …
    Eppoi affermare così decisamente che in Gallarate esistono molti interventi urgenti ancora su cui lavorare, viene spontanea la classica domanda: ma fino a ora chi ha governatp che ha fatto?
    Sistemato i conti.
    Non basta.
    Si vede.

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